
DOPO LA CANCELLAZIONE DEL GP DI IMOLA, ANCHE IL GRAN PREMIO DI MONZA E' A RISCHIO: L'ITALIA, PATRIA DELLA FERRARI, PUO' FINIRE FUORI PISTA – NELLA LETTERA INVIATA AL GOVERNO DAL CEO DELLA FORMULA 1, STEFANO DOMENICALI, SI PARLAVA DI "ALTA PREOCCUPAZIONE" IN MERITO ALL'ORGANIZZAZIONE FUTURA DEL GP D'ITALIA SPECIE DOPO LA DECADENZA DELL'EX PRESIDENTE DELL'AUTOMOBILE CLUB ITALIA (ACI), ANGELO STICCHI DAMIANI – SULLA QUESTIONE INTERVIENE ANCHE IL PRESIDENTE DEL CONI MALAGO’: “NON PENSO CI SIA STATO UN NESSO CON LE VICENDE DELL'ACI MA STICCHI DAMIANI A LIVELLO INTERNAZIONALE AVEVA LAVORATO IN MODO INCREDIBILE...”
Malagò, grazie a Sticchi Damiani Imola era eccezione, spero torni gp
(LaPresse) - "Non penso ci sia stato un nesso direttamente collegato con le vicende dell'Aci, sicuramente Sticchi Damiani a livello internazionale aveva lavorato in maniera incredibile, vedi Imola ai tempi del Covid, per mantenere quella che oggettivamente era una eccezione".
Così a LaPresse il presidente del Coni, Giovanni Malagò in merito alla decisione della Fia di cancellare dal calendario 2026 il Gp di Imola. Stefano Domenicali, ad della F1, e il presidente della Fia, Mohammed Ahmad Sultan Ben Sulayem, lo scorso gennaio scrissero al governo chiedendo l'autonomia dell'Aci rispetto alle politiche governative, pena il rischio di perdere il Gp.
Sul successore di Sticchi Damiani alla guida dell'Aci, nella corsa tra i due candidati Giuseppina Fusco e il figlio del presidente del Senato Geronimo La Russa, "non entro nelle dinamiche elettorali, so che il generale Del Sette sta facendo un lavoro importante e apprezzato".
Sulla uscita di scena del Gp di Imola "sono molto dispiaciuto. Ho letto un articolo in cui a monte si racconta a chi non è addetto ai lavori l'anomalia di avere due Gp. Oggi, in un contesto geopolitico come questo, ci sono tante nazioni che si sono prepotentemente e con grandi mezzi economici rese disponibili ad ospitare Gp di F1. Liberty è stato bravissimo, così come il nostro Domenicali che ha allargato il numero dei Gp.
E' chiaro che qualcuno non lo devi accontentare. Imola ha fatto benissimo in questi anni, organizzazione eccellente. Spero ci siano quelle dinamiche di rotazione, per cui quello che oggi è lo stare fuori gli consentirà di rientrare il prima possibile. Imola lo merita sotto ogni punto di vista", ha concluso.
LA LETTERA DI DOMENICALI
(LaPresse) - Non solo Imola. Anche Monza sarebbe a rischio, con l'Italia patria della Ferrari che si ritroverebbe senza gran premi da disputare in casa propria. Per il momento è solo un rischio, per giunta a lungo termine visto che l'accordo con Liberty Media è esteso al 2031.
Ma leggendo neanche troppo tra le righe nella lettera che il Ceo di Formula One Group, Stefano Domenicali, fece recapitare negli uffici dei tre ministri italiani competenti, Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Andrea Abodi, è alta la "preoccupazione" in merito all'organizzazione futura del gp d'Italia.
Specie dopo la decadenza per decreto governativo dell'ex presidente dell'Automobile Club Italia (Aci), Angelo Sticchi Damiani, e il conseguente decadimento dell'appeal dell'organizzatore italiano all'estero visto il momento di non operatività di Aci commissariato.
