
LA PODISTA DI ALLAH! NADIA BATTOCLETTI, UN ARGENTO ALLE OLIMPIADI NEI DIECIMILA METRI, RIVELA: "MI SONO RITROVATA NEI PRINCIPI DEL CORANO" (RICHIAMATE IN VITA ORIANA FALLACI!) - "MIA MADRE E’ MAROCCHINA. PER SPOSARSI PAPÀ SI È CONVERTITO E IO SONO CRESCIUTA IN UNA CASA DI FEDE ISLAMICA. LE REGOLE ESISTONO, MA NEL CORANO SONO POCHE, PARLIAMO DI DETTAMI PER STARE BENE. NON MANGIARE IL MAIALE PERCHÉ NON È PURO, È SCIENTIFICO” - “MAI SENTITO IL BISOGNO DI INDOSSARE IL VELO. LA NAZIONALE MULTICULTURALE DELL’ATLETICA? SCORRI I SOCIAL E VEDI I COMMENTI SULLA STAFFETTA: INVECE DEI TEMPI PARLANO DELLA PELLE. C'È ANCORA CHI SPARGE IDIOZIE...”
Giulia Zonca per la Stampa - Estratti
Il primo traguardo è stato una sorpresa, Nadia Battocletti l'ha tagliato per mano al padre, con le ciaspole. Aveva 7 anni, oggi ne ha 25 e tra un record nazionale appena fatto, a Rabat, sui 3000 metri e uno da tentare, il 2 giugno a Rovereto, sui 1500 metri, torna a casa a Trento.
L'uomo che l'accompagna nella vecchia foto, Giuliano Battocletti, è anche il suo allenatore. Insieme hanno vinto un argento alle Olimpiadi, due ori agli Europei, così come nel cross e su strada, l'intero mezzofondo. Senza mai sgarrare, «da bimba chiedevo il permesso pure per bere una Coca», ma dall'album di famiglia esce molto altro.
Altra foto, con mamma: Jawhara Saddougui, ex ottocentista in Marocco.
«Già, fiaccolata in Val di Non, in notturna: mamma aveva ripreso a correre. Lì ho 8 anni, sto per mettere l'apparecchio ai denti, percepisco per la prima volta l'arrivo. L'agonismo invece alla seconda gara da bimba: campionato valligiano, in salita ho recuperato tutte. Due settimane dopo, altra prova e mi innamoro della strategia. Papà mi dice "da quella curva metti il muso davanti". Un bel gioco, devo ringraziare i miei che mi hanno passato l'atletica così. Ho seguito le dritte di mamma e papà. Ancora lo faccio, ancora gioco».
Allenata da papà e consigliata da mamma. Conflitti?
«Mia madre sa fare passi indietro e comunque si confrontano, le due voci non si sovrappongono, si integrano. Mamma mi tranquillizza e mi dà forza, il Campaccio è il suo urlo: "Credici". Si sono separati dieci anni fa, per me fanno sempre squadra».
Con la separazione, la tensione è entrata negli allenamenti?
«Ho vissuto il dolore della mamma, è stato complesso, oggi li vedo felici. Papà ha una nuova compagna, anche lei allenatrice, mamma ha deciso di dedicarsi al binomio lavoro-Nadia. Siamo molto unite».
È musulmana come lei.
«Per sposarsi papà si è convertito e io sono cresciuta in una casa di fede islamica, questo credo è percepito spesso male, storpiato, anche dai musulmani. Viene considerato super restrittivo e forzato: le regole esistono, ma nel Corano sono poche, parliamo di dettami per stare bene. Non mangiare il maiale perché non è puro, è scientifico».
Da bambina era strano essere musulmana a Trento?
«No, con me in classe 24 bimbi e 5 o 6 musulmani. Le maestre brave a non mettere accenti sulle differenze anche se non andavamo a catechesi. Tutto naturale, anche le donne con il velo in Marocco, quando si andava a trovare i parenti».
Ha pensato di portare il velo?
