
“QUELLA DEL CENTROSINISTRA E DELLA CGIL AL REFERENDUM RESTA UNA SCONFITTA E I TENTATIVI DI TRASFORMARLA IN UNA MEZZA VITTORIA (“MANCAVA POCO”, “IL GOVERNO NON POTRÀ NON TENERNE CONTO”) NON STANNO IN PIEDI” – SORGI: “E’ UN RISULTATO DIFFICILE DA MASTICARE E DIGERIRE. NÉ I BALLOTTAGGI DELLE CITTÀ BASTERANNO A CONSOLARSI. IN QUESTE CONDIZIONI, È POSSIBILE CHE UN CENTROSINISTRA TROVI IL MODO DI SIGLARE UN ACCORDO NAZIONALE PER CORRERE UNITO ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI POLITICHE. MA CHE RISULTI COMPETITIVO, O ADDIRITTURA VINCENTE RISPETTO AL CENTRODESTRA, SARÀ DA VEDERE"
Marcello Sorgi per “la Stampa” - Estratti
Eppur si muove. Non fraintendiamo, però.
La sconfitta della Cgil e del centrosinistra al referendum è e resta una sconfitta, e i tentativi di trasformarla in una mezza vittoria («Mancava poco», «Il governo non potrà non tenerne conto» e così via) non stanno in piedi.
Ha votato più o meno il 30 per cento dell'elettorato, oltre 13 milioni, il 70%, cioè i restanti 30, no. Siamo lontani dalla famosa consultazione del 1999 in cui mancarono ventimila elettori per la validità prevista, del 50 per cento più uno. Il cemento che ha unito e diviso venerdì e sabato alle manifestazioni per Gaza e Israele non è stato sufficiente per ottenere il quorum. Il gran numero - non sempre grande - di "sì" venuti fuori dalle urne non servirà a cancellare la durezza di un risultato difficile da masticare e digerire. Né i ballottaggi delle città basteranno a consolarsi.
IL CORTOCIRCUITO DEL PD SUI REFERENDUM - ELLY SCHLEIN
(...) Inoltre, sempre sottovoce, si ascoltano spiegazioni tipo «gli elettori delle città hanno risposto bene, nel Sud e nelle isole si sapeva…». Sbagliato. Che nelle metropoli il centrosinistra fosse più presente si sapeva. Il sondaggio che andrebbe fatto è all'interno dell'elettorato che è rimasto a casa o è andato al mare.
E non lo ha fatto certo per la campagna astensionista di Meloni, Salvini, Tajani, La Russa e insomma del centrodestra, che semmai ha ottenuto l'effetto opposto e sulla quale, si può star certi, al di là delle cose che dicono i suoi esponenti, cantando impropriamente vittoria, il governo sta già riflettendo.
Come dimostra la brusca inversione di rotta sul terzo mandato nelle regioni, adottata non solo per tenere insieme una coalizione logorata - è evidente - da quasi tre anni al potere che hanno avvantaggiato solo il partito della premier, ma anche per complicare la vita a un'opposizione che parte ben piazzata per le elezioni regionali del prossimo autunno, in cui saranno richiamati al voto 17 milioni di cittadini (e vediamo quanti se ne presenteranno).
elly schlein vota per i cinque referendum
Gli elettori astensionisti infatti non sono solo di centrodestra. Sono anche - il suddetto sondaggio lo dimostrerebbe - di centrosinistra. Gente che, soprattutto nei piccoli centri dove il confronto con la realtà è diretto e non avviene solo attraverso la tv o i social, non ha capito perché lo stesso centrosinistra, prima fa una riforma e poi cerca di rimangiarsela con un referendum. Gente che sull'immigrazione non ha le stesse posizioni di Landini e Schlein, e non è poi così favorevole ad accorciare i termini per la cittadinanza (lo dimostra anche il divario tra i voti sul lavoro e sull'immigrazione), perché una parte degli immigrati irregolari che spesso ciondolano per le strade dei paesi gli complica la vita.
Gente che non sempre distingue facilmente tra migranti regolari, che si comportano bene e cercano di integrarsi, e irregolari da cui origina spesso la piccola e non tanto piccola criminalità. Sono cose complicate da spiegare, specialmente agli anziani che sono la maggior parte di quelli che ancora sentono il voto come un dovere e si recano ai seggi (ecco un altro sondaggio, semplice, che si potrebbe fare, sul perché).
elly schlein vota al referendum - foto lapresse
Ma di questi argomenti, di queste evidenti verità che ciascuno di coloro - privilegiati, se si vuole - che hanno una casa al mare o in campagna hanno potuto constatare, nella domenica elettorale appena passata, si può star sicuri, non si sentirà parlare. Il referendum, dal centrosinistra sconfitto, sarà archiviato come una quasi vittoria e poi rapidamente dimenticato, senza approfondire i segnali che ha dato. Il terzo mandato sarà fatto approvare a colpi di fiducia dal centrodestra in Parlamento tra grida di ostruzionismo e magari scontri fisici nelle aule, come avviene ormai abitualmente e com'è nello stile parlamentare di questa legislatura.
E di un'opposizione che non riflette sul fatto che esistono città e regioni con sindaci e governatori di centrosinistra che gli elettori della stessa parte vedrebbero volentieri continuare il loro lavoro, perché hanno dimostrato di saperlo fare, e non capiranno invece perché chi li ha candidati li ha mandati a casa, per sostituirli con facce nuove che magari rischieranno di perdere.
In queste condizioni, è possibile che un centrosinistra che ha dimostrato di esistere negli ultimi giorni - appunto si diceva: eppur si muove - trovi il modo di siglare un accordo nazionale per correre unito alla vigilia delle elezioni politiche. Ma che risulti competitivo o addirittura vincente rispetto al centrodestra, con tutti i suoi limiti, sarà da vedere.
GIUSEPPE CONTE - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - ANGELO BONELLI - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE - FOTO LAPRESSE
ELLY SCHLEIN SUL PALCO - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE -
ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - GIUSEPPE CONTE - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE