
“SIAMO MINACCIATI, SOTTO LA MIA GUIDA FAREMO TUTTO IL POSSIBILE PER DIFENDERCI” – IL NUOVO CORSO DEL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, CHE INTENDE RIGUADAGNARE LA LEADERSHIP NELLA DIFESA DELL'EUROPA MINACCIATA DA PUTIN – LE POLEMICHE PER LE FRASI SUI MISSILI TAURUS (“NON CI SARANNO PIÙ LIMITAZIONI DI GITTATA PER LE ARMI CHE FORNIAMO”). MERZ CHIARISCE: “L'UCRAINA HA IL DIRITTO DI UTILIZZARE LE ARMI CHE RICEVE, ANCHE OLTRE I PROPRI CONFINI NAZIONALI, CONTRO OBIETTIVI MILITARI IN TERRITORIO RUSSO” – LE CRITICHE A ISRAELE, PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA TEDESCA DEL DOPOGUERRA...
Uski Audino per la Stampa - Estratti
VOLODYMYR ZELENSKY - FRIEDRICH MERZ
Acceleratore spinto sulla politica estera. È questo il nuovo corso del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che intende riguadagnare la leadership nella difesa dell'Europa minacciata da Putin e si azzarda a criticare Israele, per la prima volta nella storia tedesca del dopoguerra. Si tratta di un attivismo che è programmatico ma anche caratteriale, suggeriscono gli osservatori.
«Merz è un tipo impulsivo, complementare e opposto allo stile di Olaf Scholz», osserva la giornalista della redazione politica di Die Zeit, Marian Lau, autrice di un libro appena uscito su Merz. Quest'impulsività negli ultimi giorni ha generato onde telluriche nel centro dell'Europa. Un esempio sono le ultime dichiarazioni sulla fornitura di armi. Lunedì a Berlino il Bundeskanzler ha dichiarato che «sarà fatto tutto quello che è in nostro potere per continuare a sostenere l'Ucraina» e questo significa «che non ci saranno più limitazioni di gittata per le armi che forniamo».
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VOLODYMYR ZELENSKY - FRIEDRICH MERZ
Per capire la portata delle affermazioni di Friedrich Merz va premesso che in Germania il dibattito sulla fornitura di armi a lungo raggio e in particolare dei missili da crociera Taurus - di produzione tedesco-svedese - domina l'attenzione della pubblica opinione da almeno un anno e mezzo: prima come strumento di pressione sul governo Scholz, poi come tema elettorale.
Fino a quando il nuovo governo in carica, tre settimane fa, ha deciso di spegnere i riflettori, annunciando che per ragioni di sicurezza (e per evitare le pressioni di Mosca) non darà più informazioni sulla fornitura di armi. Una scelta che in molti hanno interpretato come la volontà di lasciarsi mano libera sui Taurus. Comprensibile quindi che la dichiarazione di Merz sia stata intesa come un'indiretta luce verde all'impiego dei missili.
Passate dodici ore e concluso il vertice con i Paesi nordici, Merz è tornato indietro - come dicono alcuni - o ha chiarito il senso delle sue parole - come sostengono altri.
In conferenza stampa a Helsinki ha ribadito la necessità dell'Europa di difendersi dalla Russia - «Siamo minacciati, ci difendiamo e sotto la mia guida faremo tutto il possibile per difenderci» - ma ha spiegato che con le parole del giorno prima ha «inteso descrivere qualcosa che accade già da mesi, cioè che l'Ucraina ha il diritto di utilizzare le armi che riceve - anche oltre i propri confini nazionali - contro obiettivi militari in territorio russo».
Berlino da circa un anno fornisce a Kiev obici semoventi PzH e lanciarazzi multipli Mars-II, che hanno rispettivamente una gittata di 56 e 85 chilometri.
Sono già utilizzati in territorio russo e non è un segreto. I Taurus invece hanno una gittata di 500 chilometri e sarebbero in grado di penetrare in profondità nel territorio russo. L'annuncio è rientrato, ed è probabile che non ne seguiranno altri. Intanto oggi a Berlino è atteso Volodymyr Zelensky per un incontro con Merz, durante il quale potrebbe essere concordato un nuovo pacchetto di misure per l'Ucraina.
friedrich merz e signora intronizzazione papa leone xiv
Accanto alla questione delle armi, il neo-cancelliere ha attirato su di sé l'attenzione per le dichiarazioni sul fronte più delicato della politica estera tedesca: Israele. «Non capisco più qual è l'obiettivo di quello che sta facendo l'esercito israeliano a Gaza» ha detto il cancelliere. «Coinvolgere la popolazione civile in questa misura, come sta accadendo sempre più spesso negli ultimi giorni, non può più essere giustificato da una lotta al terrorismo di Hamas», ha proseguito, ricordando che si tratta di una «violazione del diritto internazionale». Un'affermazione che in molti considerano un deciso cambio di passo nella politica tedesca su Israele.