
UNA TRIBU' CHIAMATA LEGA - SEBASTIANO MESSINA: "SAPETE QUAL E’ L’ELETTORE ITALIANO CHE PIU’ SUBISCE IL FASCINO DELL’UOMO FORTE? QUELLO CHE VOTA IL PARTITO INVENTATO DA BOSSI – SONO I LEGHISTI QUELLI CHE PIÙ DI TUTTI TIFANO PER TRUMP (52%), PUTIN (40%) E NETANYAHU (36%) – LA RISPOSTA È IN UNA PAROLA: IDENTITÀ. LA LEGA, PIÙ DI TUTTI, HA COSTRUITO SÉ STESSA COME UN PARTITO TRIBALE. PRIMA IL NORD, POI L’ITALIA (MA SOLO QUELLA CHE "LAVORA"), SEMPRE CONTRO QUALCOSA O QUALCUNO. E NON IMPORTA SE QUEGLI UOMINI FORTI TRASCINANO I LORO PAESI NEL BARATRO...”
Estratto dell’articolo di Sebastiano Messina per L’Espresso
umberto bossi e matteo salvini
In un Paese dove la politica somiglia sempre più a un talk show, i sondaggi, come oracoli svogliati, ci regalano scorci inquietanti del nostro subconscio elettorale. L’ultima rivelazione arriva da Demos: tra gli elettori dei maggiori partiti italiani, sono i leghisti quelli che più di tutti tifano per Donald Trump (52 per cento), per Vladimir Putin (40 per cento) e per Benjamin Netanyahu (36 per cento).
Ora, non serve Sigmund Freud per capire che l’innamoramento per l’uomo forte — persino quello guerrafondaio — ha radici profonde e antiche. L’elettore leghista, abituato a un mondo semplice fatto di padroni e sudditi, di confini invalicabili e leggi granitiche, ritrova in questi leader il mito virile del capobranco. Uno che non chiede il permesso, che mena le mani (o le bombe), che parla alla pancia più che alla testa. Il prototipo perfetto per chi vede nel compromesso un tradimento e nella diplomazia una debolezza.
Trump […] è l’incarnazione del maschio alfa di destra: rozzo, impunito, miliardario e incazzato. Il fatto che la sua presidenza sia un circo tragicomico, che sta facendo traballare le economie dell’intero Occidente, poco importa: l’elettore leghista non cerca un amministratore, ma un gladiatore.
Putin, invece, è l’uomo delle nevi e dei silenzi. Freddo come un polonio nel tè […] Per l’elettore leghista, abituato a vedere il mondo come una continua invasione (di migranti, di euroburocrati, di gender, persino di zanzare globaliste), Putin è il doganiere con le chiavi del destino.
Se bombarda l’Ucraina, lo fa per difendere la sua patria. Se reprime, è per mettere ordine. Se mente, è per applicare la sua strategia. Il cinismo viene scambiato per lucidità. Il disprezzo per l’Occidente, per autenticità.
Netanyahu è un caso a parte […] È il Trump col cervello e il Putin col sostegno della Casa Bianca. Ha fatto del “nemico permanente” un collante identitario. […] Ma la domanda è: perché proprio i leghisti? Perché non i meloniani, che per la loro storia dovrebbero subire più di tutti il fascino dell’uomo forte? […] La risposta è in una parola: identità. La Lega, più di tutti, ha costruito sé stessa come un partito tribale.
Prima il Nord, poi l’Italia (ma solo quella che "lavora"), sempre contro qualcosa o qualcuno. E in questa narrativa perennemente barricadera, l’uomo forte è l’eroe perfetto. Non si piega, non dialoga, non si scusa. Esattamente ciò che l’elettore leghista vorrebbe dal suo leader ideale. […] questo afflato virilista ha anche una componente nostalgica: ricorda un tempo in cui l’autorità non andava giustificata, ma solo obbedita. […]
Eccoli lì, gli elettori leghisti, romanticamente aggrappati a un’idea di forza che ha poco a che vedere con la democrazia e molto con il comando. Non importa se quegli uomini forti mentono, manipolano o trascinano i loro Paesi nel baratro […]
matteo salvini benjamin netanyahu
sebastiano messina (1)
umberto bossi con l ampolla per benedire la padania
umberto bossi
SIAMO UOMINI O CAPORALI - MEME BY MACONDO
dito medio umberto bossi
umberto bossi roberto maroni
marco belpoliti la canottiera di bossi
UMBERTO BOSSI
umberto bossi con bruno vespa
umberto bossi poeta
umberto bossi
UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI
UMBERTO BOSSI CON MATTEO SALVINI A PONTIDA NEL 1990
UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 3
LEGA NORD ISCRIZIONE DI UMBERTO BOSSI TESSERA NUMERO UNO