
DIETRO LE DIMISSIONI DI PALLADINO DA ALLENATORE DELLA FIORENTINA, CI SAREBBERO LE CONTESTAZIONI DI UNA PIAZZA POCO INCLINE AD ACCONTENTARSI (IL SESTO POSTO IN CAMPIONATO È COMUNQUE IL MIGLIOR SCORE VIOLA NEGLI ULTIMI 11 ANNI), LE TENSIONI CON IL DS PRADE’ E LE SIRENE DEL MERCATO - L’ATALANTA (SE FOSSE CONFERMATO L’ADDIO DI GASPERINI) POTREBBE PENSARE SERIAMENTE ALL’EX TECNICO DEL MONZA SCOPERTO DA BERLUSCONI...
Leonardo Bardazzi per corriere.it - Estratti
Una telefonata per dirsi addio. Raffaele Palladino ha chiamato mercoledì mattina (28 maggio) i dirigenti della Fiorentina per comunicare l’intenzione di dimettersi da allenatore viola.
All’origine della clamorosa rottura - a poche ore dalla conferenza stampa nella quale il patron Commisso lo aveva definito «un figlio» - ci sarebbe la contestazione della curva Fiesole e le pressioni di una piazza poco incline ad accontentarsi di posizioni di rincalzo in classifica.
Al momento non ci sarebbe stato lo scambio di documenti formale per le dimissioni, ma dopo un tentativo del d.s. Pradè, i margini per ricucire lo strappo sarebbero ridotti al lumicino.
Palladino, giunto sesto in campionato con 65 punti (miglior score viola negli ultimi 11 anni), ha comunque mercato, tanto che l’Atalanta (se fosse confermato l’addio di Gasperini) potrebbe pensarci seriamente.
La notizia ha colto di sorpresa anche la Fiorentina, che appena qualche giorno fa gli aveva prolungato il contratto fino al 2027 (nonostante qualche divergenza tecnica con l’allenatore, specie sull’utilizzo di Gudmundsson) e rinnovato la fiducia a più riprese. Con il club anzi era già stato programmato il ritiro estivo, le amichevoli e ovviamente la strategia da tenere sul mercato, con l’obiettivo dichiarato di provare a migliorare la squadra e tenere i più forti (Kean in primis).
Il mancato supporto dell’ambiente (e le lusinghe di mercato) ha però ha giocato un ruolo fondamentale nella vicenda, al punto da convincere Palladino di lasciare l’incarico: «Salta la panchina» gli aveva urlato la Fiorentina nell’ultima partita interna della stagione, mentre a Udine, dopo la qualificazione europea della squadra, la tifoseria aveva cantato «Meritiamo di più».
Arrivato quest’estate dopo la buona esperienza al Monza, Palladino, 41 anni, è stato fondamentale per l’arrivo di uomini chiave come Kean e De Gea ma ha iniziato con grandi difficoltà la sua avventura viola (nei playoff di Conference si qualificò solo grazie ai rigori), salvo poi ingranare la quinta con quel filotto di otto vittorie di fila da settembre in poi entrato nella storia del club.
Il grave malore di Bove del primo dicembre ha interrotto l’idillio e la sua Fiorentina, a inizio 2025, è entrata sempre più in crisi. Il finale, con la qualificazione alla Conference ottenuta in extremis ai danni della Lazio, non ha cancellato le perplessità intorno al gioco della squadra mai troppo convincente agli occhi della tifoseria, al punto da spingere Commisso a difendere il proprio allenatore anche a costo di criticare il pubblico («La curva non può dirci come lavorare»).
raffaele palladino
daniele prade foto di bacco
rocco commisso
raffaele palladino
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