«No, mai sentito il bisogno. Davvero, non ci sono divieti o giudizi. Mai mia madre mi ha impedito di festeggiare il Natale. Da grande mi sono ritrovata nei principi del Corano e negli ultimi quattro anni sono l'ho vissuto con più convinzione».
Molti in nazionale condividono la fede islamica, Per esempio, il maratoneta Aouani. È un tema di conversazione?
«Lui è mirato nel suo approccio alla religione, gli ha fatto fare un salto di qualità nella corsa, quello che ti fa bene è da approfondire. Ci siamo scambiati consigli su Ramadan, ma parliamo più di atletica».
La nazionale multiculturale è un fattore assorbito dalla nostra società?
«Noi non ce ne rendiamo conto, per me Simonelli è Lollo, non un ostacolista nato in Tanzania e Dosso è Za, semplicemente un'amica, come Larissa… Capisco che siamo lo specchio di un cambiamento e l'argomento tra noi esce. A tavola, scorri i social e vedi i commenti sulla staffetta: invece dei tempi parlano della pelle. C'è ancora chi sparge idiozie».
A lei sono arrivate?
«No. Ho paura a pensarlo, però può essere che non mi percepiscano come afrodiscendente perché sono chiara. Non si può dare importanza a certi, se non rispondi, non rilanci, quel commento scende, proprio fisicamente e tu lo lasci lì, per terra. Come una schifezza».
Una schifezza che ha lasciato per terra?
«Mamma fa la spunta: "guarda c'è una cattiveria. A volte controllo, altre no. Leggo: Dove vai? Le africane non le vedi».
Le veda e ne supera molte. Quando ha capito di poterci riuscire?
«I Giochi di Tokyo hanno reso meno sfocato il panorama. A Parigi ero al top e alla finale dei 5000, papà mi ha caricato: "Se loro danno il meglio, tu non sei tanto dietro". Quarta.
Nei 10000 ho liberato la testa: "Metto in pratica tutto quello che ho imparato. Occhi aperti, non sai quando ma pronta, come loro, attaccata". Argento».
Non intendevo evocare un dolore ancora vivo.
«Non passa, però è servito. Ho fatto tanti di quelli errori da poterli catalogare. Dalla pasta iper mega salata che ho mangiato lo stesso e mi sono ritrovata stanca e sudata. Rientrata a casa, ho dovuto sopprimere il cagnolino, una periodo da dimenticare. Mio padre mi ha dato uno scossone: "vuoi fare il meeting di Padova? Tanto per stare a piangere sul divano... " Quando sei ferito e reagisci giusto prima di collassare? Ecco».
Si allena lungo l'Adige, dove è passata la storia italiana.
«La scuola mi ha portato ai luoghi chiave. So come mai qui c'è un monumento a Battisti. Con l'università abbiamo contribuito a rilevare la città sotterranea. Quando corro al dosso di Trento, sul viale in memoria degli alpini, ne immagino le vite. Davanti alle scritte e ai caratteri della seconda guerra mondiali sento la gravità: i cartelli con la distanza da qui a Berlino, da casa al passo Mendola creato da Mussolini…»
Come ha conosciuto il fidanzato?
«Amico di una compagna di università a ingegneria edile».
Amore a prima vista?
«Per me sì, per lui no. Mi ha attirato l'approccio pacato. Ora mi vizia, è una coccola continua. Comunque, ho fatto il prima passo "sai che sei proprio un bel ragazzo? " e lui rosso totale. Mi ha invitato a uscire e stiamo insieme dal settembre 2022. Ogni giorno è diverso, la sua famiglia è come la mia, ci si preoccupa l'uno dell'altro».
Precisa, concetrata, sudiosa, la sacerdotessa del mezzofondo. Mai fatta una pazzia?
«Studio, corro, pianifico, controllo senza stress. Anche in gara: chi c'è c'è. Follie... Oddio, adesso non ne avrei il tempo ma mai saltato scuola, mai andata a una festa senza avvertire, chiedevo a mamma il permesso per la Coca Cola».
Nadia Battocletti
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NADIA BATTOCLETTI
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