
"TEMEVAMO IL TRAPPOLONE DEI COMPAGNI" - UN ESPONENTE ANONIMO DEL GOVERNO RIVELA PERCHÉ LA DESTRA HA DISERTATO IL RED CARPET DELLA 70ESIMA EDIZIONE DEI DAVID DI DONATELLO - IERI A CINECITTÀ NON SI È VISTO ALESSANDRO GIULI, GIÀ SBERTUCCIATO IN MATTINATA DA GEPPI CUCCIARI AL QUIRINALE. A FARE LE VECI DEL MINISTRO C’ERA LA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI, INSIEME AI COMPAGNI DI PARTITO CECCARDI E DURIGON - L’UNICO FRATELLO D'ITALIA A PALESARSI È IL COLLEZIONATORE DI SOUBRETTE GIMMI CANGIANO - LA STOCCATA DI PUPI AVATI ALLA BORGONZONI: "I DAVID SONO BELLI MA NON ASSOMIGLIANO AL CINEMA ITALIANO. QUI C'È L'OPULENZA, IL CINEMA È FATTO DI PICCOLE SOCIETÀ CHE FANNO FATICA. APPLAUDI OH! NON APPLAUDI?" - VIDEO
Pupi Avati a Borgonzoni (Lega): "Il David è bello ma non assomiglia al cinema italiano. Qui c'è l'opulenza, il cinema è fatto di piccole società che fanno fatica. Applaudi oh! Non applaudi?" Borgonzoni e Ceccardi due statue di sale #David70 pic.twitter.com/pjLEznCcdU
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) May 7, 2025
Estratto dell'articolo di Lorenzo De Cicco per www.repubblica.it
“La verità? Temevamo il trappolone dei compagni”, confida un esponente del governo che questo mondo un po’ lo bazzica, non sempre di buon grado. Teatro 5 di Cinecittà, premiazioni dei David di Donatello, la destra che spadroneggia sulla cassa del cinema e sogna da due anni e mezzo di smantellare la famigerata “egemonia de sinistra” sul red carpet si vede pochino. Il ministro Alessandro Giuli non compare.
E stavolta non c’è nemmeno il pugnace presidente della commissione Cultura di Montecitorio, Federico Mollicone, che di solito si presta: è in viaggio verso Venezia per la Biennale. L’unico “Fratello” che non dà forfait è Gimmi Cangiano, deputato, noto alle cronache rosa per i flirt con Valeria Marini e con l’ex Miss Italia Denny Mendez, uno insomma che la mondanità in genere non la scansa.
A fare le veci di Giuli c’è la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni, in tasca la delega per il cinema dai tempi di Sangiuliano. Tocca a lei, in prima fila, prendersi le sberle che menano dal palco sui piani del governo. Le dà man forte, con sorriso sfingeo persino nei momenti più tetri, l’eurodeputata ultrá del salvinismo, Susanna Ceccardi, più avvezza alle gaffe che alla Trilogia di Antonioni. Accanto alla vincitrice del premio miglior attrice, Tecla Insolia, si accomoda invece il sottosegretario al Lavoro (e potente vice di Salvini nella Lega) Claudio Durigon, di fianco alla consorte cinefila.
alessandro giuli - cerimonia david di donatello
A spiazzare quel poco di destra presente, ma soprattutto quella che ha buttato un occhio alla serata davanti alla tivvù, le punzecchiate di Pupi Avati, che di sinistra certo non è, anzi spesso ha calcato il palco di Atreju, tessendo le lodi di Giorgia Meloni. E invece stavolta va così: “Volevo dire un’ultima cosa alla senatrice Borgonzoni, che è andata via? Ah no, perché non è andata via?”. Sorrisi stiracchiati dalla prima fila. “La cosa di Cinema Revolution (cioè il progetto dell’esecutivo) è carina, ma serve qualcosa di più”. Applausi della platea (“dei compagni”, direbbe FdI).
“La cosa dei David è meravigliosa, però Lucia non assomiglia al cinema italiano, qui c’è l’opulenza, mentre le società, soprattutto le piccole indipendenti, fanno una fatica pazzesca”. [...]
La destra invece si contorce dietro le quinte. Nessuno replica al regista amico. Ma un po’ di spaesamento c’è. Perché la batteria di interventi su Gaza se l’aspettavano - gli orecchini stile Palestina di Jasmine Trinca, l’appello di Elio Germano, che attacca pure Giuli - ma da “Pupi” forse no. E allora mentre Mollicone se la prende con le “pretese maoiste” di Germano, in un angolo della Camera Giovanni Donzelli su Avati scrolla le spalle: “Niente di politico, credo parlasse del tax credit”. [...]
antonio avati pupi avati
denny mendez gimmy cangiano
pupi avati
susanna ceccardi al parlamento europeo