
FUGA DA ALCARAZ! SINNER HA PRESO UNA BELLA MAZZATA A PARIGI: DOPO LA SCONFITTA CON LO SPAGNOLO, SUA BESTIA NERA, IL NUMERO 1 DEL MONDO SI RIFUGIA IN VAL PUSTERIA PER SMALTIRE LA DELUSIONE: "LA FAMIGLIA MI AIUTERÀ, HO BISOGNO DI TEMPO". UNA SETTIMANA DI SCARICO PRIMA DI PRENDERE UN AEREO PER HALLE, GERMANIA, DOVE LA PROSSIMA SETTIMANA JANNIK PARTECIPA ALL'ATP 500 E DIFENDE IL TITOLO DEL 2024: “MI SERVE PRENDERE CONFIDENZA CON L'ERBA, IN VISTA DI WIMBLEDON” (SINNER RESTERA’ NUMERO 1 DEL MONDO COMUNQUE VADA A FINIRE IL TORNEO INGLESE)
Massimo Calandri per “la Repubblica” - Estratti
Haus Sinner. Si è rifugiato dai genitori a Sesto, nell'albergo della Val Pusteria dove è cresciuto e dove lo aspettava il padre, Hanspeter, rimasto a condurre la struttura. Mamma Siglinde era a Parigi con lui, attraverso le sue reazioni in tribuna la tv ha fatto un racconto parallelo della finale persa al super tie-break con Carlos Alcaraz.
«La famiglia mi aiuterà. Ho bisogno di un po' di tempo per me: vedere i miei, stare un po' con loro. La vita a volte dà, e a volte prende: adesso per me è arrivato il momento di prendere qualcosa».
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Tornare alla normalità, prima di prendere un aereo per Halle, Germania, dove la prossima settimana Jannik partecipa all'Atp 500 e difende il titolo del 2024, il primo in carriera su questa superficie.
«Mi serve prendere confidenza con l'erba, in vista di Wimbledon».
Nel torneo londinese, che comincia lunedì 30 giugno, sarà ancora il numero 1 mondiale e lo resterà comunque vada a finire lo Slam: anche in caso di vittoria di Alcaraz e di sua uscita al primo turno. Sui prati tedeschi, Jannik deve difendere i 500 punti della vittoria dello scorso anno. L'altro potrebbe invece prendersi i 500 punti del Queen's, dove giocherà da lunedì: però nel 2024 ha vinto a Wimbledon e nella miglior delle ipotesi non può migliorare il punteggio, mentre l'azzurro allora arrivò ai quarti e quindi rischia al massimo un –400.
Insomma: se anche tutto andrà a rotoli nel prossimo mese, Sinner manterrà comunque un vantaggio di 580 punti. Domenica aveva festeggiato un anno esatto in cima al mondo, da ieri è cominciata la settimana numero 53: arriverà sicuramente a 58 come minimo, raggiungendo nella classifica di tutti i tempi l'americano Jim Courier. Carlitos invece rimane il numero 2, a Londra sarà dall'altra parte del tabellone: in caso di prossima rivincita, sarà solo in finale. Lo spagnolo ieri ha disertato l'appuntamento in Place de la Concorde per le fotografie di rito con la Coppa dei Moschettieri. Subito dopo la finale vinta aveva detto che avrebbe festeggiato alla grande con i tanti amici venuti da Murcia. Deve essere stato di parola.
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SI APRE UNA NUOVA ERA
Marco Imarisio per il “Corriere della Sera” - Estratti
Dopo queste cinque ore e ventinove minuti, si entra nella storia dall’ingresso principale, anche se sei lo sconfitto. Questo Roland Garros indimenticabile va in archivio, e con lui la benedetta stagione sulla terra rossa. Ma sta arrivando l’erba di Wimbledon. Il paradiso del tennis sta in un punto indefinito tra Parigi e Londra.
1)La finale più bella? È un esercizio che stanno facendo tutti, come un cambio di stagione nel proprio armadio dei ricordi. C’è da sistemare la classifica delle più belle finali Slam. Già questo basterebbe a spiegare perché i rimpianti di Jannik Sinner si trasformeranno in semplici ricordi: ben presto, ci toccherà aggiornare nuovamente l’elenco. A ognuno la sua scelta. Wimbledon del 2019, Djokovic batte Federer, perché mai la posta in palio fu più alta. Oppure Wimbledon 2008, Nadal batte Federer, perché fu passaggio della torcia tra due grandi rivali, uno spartiacque.
Ma la cosa più vicina per intensità a Sinner-Alcaraz è stata la finale dell’Open d’Australia, anno 2012, Djokovic batte Nadal. La più lunga e brutale di sempre. Corse folli, scambi terrificanti. E soprattutto, i due giocatori che con la loro rivalità avrebbero poi dominato il decennio seguente.
2) Il momento Alcaraz Con abbondante uso del senno di poi, si può dire che Jannik perde la finale perché giustamente tenta di vincerla.
Scusandoci per il paradosso: sul 6-5 in suo favore del quinto set, servizio Alcaraz, il campione italiano ha miracolosamente riguadagnato l’inerzia del match. È l’unico momento in cui il suo fenomenale avversario appare scarico. Jannik sente il momento, e spinge. Alcaraz si salva con un recupero sovrannaturale e un colpo vincente. Sono i tuoni che annunciano il temporale.
Quella iniezione di fiducia porta lo spagnolo a giocare il super tie-break in una trance agonistica accessibile solo a lui. Sia ben chiaro, non è una critica, ma una constatazione a futura memoria: con i momenti di erezione tecnico-agonistica di Carlitos dovremo convivere ancora a lungo.
3) I Big Two L’erba di Londra rende ancora più intrigante l’attesa.
Perché è l’unica superficie sulla quale entrambi possono perdere da avversari diversi da loro due. Nessuno pensi che per via della superficie veloce Jannik sia favorito: quando c’è da scivolare, come sulla terra e sul verde, lo spagnolo conserva un leggero vantaggio. Sul cemento, è un altro discorso e un altro tennis. Ma chi legge la finale di Parigi vedendoci la conferma di un tabù-Alcaraz da parte di Sinner, sbaglia. Alla loro età, i precedenti contano poco. Le differenze sono minime, e se c’era, lo scarto si è assottigliato a favore dell’italiano.
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JANNIK SINNER
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