
QUEI MACELLAI DI HAMAS SANNO COME "SEDURRE" TRUMP - DOPO 584 GIORNI DI PRIGIONIA, I TERRORISTI HANNO LIBERATO IL 21ENNE EDAN ALEXANDER, OSTAGGIO AMERICANO (CHE SI ERA ARRUOLATO NELL'ESERCITO ISRAELIANO) RAPITO IL 7 OTTOBRE - LE TRATTATIVE TRA USA E HAMAS SONO AVVENUTE ALLE SPALLE DI NETANYAHU: SI TRATTA DI UN REGALO DEL GRUPPO TERRORISTICO PALESTINESE PER AMMANSIRE "THE DONALD" POCHI GIORNI PRIMA DEL VIAGGIO IN MEDIORIENTE DEL PRESIDENTE AMERICANO - CHI È EDAN ALEXANDER, CHE TRUMP POTREBBE INCONTRARE IN QATAR...
FREED HAMAS HOSTAGE, AMERICAN EDAN ALEXANDER, REPPIN’ THE RED, WHITE & BLUE ?? pic.twitter.com/inzhQOH3rI
— The White House (@WhiteHouse) May 12, 2025
1 - L’«OMAGGIO» DI HAMAS PER TRUMP È GIÀ LIBERO L’OSTAGGIO AMERICANO
Estratto dell'articolo di Davide Frattini per il "Corriere della Sera"
Già alla fine dell’anno scorso i genitori di Edan Alexander capiscono che Donald Trump, non ancora presidente, può aiutare a risolvere la tragedia del figlio, rapito il 7 ottobre del 2023 al confine con Gaza dov’era dispiegato con l’esercito. È americano e ha scelto di servire nelle forze armate israeliane, qui li chiamano i «soldati solitari» perché immigrano senza la famiglia.
La madre Yael e il padre Adi — ricostruisce il quotidiano Wall Street Journal — restano stupiti da quanto Trump sia male informato, è convinto che gli ultimi ostaggi tenuti dai terroristi di Hamas — più di una cinquantina — siano tutti morti. Capiscono, e con loro i famigliari israeliani dei sequestrati, che su di lui va applicata la pressione ormai inutile sul premier Benjamin Netanyahu.
hamas rilascia ostaggio americano edan alexander
Quando il presidente ha annunciato domenica che il giovane sarebbe stato rilasciato a mancare dal messaggio è proprio il nome del primo ministro, mentre appaiono un riconoscimento per i fondamentalisti e per la prima volta l’appello a «fermare questa guerra brutale».
Edan, 21 anni, è tornato ieri ad abbracciare i suoi poco dopo il tramonto, è rimasto segregato nei tunnel per 584 giorni di conflitto. La prima immagine diffusa dall’emittente Al Jazeera al momento della consegna — questa volta nessuna cerimonia di propaganda — lo mostra con maglietta e cappellino neri, affiancato dalla rappresentante della Croce Rossa e dai paramilitari in mimetica con passamontagna rosso.
È il primo soldato maschio ad essere liberato e nella base militare a sud di Gaza dove i parenti lo hanno aspettato erano presenti più emissari americani che del governo a Gerusalemme. Edan potrebbe incontrare Trump, se le condizioni di salute glielo permettono, in Qatar, tra le tappe del viaggio in Medio Oriente.
Netanyahu è stato ancora una volta preso alla sprovvista. I portavoce hanno dichiarato che Bibi ha parlato con Trump al telefono e ha accettato di mandare una delegazione a Doha per riprendere i negoziati. Il primo ministro ha però voluto sottolineare che le trattative «saranno condotte sotto il fuoco»: alla fine del tour presidenziale in Medio Oriente — fra 4 giorni — i generali sono pronti a mettere in marcia la nuova «invasione massiccia di Gaza», dove i palestinesi uccisi hanno superato i 52 mila.
Trump non avrebbe per ora chiesto di bloccare l’operazione «Carri di Gedeone», almeno secondo il quotidiano Jerusalem Post . «È però evidente — commenta Anshel Pfeffer, corrispondente del settimanale britannico Economist — che ha perso la pazienza con la guerra senza fine di Netanyahu. I suoi consiglieri hanno negoziato direttamente con Hamas e potrebbero continuare a farlo».
2 - L’INFANZIA NEL NEW JERSEY E LA SCELTA DI TORNARE DA VOLONTARIO IN ISRAELE IL PADRE: «È UN IDEALISTA»
Estratto dell'articolo di Greta Privitera per il “Corriere della Sera”
benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale
Da diciotto mesi, davanti alla Tenafly High School, c’è un cartello scritto dagli studenti: «Riportate Edan a casa subito». È il liceo di Tenafly, una cittadina del New Jersey, a meno di un’ora da New York, dove vive la famiglia di Edan Alexander e dove il ventunenne ex ostaggio di Hamas è diventato «grande». Lì si è diplomato, lì ha gli amici che chiama migliori.
