meloni salvini binaghi mattarella mantovano

COME MAI MENTRE GIORGIA MELONI VENIVA PRESE A PIZZE ALLA CAMERA, SALVINI SE NE STAVA PACIAROTTO AGLI INTERNAZIONALI? IL LEADER LEGHISTA E' AI FERRI CORTI CON PALAZZO CHIGI DOPO LO STOP IMPOSTO DA MANTOVANO AL DECRETO SULLE INFRASTRUTTURE MA DIETRO IL RINVIO CI SONO ANCHE I DUBBI DEL QUIRINALE, IN PARTICOLARE SU UNA NORMA SUL PONTE E SU UN’ALTRA “SALVA-SPINELLI” CHE RIGUARDA IL PORTO DI GENOVA - DOPO LO SLITTAMENTO DEL CDM, SALVINI HA DECISO DI DISERTARE PLATEALMENTE L’INTERVENTO DI MELONI ALLA CAMERA E DI...

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”  - Estratti

 

giorgia meloni alla camera

Slitta il decreto omnibus sulle infrastrutture. Quello voluto da Matteo Salvini. Al mattino, all’improvviso, viene rinviato il consiglio dei ministri convocato per le 17.45 di ieri. Sconvocato in gran fretta dopo un vertice tecnico a Palazzo Chigi. È Alfredo Mantovano a imporre lo stop.

 

Troppi i dubbi di Palazzo Chigi su alcuni dettagli. Ma a scavare si scopre che non è solo nel quartier generale meloniano che nasce il rinvio: è al Quirinale – si apprende da fonti dell’esecutivo, poi confermate a tutti i livelli politici e istituzionali - che rallenta la corsa del testo voluto dal vicepremier del Carroccio. Perché nell’interlocuzione informale tra gli uffici dell’esecutivo e quelli del Colle, che precede sempre il varo dei dl, emerge la necessità di alcuni approfondimenti. 

 

Tecnici, innanzitutto, ma anche di metodo. Il provvedimento omnibus è infatti assai corposo, perché contiene oltre duecento nuove previsioni di legge. E non per tutte, tra l’altro, sembrano valere ragioni di necessità e urgenza. Un dettaglio non irrilevante, visto che più volte il capo dello Stato ha chiesto di non abusare di questo strumento.

 

MATTEO SALVINI AGLI INTERNAZIONALI DI TENNIS MENTRE GIORGIA MELONI PARLA IN AULA

Quando si consuma lo slittamento, Sergio Mattarella è lontano. Da martedì è in visita in Portogallo, ieri ospite a Coimbra. Si attenderà dunque il suo rientro nella Capitale per affrontare il dossier e provare a sbrogliare la matassa. Per capire il peso di quanto accaduto nelle ultime ore, intanto, bisogna fare almeno un paio di passi indietro. 

 

Il primo, fino a martedì pomeriggio. L’ultima bozza del testo del decreto approda sul tavolo di Palazzo Chigi. E subisce un primo, deciso stop. L’artefice della frenata è proprio Mantovano. Su un punto, in particolare, si incaglia il governo: è la cosiddetta norma “salva Spinelli”.

 

Si tratta di una questione complessa e assai tecnica, che si può provare a riassumere così: una sentenza del Consiglio di Stato aveva annullato una concessione di Genoa Port Terminal (gruppo Spinelli, partecipato al 49% dalla tedesca Hapag Lloyd). In attesa della pronuncia definitiva della Cassazione, l’autorità portuale aveva stabilito un regime transitorio per permettere lo svolgimento delle attività. Ne era seguita una battaglia di ricorsi e controricorsi, che l’esecutivo progettava di superare attraverso il decreto con un microritocco alla legge portuale. Garantendo di fatto il superamento della pronuncia del Consiglio di Stato e assicurando a Spinelli e Hapag Lloyd di non perdere la concessione. 

giorgia meloni question time alla camera - foto lapresse

 

La norma viene infine cancellata da Palazzo Chigi. Ma non basta. Siamo a ieri. Al mattino si riunisce il pre-consiglio. E vengono sollevati nuovi dubbi, stavolta attorno a una norma sul Ponte di Messina.

 

Nel decreto, infatti, spunta un cavillo che, come anticipato da Repubblica, permette l’aumento dei contratti delle aziende che devono realizzare l’opera (anche se dalla società Stretto di Messina, committente per lo Stato, assicurano che comunque il tetto resterà a 13,5 miliardi di euro come previsto dalla legge di bilancio). In ogni caso, anche questa previsione finisce sotto la lente di Mantovano. 

 

E attira l’attenzione degli esperti del Colle. Ne nasce un confronto diretto tra gli uffici di Palazzo Chigi, del ministero delle Infrastrutture e del Quirinale. Sono almeno cinque i passaggi legislativi su cui riflettere. 

SERGIO MATTARELLA CON ALFREDO MANTOVANO IN VATICANO

 

Serve tempo, insomma. Alla fine, è lo stesso Salvini a chiedere lo slittamento, su suggerimento di Mantovano. È la strada più ragionevole, anche per evitare frizioni gratuite con il Quirinale.

 

Ciononostante, quanto accaduto sembra lasciare scorie ai vertici dell’esecutivo. E, in particolare, tra Palazzo Chigi e il leader della Lega. Salvini decide di disertare platealmente l’intervento di Meloni alla Camera, durante il premier time: mentre alle 16 la presidente del Consiglio affronta le opposizioni in Aula, viene fotografato per i quarti di finale degli Internazionali d’Italia 

 

(...)

GIORGIA MELONI - QUESTION TIME ALLA CAMERA

 

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)