Insomma, l'uscita del gran premio di Formula 1 di Imola dal calendario internazionale dalla prossima stagione è solo la cronaca di una morte annunciata. Nella lettera inviata da Domenicali al governo il 30 dicembre 2024, e di cui LaPresse ha preso visione, Imola non viene mai nominata, anche se a seguito dell'annullamento del gp nel 2023 per l'alluvione, governo, amministrazione locale e Aci speravano ci fosse un risarcimento estendendo l'accordo con la F1 almeno fino al 2026.
Da quanto scrive l'ex team principal della Ferrari agli esponenti del governo, emergono invece le perplessità dell'organismo mondiale sulla questione Aci, commissariato il 3 marzo scorso a seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 21 febbraio, e in relazione al gp di Monza, il cui contratto scade nel 2031 ma che necessita ancora di importanti lavori di adeguamento di cui finora si era occupato in prima persona il presidente estromesso Sticchi Damiani.
Confermando la volontà di mantenere "la necessità di continuare il piano d'investimenti discussi e concordati", spiega Domenicali nella missiva a Chigi, "la relazione che abbiamo costruito in questi anni e su altri punti in relazione anche alla vostra federazione Aci a livello mondiale è stata un punto di riferimento, di garanzia e credibilità del nostro sistema in ambito internazionale".
Senza entrare in dinamiche 'locali', Domenicali precisa tuttavia "che la realizzazione di un gp di F1 dipende non solamente dalle possibilità economiche del nostro interlocutore ma soprattutto dalla accettata capacità del nostro contraente di realizzare tutte le attività progettuali, infrastrutturali e gestionali, oltre che organizzative e commerciali nei tempi molto stringenti discussi tra di noi e definiti.
Per questi motivi è importante e determinante garantire la continuità del rapporto con Aci e con il suo attuale presidente per avere garanzie sul futuro. A nostro avviso cambiare interlocutore adesso potrebbe avere conseguenze sugli impegni presi".
Al momento l'Aci è retto dal commissario straordinario Tullio Del Sette, l'assemblea elettiva già indetta da Sticchi Damiani prima del suo commissariamento ci sarà il 9 luglio, quando a contendersi la sua successione ci sono la vicepresidente vicaria Giuseppina Fusco e Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio e attuale presidente di Aci Milano nonché componente del Consiglio generale e del Comitato esecutivo dell'Automobile Club Italia nazionale.
A meno che il 19 giugno il Consiglio di Stato non accolga la richiesta di sospensiva del ricorso presentato dall'ex presidente (già vicepresidente Fia, componente del senato della Fia e attualmente sono nel trustee della fondazione Fia), rieletto a ottobre per il quadriennio 2025-2028 con oltre il 90% dei voti.
giovanni malago foto mezzelani gmt019
Interpellato da LaPresse, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto dall'ormai ex presidente: "Non penso ci sia stato un nesso direttamente collegato con le vicende dell'Aci, sicuramente Sticchi Damiani a livello internazionale aveva lavorato in maniera incredibile, vedi Imola ai tempi del Covid, per mantenere quella che oggettivamente era una eccezione".
"Sono molto dispiaciuto - aggiunge Malagò - Imola ha fatto benissimo in questi anni, organizzazione eccellente. Spero ci siano quelle dinamiche di rotazione, per cui quello che oggi è lo stare fuori gli consentirà di rientrare il prima possibile. Imola lo merita sotto ogni punto di vista".
Domenicali aveva già espresso personalmente le sue preoccupazioni allo stesso Sticchi Damiani, chiarendo che l'esperienza a livello mondiale di quella dirigenza era indiscussa. Un credito che in F1 potrebbe essere recuperato con un'eventuale elezione di Fusco in una presidenza che sarebbe in continuità con il suo predecessore. Che a quel punto potrebbe ricevere la vicepresidenza vicaria con delega allo sport tornando a occuparsi di gran premi, compreso il Rally d'Italia in Sardegna. Un impianto che, compresi i due gp di Formula 1, fino a quest'anno era arrivato a produrre un ritorno economico diretto di circa 400 milioni di euro nelle casse dello Stato. Imola da sola valeva 100 milioni tra ospitalità e ristorazione.
Angelo Sticchi Damiani - foto lapresse
Angelo Sticchi Damiani - presidente Aci