
“GENOVA DIMOSTRA CHE LA DESTRA SI FA FORTE SOLO GRAZIE ALLA DIVISIONE DEL CAMPO PROGRESSISTA” – LA NEO-SINDACA DEL CAPOLUOGO LIGURE, SILVIA SALIS, LANCIA UN MESSAGGIO A SCHLEIN, CONTE E AGLI ALTRI LEADER DEL CAMPO LARGO: “IL CENTROSINISTRA UNITO PIÙ VINCERE QUALSIASI ELEZIONE, SIA A LIVELLO LOCALE CHE NAZIONALE. HA UNA QUALITÀ DI COMPETENZE CHE LA DESTRA NON PUÒ EGUAGLIARE” – LA REPLICA AI VARI TAJANI E GASPARRI CHE, PER ATTACCARLA, HANNO PARLATO DEL SUO ASPETTO FISICO: “NELLO SPORT C’È IL FAIR PLAY, IN CAMPAGNA ELETTORALE NON C’È STATO. UN ASSESSORE HA POSTATO UNA MIA FOTO IN COSTUME DA BAGNO CON…”
Estratto dell’articolo di Francesco Bei per “la Repubblica”
silvia salis selfie dopo la vittoria
Scende la sera su Genova liberata dal centrodestra dopo otto anni. La neosindaca Silvia Salis avanza su via Garibaldi con in braccio il piccolo Eugenio, alla testa di un corteo di centinaia di persone che intonano “Bella ciao”. Sembra il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, è la presa di palazzo Tursi. […]
Questa sua elezione è anche un messaggio a Giorgia Meloni, che è intervenuta al comizio finale a favore del suo avversario?
«Io sono qui per dare un messaggio a Genova, non al governo. Anzi, spero di incontrarla presto per capire come possiamo lavorare insieme per il bene della città».
Quando ha capito che l’aria a Genova stava cambiando?
«Si era capito già alle regionali dello scorso anno, quando a Genova il centrosinistra era finito avanti di otto punti. Una sonora bocciatura per l’amministrazione dell’allora sindaco Bucci. La città chiedeva di cambiare».
Ha dedicato la vittoria a suo padre. (Eugenio Salis è mancato a febbraio. Vecchio militante del Pci, era stato custode dell’impianto genovese di Villa Gentile dove la sindaca si allenava da ragazza. Ndr). Cosa le è più mancato di lui in questi mesi?
«Quello fra noi è stato un grande amore e il fatto che se ne sia andato pochi giorni prima dell’inizio della campagna elettorale è stato molto duro per me. Che dire? Ho pensato a lui ogni giorno, ogni giorno mi fermavo a pensare cosa avrebbe detto di questa o quella cosa che mi succedeva».
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Perché i genovesi si sono convinti a “provare” di nuovo il centrosinistra?
«Questa è una città che aveva bisogno di un vento nuovo, di scrollarsi di dosso tutto quello che ci avevano portato al disonore delle cronache. E poi ha pesato il senso di unione che ha dato questa coalizione fin dal primo giorno».
L’hanno molto attaccata sulle infrastrutture, perché nella sua maggioranza ci sarebbero i campioni del “partito del no” alle opere che servono a Genova. Li convincerà?
«La narrazione della destra è stata grossolana e la gente se n’è accorta. Noi diciamo sì alle infrastrutture che servono e ai grandi progetti già in corso. Poi diciamo che bisogna pensare subito anche a quelle che io chiamo le infrastrutture sociali».
RICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSE
Che sarebbero?
«Vanno bene le grandi opere, ma non bisogna essere distanti dalla quotidianità delle persone. Gli anziani devono essere assistiti, i bambini devono trovare posto negli asili, i marciapiedi devono essere puliti e le strade illuminate».
Si aspettava di vincere già al primo turno?
«Francamente sì, perché lo diceva l’aritmetica dei voti presi alle regionali. Ma gli altri mi dicevano, attenta, è presto per dirlo».
C’è una lezione che arriva da Genova per il centrosinistra?
«Non ho l’arroganza di parlare di “lezioni”, ma una riflessione bisogna farla ed è molto semplice. Il campo progressista, quando si concentra sulle cose che lo uniscono, che sono molte più di quelle che lo dividono, può vincere potenzialmente ovunque.
Genova dimostra che la destra si fa forte solo grazie alla non unione del campo progressista. Quando ci uniamo e si mettono a confronto le classi dirigenti nostre e quelle loro, non c’è storia».
È un messaggio di speranza anche per le politiche?
«Ripeto: il centrosinistra unito più vincere qualsiasi elezione, sia a livello locale che nazionale. Ha una qualità di competenze e una pluralità di punti di vista che la destra non può eguagliare».
Ha sentito Schlein e gli altri?
«Ho sentito Schlein, era contenta. Ma ho sentito anche Conte, Fratoianni e gli altri leader. Con tutti ho avuto rapporti costanti in campagna elettorale».
È stato più difficile vincere in politica o nello sport?
atonio tajani maurizio gasparri a villa taverna per la festa dell indipendenza usa
«Di sicuro in campagna elettorale è stato più difficile. Nello sport ci sono regole precise, c’è il fair play, il rispetto dell’avversario.
Tutte cose che non ho ritrovato in politica e mi sono arrabbiata parecchio. Ma mi ripetevo che quello che contava era il nostro modo di parlare, il nostro livello, i nostri toni, non il loro becerume».
Un esempio di becerume?
«C’è stato un assessore che ha postato una mia foto in costume da bagno con in braccio mio figlio senza nemmeno oscurargli il volto. Adesso che sono sindaca mi aspetto maggiore rispetto anche per il mio ruolo».