La notizia della sua liberazione dai tunnel dei miliziani palestinesi ha sorpreso il piccolo paese che il New York Times definisce «un sobborgo per i cittadini». Le autorità hanno lanciato un appello: tutti all’Huyler Park per festeggiare il ritorno di Alexander. Ieri, quindi, due piazze — quella degli ostaggi di Tel Aviv e quella di Tenafly — hanno atteso insieme di vedere il soldato con doppio passaporto tornare libero. Hanno cantato il suo nome e sventolato bandiere israeliane con un Oceano di mezzo. «Abbiamo quasi creato una piazza degli ostaggi qui in America», ha commentato, orgoglioso, Orly Chen, un vicino di casa anche lui originario di Israele. [...]
donald trump benjamin netanyahu foto lapresse1
Il sogno di Donald Trump è quello di vedere Alexander in Qatar, durante il suo viaggio in Medio Oriente. «Ma prima dobbiamo accertarci che stia bene», ha commentato la nonna. Perché dopo il tempo della gioia, c’è quello del racconto e, secondo le prime testimonianze riportate dall’emittente pubblica Kan, Alexander, a Gaza, ha subito gravi torture. I metodi e gli strumenti sono quelli già spiegati dagli altri ex ostaggi.
Il giovane soldato sarebbe stato tenuto ammanettato in una gabbia per molto tempo. Sarebbe stato interrogato per settimane e costretto a vivere nei tunnel, con gli altri compagni. La sua storia colpisce perché è lui che durante l’ultimo anno di liceo sceglie l’esercito, senza alcun obbligo di servire. Alexander è nato a Tel Aviv da genitori israeliani che, quando ha due mesi, si sono trasferiti nel Maryland, e nel 2008 a Tenafly.
benjamin netanyahu donald trump foto lapresse
È un grande sportivo, un nuotatore, è socievole e ha molti amici. La scelta di tornare a vivere in Israele sorprende la famiglia che, però, accetta e capisce il desiderio del figlio. «È un ragazzo coraggioso. Si è arruolato volontario perché sentiva che fosse la cosa giusta. È un idealista», dice il padre. Il 7 ottobre 2022, Alexander era di stanza nel Sud di Israele. Allora aveva 19 anni e sorvegliava un posto di guardia vicino al confine con Gaza.
"SALVO SOLO PERCHÉ AMERICANO" BIBI SCAVALCATO DALLA CASA BIANCA
Estratto dell'articolo di Fabiana Magrì per "la Stampa"
video su gaza strip in trip creato con ai - netanyahu e trump
«In Trump We Trust». Con lo striscione in testa al corteo, le famiglie degli ostaggi e dei loro sostenitori - ugualmente impegnati anche contro il governo israeliano e il suo premier Benjamin Netanyahu - marciano da kikar HaChatufim (la piazza degli Ostaggi) fino al consolato statunitense affacciato sulla Tayelet, il lungomare della micrometropoli sul Mediterraneo, Tel Aviv.
Allo stesso tempo, mentre il presidente degli Stati Uniti è in partenza per Riad, un appello del Forum dei rapiti indirizzato a lui compare sulle pagine del New York Post: «Le nostre speranze sono riposte in Lei». Tra sollievo e frustrazione, il senso è chiaro: per le famiglie degli ostaggi è stata Washington, non Gerusalemme, a salvare il soldato Edan.
[...] Le singole famiglie invece, quelle che hanno ancora figli e fratelli a Gaza, in pericolo di vita o già morti, gridano di pancia nei megafoni dalla piazza degli Ostaggi e ai microfoni dei media. «Sono molto felice per il rilascio di Edan, ma anche molto dispiaciuto di dover fare affidamento su passaporti stranieri per il rilascio dei nostri cari», ha detto Dani Miran, padre dell'ostaggio Omri commentando la «risolutezza» del presidente Trump e lamentando «che il nostro governo non abbia la stessa determinazione».
benjamin netanyahu donald trump foto lapresse
[...] Queste ore sono un picco di emozioni e di incertezza. Anche per Netanyahu. Il suo ufficio commenta che il rilascio di Alexander è il risultato di «una combinazione vincente» tra «la nostra pressione militare e quella diplomatica esercitata dal presidente Trump».
Una versione a cui le famiglie degli ostaggi hanno smesso di credere da tempo. «Mio figlio Nimrod - dice Yehuda Cohen - è ancora vivo, sta ancora lottando nei tunnel, sta ancora aspettando che il nostro primo ministro decida che salvare gli ostaggi sia il modo migliore per la sua sopravvivenza politica». Einav Zangauker, una tra le voci più forti, disperate e critiche contro il premier Benjamin Netanyahu, ha scritto una lettera aperta: «Il mio Matan, un civile malato, rapito dal suo letto, era trattenuto con Edan in un tunnel buio, senza altri ostaggi. Se rimane solo, Netanyahu avrà scelto di uccidere mio figlio. [...]
miliziani di hamas durante la cerimonia di rilascio degli ostaggi
Non meno duri gli avversari politici di Bibi (questo il diminutivo ufficiale di Netanyahu), che l'accusano di «vergognoso fallimento diplomatico» - il capo dell'opposizione, Yair Lapid - mentre l'ex capo di Stato Maggiore e leader di una destra moderata, Benny Gantz parla di «assenza da ogni iniziativa volta ad assumersi la responsabilità», come quella per il fallimento di sicurezza del 7 ottobre che il premier - il più longevo nella storia di Israele, in carica per 14 anni negli ultimi 16 - ha sempre rimandato di riconoscere.
Intanto, gli analisti si chiedono quanto costerà, non solo al premier ma allo Stato ebraico, questo accordo tra Usa e Hamas, condotto alle spalle del governo israeliano. E chi sia il misterioso individuo, mediatore freelance tra la leadership di Hamas in Qatar e il team Witkoff. [...]
il rilascio dell ostaggio israeliano omer wenkert
miliziani di hamas durante la cerimonia di rilascio degli ostaggi
parenti degli ostaggi israeliani festeggiano la liberazione