
“COS'HA RIFIUTATO CLAUDIO RANIERI? IL CONFLITTO DI INTERESSI” – FRANCESCO MERLO SUL “NO” DI “SOR CLAUDIO” ALLA PANCHINA DELLA NAZIONALE: “A 73 ANNI HA RIFIUTATO IL GIOVANILISMO, CHE È UNA MALATTIA ITALIANA, IL PEGGIORE VEZZO DELLA VECCHIAIA, CHE TI FA IGNORARE I TUOI LIMITI E, NELLO SPORT, NELLO SPETTACOLO, NELLA POLITICA… INVECE DI ESALTARTI IN RUOLI DI SAGGEZZA, COM'È APPUNTO LA CONSULENZA DI RANIERI ALLA ROMA, TI MORTIFICA IN RUOLI DA VIAGRA E DENTIERE IN FORMA SMAGLIANTE. RANIERI, ROMANO DEL TESTACCIO, HA ANTEPOSTO LA ROMA ALLA NAZIONALE, LA PICCOLA PATRIA ALLA PATRIA. SI PUÒ DUNQUE DIRE CHE RANIERI È STATO ANTIPATRIOTTICO, AGGIUNGENDO PERÒ CHE NON SI PUÒ IMPORRE L'AMOR DI PATRIA: NON LO SI INVENTA. E CREDO CHE, IN MAGGIORANZA, SOMIGLIAMO TUTTI A RANIERI, CORE DE ROMA PRIMA CHE ITALIANO”
Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”
Caro Merlo, il mitico Claudio Ranieri ha rifiutato di allenare la Nazionale. Avrebbe potuto continuare a fare il consulente della Roma, ma non ha accettato il doppio incarico. Secondo lei era più eroico accettare o rifiutare?
Laura Traverso, Genova
Risposta di Francesco Merlo
Lasciando perdere l'eroismo, del quale, come si sa, è bene non avere bisogno, non salva mai la patria chi accetta il ruolo di Salvatore della Patria. Cos'ha rifiutato Ranieri? Ha rifiutato il conflitto di interessi che prima era uno scandalo italiano e che ora Trump ha trasformato in normalità, in sistema.
A 73 anni Ranieri ha rifiutato anche il giovanilismo, che è un'altra malattia italiana, il peggiore vezzo della vecchiaia, che ti fa ignorare i tuoi limiti e, nello sport, nello spettacolo, nella politica… invece di esaltarti in ruoli di saggezza, com'è appunto la consulenza di Ranieri alla Roma (l'allenatore è Gasperini), ti mortifica in ruoli da viagra e dentiere in forma smagliante, con la tecnologia della maschera e l'estetica dell'Avatar. Infine, Ranieri, romano del Testaccio, ha anteposto la Roma alla Nazionale, la piccola patria alla Patria, il nativismo alla bandiera.
Ha scelto la Matria, traduzione dal tedesco Mutterland, terra della madre, che il grande visionario e reazionario Jünger contrapponeva alla Vaterland, terra del padre. C'è una sterminata bibliografia sullo sport che usa il linguaggio della guerra — l'attacco, la difesa, lo sfondamento... — è un addestramento alla guerra e di tanto in tanto finisce in guerra vera, con feriti, morti e distruzioni.
Ma se lo sport è simulazione di guerra, bisogna allora ammettere che il patriottismo è un valore sportivo, come dimostrano le bandiere nazionali sventolate dai tifosi in festa. Si può dunque dire che Ranieri è stato antipatriottico, aggiungendo però che non si può imporre l'amor di patria: non lo si inventa. E credo che, in maggioranza, somigliamo tutti a Ranieri, core de Roma prima che italiano.
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