
SATELLITI IN STALLO – IL DDL SPAZIO È APPROVATO, LA STRADA PER STARLINK IN ITALIA È SPIANATA, MA IL CONTRATTO CON LA SOCIETÀ DI MUSK È BLOCCATO: COLPA DEI VETI INTERNI (IL QUIRINALE E IL MINISTRO URSO SONO CONTRARI) E DELLA LITE DI MR. TESLA CON TRUMP – IN COMPENSO, LEONARDO ACCELERA SUL LANCIO DEI SUOI SATELLITI A BASSA ORBITA: UNA QUARANTINA TRA IL 2027 E 2028 (STARLINK NE HA 7MILA E PRESTO ARRIVERÀ A 40MILA) - IL PIANO PER COLLEGARE I TRENI E I JET F35 CON IL SISTEMA DI ELON: IL DOSSIER È IN MANO AL CONISIGLIERE MILITARE DI GIORGIA MELONI, FRANCO FEDERICI...
STARLINK, L’ACCORDO IN STALLO. E LEONARDO LANCIA I SUOI SATELLITI
Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia e Valeria Pacelli per “il Fatto quotidiano”
Il contratto da 1 miliardo e mezzo con Starlink, l’azienda di Elon Musk, è in stallo (complice ora anche lo scontro di questi giorni tra l’uomo più ricco del mondo e il presidente statunitense Trump).
E nel frattempo Leonardo, controllata invece dal ministero dell’Economia, accelera su un progetto per lanciare una costellazione di satelliti in bassa orbita, a 450 km circa, proprio come quelli di Musk, ma con scopi differenti.
I tempi stringono: il primo lancio è previsto per il secondo semestre del 2027; il secondo per il primo semestre del 2028. Sono 40 i satelliti targati Italia che verranno lanciati. Venti per uso civile e 20 per uso militare. Nel primo caso sono finanziati interamente da Leonardo con una spesa di circa mezzo miliardo di euro; nel secondo, invece, sono finanziati dal ministero della Difesa con altri 600 milioni di euro circa. Insomma l’azienda di Stato punta a un sovranismo satellitare.
roberto cingolani stefano pontecorvo lorenzo mariani
Certo Starlink è già molto avanti: vanta quasi 7 mila satelliti in orbita, con l’obiettivo di arrivare a 40 mila satelliti operativi in pochi anni. L’azienda di Elon Musk punta alla distribuzione capillare dei servizi di connessione in tutto il mondo, a partire dai luoghi dove oggi le telecomunicazioni via cavo non riescono a raggiungerle.
È noto che il governo italiano, a fine 2023 e su input di Palazzo Chigi, aveva avviato una trattativa con Starlink per un contratto da 1 miliardo e mezzo in cinque anni per mettere a disposizione un sistema per le comunicazioni satellitari sicuro, soprattutto da utilizzare in ambito militare.
Da tempo sono in corso interlocuzioni del ministero degli Affari Esteri sul sistema di connessione protetta e che in futuro potrebbe essere utilizzato da Presidenza del Consiglio, Farnesina e Difesa, anche per connettere le sedi diplomatiche.
E quindi nelle ambasciate (alcune già lo usano), consolati e uffici degli addetti militari nelle zone problematiche. E anche Leonardo ha già piccoli contratti in essere con SpaceX, in particolare tramite Telespazio, la joint venture tra Leonardo e la francese Thales.
Per ora, dunque, l’accordo con Musk non fa progressi e le trattative sono ferme. Pesano i dubbi del Quirinale, ma anche la contrarietà del ministro delle Imprese Adolfo Urso, che spinge per verificare se è possibile ottenere servizi simili puntando su una filiera italiana.
Tra i favorevoli c’è Matteo Salvini (le Ferrovie stanno già sperimentando l’uso di Starlink). E non ha favorito le trattative neanche lo scontro, divampato a mezzo social, tra Trump e Musk, con quest’ultimo che ha lanciato accuse pesanti al presidente degli Usa, salvo poi scusarsi.
Satelliti Starlink puntini luminosi
Musk aveva minacciato di interrompere i servizi di lancio verso la stazione spaziale internazionale, di cui è monopolista costringendo la Nasa a valutare alternative. Figuriamoci cosa potrebbe accadere con l’Italia, anche se tutti gli esperti del settore concordano sul fatto che, per ora, non c’è concorrente di Starlink.
L’europea Eutelsat è lontana anni luce e il progetto Ue Iris2 non sarà operativo prima del 2030.
[…] Leonardo sta portando avanti un proprio progetto ormai alle battute finali. Non riguarda, come nel caso di Musk, telecomunicazioni e sistemi di connessione, bensì gps, localizzazione e monitoraggio anche di infrastrutture.
Un esempio? Dallo spazio i satelliti saranno in grado di identificare le persone presenti su una nave in acque internazionali. I sistemi infatti potrebbero essere così sofisticati da riuscire a ottenere una risoluzione di 25 centimetri.
Questi satelliti non dureranno per sempre, hanno una vita media dai tre ai sette anni. Il rischio infatti è che cadano oppure che, essendo appunto a bassa orbita, in caso di un conflitto, vengano abbattuti da altri Stati.
lancio satelliti starlink spacex
A quel punto per evitare la dispersione delle informazioni registrate fino a quel momento si è creata una sorta di link satellitare grazie al quale la “memoria” del satellite abbattuto possa essere in qualche modo recuperata da quello accanto. Si sta lavorando quindi a sistemi che consentano una conservazione dei dati. E sembra che tutto sia pronto.
L'OK DI PALAZZO CHIGI A STARLINK PER GLI F35 IL NODO DEI DATI SUI TRENI
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”
[…] La Stampa ha anticipato due progetti: uno con il Gruppo Fs per i treni ad Alta velocità, promosso apertamente da Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e grande fan di Musk; l'altro sugli F35, sponsorizzato dai vertici dell'Aeronautica.
Sul piano - avvolto nel silenzio - di dotare di Starlink gli aerei militari, ci sarebbe anche il pieno via libera di Palazzo Chigi. Secondo due fonti, sul progetto è costantemente informato anche Franco Federici, consigliere militare di Giorgia Meloni.
È al generale che, fin dall'avvio dei contatti con Musk, la premier aveva affidato il coordinamento dell'intesa. Ed è con lui che si sono confrontati l'ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Luca Goretti, che ha lasciato l'incarico il 10 maggio, e il suo successore, Antonio Conserva. Entrambi convinti che non ci sia più tempo da perdere e che al momento non ci siano alternative a Musk.
La necessità di rinforzare i caccia nasce anche dalla facilità di intervenire su un sistema aereo già integrato con il Pentagono e con la tecnologia americana. I piani sono comuni e condivisi.
E Starlink, dicono, darà più velocità alla trasmissione dei dati da cielo a terra, e garantirà un raggio più esteso delle informazioni, anche quelle classificate. Resta, però, la domanda inevasa sulla sicurezza e sul controllo dei dati, e l'interrogativo su un contesto diventato nel frattempo estremamente più critico.
Satelliti Starlink puntini luminosi
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drone russo Shahed 136 con sistema di comunicazione starlink
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giornalisti si collegano da piazza san pietro grazie a starlink 2