
IL PD È MESSO TALMENTE MALE CHE ANCHE LA MINORANZA È SPACCATA – IL SINDACO DI TORINO, STEFANO LO RUSSO, ROMPE IL FRONTE RIFORMISTA DEL PD SUI REFERENDUM: “VOTERÒ CINQUE SÌ” – NEI GIORNI SCORSI IL FRONTE MODERATO DEI DEM EX RENZIANI (GORI-GUERINI-PICIERNO-SENSI-MADIA-QUARTAPELLE) HA “SFIDUCIATO” LA SEGRETARIA, ELLY SCHLEIN, ANNUNCIANDO IL SÌ SOLO AI QUESITI SU CITTADINANZA E APPALTI, PER DIFENDERE IL JOBS ACT…
Estratto dell’articolo di Giulia Ricci per www.lastampa.it
«Con tanti altri amministratori lanceremo nei prossimi giorni un appello al voto perché il referendum non venga boicottato. Giusto mobilitarsi a prescindere da come la si pensi. Io? Voterò cinque sì». A spaccare il fronte riformista dentro il Partito democratico è Stefano Lo Russo, sindaco di Torino e vicepresidente dell’Anci.
Nei giorni scorsi, in una lettera aperta, il fronte formato da Giorgio Gori, Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Pina Picierno, Lia Quartapelle e Filippo Sensi ha «sfiduciato» la segretaria Elly Schlein: «Voteremo sì al referendum sulla cittadinanza e sì al quesito sulle imprese appaltanti, ma non gli altri tre quesiti, perché la condizione del lavoro in Italia passa dal futuro, non da una sterile resa dei conti con il passato».
Una difesa del vecchio Jobs act da parte degli ex renziani, che in parte anche Lo Russo condivide nel merito: «Ho qualche perplessità su quei tre quesiti, ma voterò comunque sì a tutti e cinque per il significato politico che ha questa mobilitazione, per dare forza al Pd e alla sua segretaria, che sta conducendo una partita complessa e sfidante nelle dinamica della politica nazionale».
Non è la prima volta che il sindaco di Torino, riformista convinto, ribadisce la propria fedeltà alla leader Elly Schlein - consapevole, forse, che anche da lei potrebbe dipendere la sua futura ricandidatura.
Ma nelle sue parole, dette a margine del Salone del Libro dopo il discorso su «lavoro equo» e «giustizia sociale» da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c’è una precisa volontà politica: «Se l’esito del referendum, come auspico, sarà positivo - continua - questo sarà da stimolo al Parlamento per rimettere al centro dell’agenda politica di questo Paese il tema del lavoro».
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