fabrizio borra pantani jovanotti

“BISOGNA CURARE L’ANIMA PRIMA ANCORA CHE IL CORPO”- SE NE VA A 64 ANNI FABRIZIO BORRA, IL FISIOTERAPISTA DI PANTANI, ALONSO, TAMBERI, POGACAR E…JOVANOTTI - È STATO UNA FIGURA-CHIAVE PER IL RECUPERO DEL "PIRATA" PANTANI DOPO L'INCIDENTE ALLA MILANO-TORINO, (“DICONO CHE IO ABBIA AIUTATO MARCO, MA ANCHE LUI HA INSEGNATO TANTO A ME”). A LUI SI SONO RIVOLTI ANCHE TANTI ALTRI BIG DELLO SPORT E DELLA MUSICA COMPRESO JOVANOTTI – “È BORRA CHE MI TIENE IN PIEDI SUL PALCO. È UNA LEGGENDA, IL PIÙ GRANDE DI TUTTI"

Luca Gialanella per gazzetta.it

 

fabrizio borra

Bisogna curare l’anima prima ancora che il corpo, ripeteva Fabrizio Borra dopo aver incontrato Marco Pantani a novembre 1995. Marco non era ancora il Pirata, era l’Elefantino romagnolo che aveva appena fatto impazzire i tifosi al Giro d’Italia 1994 sul Mortirolo e sull’Alpe d’Huez al Tour 1995, ma adesso si prendeva con le mani la gamba sinistra, guardava la frattura composta di tibia e perone e le viti, fissate esterne alla gamba, che gli tenevano insieme i pezzi.

 

Non sconsolato, mai, ma determinato a trovare la via d’uscita per tornare a fare quello che gli riusciva meglio: il corridore, lo scalatore. L’operazione era andata benissimo, al Centro traumatologico ortopedico di Torino il professor Cartasegna gli aveva rimesso in asse la gamba sinistra dopo l’incidente della Milano-Torino, così bene che dopo neanche due anni Pantani sarebbe tornato a volare in montagna. Ma nell’inverno tra il 1995 e 1996 Marco era lì con tutti i suoi dubbi, una riabilitazione difficile, un recupero che aveva soprattutto tante incognite. E allora nella sua vita entra Fabrizio Borra, bresciano che si era trasferito a Forlì nel 1990.

 

fabrizio borra pantani jovanotti

Borra non era un massofisioterapista, ma molto di più: aveva aperto un centro di fisiologia internazionale. Un precursore nel suo lavoro, perché aveva assorbito e portato in Italia i metodi americani e il concetto che prevenire era sempre meglio che curare. Le pareti del suo Medical Center tappezzate con le maglie lasciate dai cestisti McAdoo, Kukoc, Myers, Bonora e con il 32 di Magic Johnson. E poi le foto dei piloti di F1, a cominciare da Alonso, e moto, perché Borra aveva lavorato con il dottor Costa, l’inventore della Clinica Mobile. Ma tra le sue mani sono passati anche personaggi dello spettacolo come Jovanotti.

 

 

È questo il mondo in cui entra Pantani. Borra lo conosceva bene, sapeva chi fosse sin da quando Pantani, ragazzino, riusciva a restare in allenamento nella scia dei professionisti della zona, da Cassani a Conti, ma capì subito che sarebbe servito altro: empatia, fiducia, entrare nel cuore devastato di un ragazzo di 25 anni che non sapeva se potesse esserci ancora un futuro, per lui, in sella. Pantani, con papà Paolo, da Cesenatico a Forlì in macchina. Le sedute in piscina, la gamba sinistra e il fissatore con le viti protetti da una speciale imbracatura di plastica, gli esercizi in acqua dove non c’è resistenza. Ore e ore, ricordava Marco. La sua forza di volontà era pari al talento, perché non si può capire quel gesto dell’anellino toltosi dal naso nel momento del massimo sforzo sulla salita di Montecampione contro Tonkov al Giro 1998 se non si torna indietro all’acqua azzurra del centro di Borra, ai giorni bui di Forlì, con la speranza, chissà, di poter tornare.

fabrizio borra jovanotti

 

 

Fisico e mente, ripeteva Borra: "Dicono che io abbia aiutato Marco, ma anche lui ha insegnato tanto a me", ci confidava. Mai in prima fila, mai abituato a prendersi la ribalta con i suoi campioni. Pantani arriva da Borra a inizio novembre 1995 e fino a giugno 1996 frequenta il suo centro di riabilitazione. Così diceva Marco: "Borra mi consiglia che cosa fare e che cosa non fare. Da sabato scorso vado in piscina cinque volte alla settimana: praticamente tutti i giorni fuorché sabato e domenica. Resto in acqua almeno un'ora e mezzo-due ore ogni volta con un giubbetto che mi tiene a galla.

 

La gamba sinistra è infilata dentro un sacco di plastica e, in assenza di carico, corro su e giù per la vasca a più non posso. In acqua si resta almeno dieci battiti cardiaci al di sotto di quel che capita in bicicletta e io raggiungo i 185 battiti: quindi fatico davvero", spiegava. Il giubbetto lo teneva a galla e quindi Pantani poteva simulare la corsa in acqua senza toccare sul fondo della piscina con i piedi, perché avrebbe potuto appoggiare soltanto il destro. "Muovo bene tutte e due le gambe, ma dovrò tener sollevata la sinistra sino a quando non si sarà formato il callo", sottolineava. La fiducia cresceva giorno dopo giorno, è in quelle ore di lavori forzati che nascerà il Pirata.

 

 Poi sono arrivati Alonso, Tamberi, anche lui reduce da infortuni gravissimi, Pogacar. Fabrizio Borra ci ha lasciato stamattina a Forlì, a 64 anni, vinto dalla malattia. E lo ricordiamo con le parole di Jovanotti, che fu proprio Pantani a presentare al fisioterapista: "È Borra che mi tiene in piedi sul palco. È una leggenda, il più grande di tutti".

fabrizio borra jovanotti

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