
LA VERITÀ È CHE DELLA NAZIONALE NON FREGA NIENTE A NESSUNO. IN PRIMO LUOGO AI CALCIATORI - L’ATTO DI ACCUSA DI SPALLETTI NEI CONFRONTI DEGLI AZZURRI: “NON È POSSIBILE CHE SU 25 GIOCATORI CE NE SIANO 18 CON PROBLEMINI E DOLORINI”. LA NAZIONALE È VISSUTA CULTURALMENTE COME UN PESO. SE ABBIAMO SALTATO DUE MONDIALI, UN MOTIVO C’È. IL FASCINO DELLA MAGLIA AZZURRA NON ESISTE PIÙ. GIGI RIVA I SUOI DUE TERRIBILI INFORTUNI LI HA AVUTI IN NAZIONALE – OGGI A OGNI RITIRO AZZURRO C’E’ LA MESSA SCALZA DI QUELLI CHE SI PRESENTANO IN INFERMERIA PER TORNARE A CASA. ALL’ESTERO NON E’ COSI’… - DAGOREPORT
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Massimiliano Gallo per ilnapolista.it - Estratti
Luciano Spalletti saluta in lacrime e nel momento dell’addio rispolvera il suo essere toscanaccio e apre uno squarcio sui calciatori: «Non è possibile che su 25 giocatori ce ne siano 18 con problemini e dolorini». E aggiunge che chi rifiuta la maglia azzurra non dovrebbe essere più convocato.
Troppo tardi ha deciso di essere sé stesso. Meglio questa versione rispetto a quella ecumenica o di educatore. Gli sarà utile per la prossima esperienza. Con tutti i suoi errori, almeno Spalletti ci teneva alla Nazionale. Che è vissuta culturalmente come un peso. Se abbiamo saltato due Mondiali, e tra poco forse tre, un motivo ci sarà. La Nazionale va bene solo quando vince, altrimenti se ne può fare a mano. Più di italiani di così, si muore.
Il no di Ranieri è solo l’ultimo atto. Che non si può comprendere se non si prova a comprendere Roma e il romanismo. Non è casuale che Ranieri abbia autorizzato Zazzaroni a pubblicare il suo messaggio privato. Perché Ranieri, per vivere tranquillo a Roma, quelle parole doveva far circolare: “Se avessi voluto continuare, non avremmo preso Gasperini. Voglio pensare solo alla Roma”.
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Roma e il romanismo sono un condensato di follia (chi non conosce l’ambiente, mai potrà comprenderlo) ma la verità è che la Nazionale è un peso ovunque. Per i tifosi del Napoli come per quelli della Juventus, dell’Inter e altri. È riemersa la natura del Paese. È l’Italia dei comuni.
La parcellizzazione. Piccoli staterelli, ciascuno guarda al proprio ombelico. Il fascino della maglia azzurra non esiste più. Gigi Riva i suoi due terribili infortuni li ha avuti in Nazionale. È un tempo lontano.
Prima che qualcuno ci accusi di nazionalismo, come se fosse un reato, ricordiamo che all’estero la Nazionale è una cosa seria. In Germania la allena Nagelsmann. In Francia Deschamps. In Inghilterra Tuchel. In Spagna c’era Luis Enrique. Non ci pare che all’estero a ogni convocazione ci sia la messa scalza di quelli che si presentano in infermeria per tornare a casa.
Ci pare inutile provare a far comprendere che l’indebolimento della squadra Italia ha conseguenze sull’intero sistema. L’Italia fuori dal terzo Mondiale di fila depotenzia anche il nostro campionato. Ma sarebbero parole inutili. Bisogna prendere atto della realtà. E nonostante i disastri di Gravina, la politica a nostro avviso è solo un riflesso. Come sempre accade.
La Nazionale è un peso. Agli italiani piace solo vincere. Se c’è Sinner, siamo tennisti. Se c’è Luna Rossa, siamo esperti di vela. Fin quando l’Italia del calcio era una certezza, andava bene. Ora che si naviga nei bassifondi, possiamo tornare a quel che ci interessa veramente: gli affari di casa nostra.
luciano spalletti
luciano spalletti - norvegia italia
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norvegia italia spalletti
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