
SIMONE SPREMUTO – INZAGHI NON VUOLE PASSARE PER IL “GRANDE PERDENTE” E, DOPO L'UMILIAZIONE SUBITA DALL’INTER IN FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE, SEMBRA SEMPRE PIÙ INTENZIONATO AD ACCETTARE L’OFFERTA DELL’AL-HILAL (SI PARLA DI UNA CIFRA TRA I 30 E I 50 MILIONI ALL’ANNO) – I NOMI PIU' CALDI PER SOSTITUIRLO SONO FABREGAS, VIEIRA E CHIVU - PAOLO CONDO’: “LA VERA QUESTIONE È SE LA NUOVA FILOSOFIA DI MERCATO DI OAKTREE, NON PIÙ SVINCOLATI PRONTI, MA CARTELLINI DI GIOVANI DA VALORIZZARE, SIA NELLE SUE CORDE…”
1 - INZAGHI PRENDE LE DISTANZE
Estratto dell’articolo di Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
SIMONE INZAGHI INTER PSG - FINALE CHAMPIONS LEAGUE
[…] L’Inter completamente sfiatata è stata presa al collo dal Psg dal primo all’ultimo minuto. Simone Inzaghi in 4 anni ha portato due volte in finale di Champions la squadra numero 241 al mondo come spese sul mercato (114 milioni di attivo, dati transfermarkt) e ha preso 5 gol dalla terza più spendacciona al mondo: 519 milioni di passivo netto sul mercato per i parigini.
Di passare per il Grande Perdente, il tecnico sembra essersi stufato. Forse si è sentito anche poco tutelato da una società che a gennaio ha deciso (su indicazioni della proprietà) di non rimediare a un attacco di riserva che con il trio Arnautovic-Correa-Taremi ha dato un contributo davvero modesto. […]
Domenica notte, dopo la partita più brutta della storia dell’Inter, Inzaghi ha ribadito «che domani incontrerò la società, che ha già fatto due innesti e sa dove intervenire». Quindi gli è stato chiesto se sarà in panchina al Mondiale per club. E la risposta ha spiazzato tutti: «Non so se andrò, prima vedrò l’Inter e poi deciderò cosa fare» ha detto Inzaghi. Poco dopo, incalzato su queste parole, il presidente Marotta ha contestualizzato: «È una frase che non significa nulla, dettata dall’amarezza del momento. Su Simone non c’è cambio di valutazione. Non è una partita storta che cancella tutti i meriti».
Nell’incontro di domani tra tecnico e società però si scopriranno le carte. In Arabia dicono che la firma di Inzaghi con l’Al Hilal sia imminente e che il contratto sia pronto.
Meno certezze sulle cifre, si oscilla fra i 30 e i 50 milioni all’anno. […]
Simone, che ha un altro anno di contratto e che quindi martedì sarebbe atteso alle discussioni su un rinnovo secondo il «galateo» marottiano, che non prevede di iniziare una stagione con un allenatore in scadenza, è indeciso.
[…]. La famiglia sembra con lui in questa possibile nuova avventura, a partire dalla moglie Gaia Lucariello, che ieri ha espresso apprezzamento a un post social su Simone che sapeva d’addio. Il figlio maggiore, Tommaso, avuto da Alessia Marcuzzi, è mediatore con gli arabi assieme a Federico Pastorello e anche questo fatto può avere avuto un peso nella vicenda, che comunque con la finale di Champions alle porte poteva sicuramente essere gestita meglio. […]
A questo punto la sua partenza sembra più probabile della permanenza, anche perché il mercato giovane voluto da Oaktree nasconde opportunità, stimoli, ma anche insidie. Rivoluzioni o follie sul mercato il club non ne farà. E tanto meno per trattenere l’allenatore, che dopo la finale choc non è in posizione di forza, nonostante i quasi 200 milioni incassati in Europa.
Non c’è dubbio che anche l’Inter deve attivare subito un piano B in caso di partenza di Inzaghi. A venti chilometri da Appiano c’è il laboratorio di Fabregas, che è anche socio del Como. Il catalano ha ascoltato Lipsia, Bayer e Roma e ha lasciato che fosse il suo club a dire di no. Ma l’Inter è un’altra cosa, anche se Fabregas in riva al lago è abituato anche a intervenire molto sul mercato: è insomma un profilo ambizioso, innovativo, ma anche «impegnativo» considerato che l’Inter non verrà ricostruita dalle fondamenta, perché le rivoluzioni costano e non sai mai davvero dove ti possono condurre.
Una soluzione più conservativa potrebbe essere Cristian Chivu, con cui la conoscenza reciproca è profonda, dato che la prima panchina del romeno eroe del Triplete, oggi al Parma, è stata quella della Primavera dell’Inter. Patrick Vieira, più esperto dei due colleghi, è un altro ex nerazzurro e non dispiace, sia per come ha condotto il Genoa a metà classifica sia per la sua conoscenza del calcio internazionale.
2 – UN TORNEO RISERVATO AI «BIG SPENDER» LA FILOSOFIA DI OAKTREE HA BISOGNO DI SIMONE?
Estratto dell’articolo di Paolo Condò per il “Corriere della Sera”
La notte delle streghe di Monaco contiene due discorsi complementari e un bel dilemma sul futuro. Il primo mistero da analizzare è da dove sia arrivata la non-prestazione dell’Inter. […] Bayern e Barcellona avevano già alzato l’asticella a livelli elevati, eppure l’Inter aveva sempre trovato dentro di sé la forza per risalire la corrente. […]
Il tema stesso del percorso in Champions, ben diverso da quello svagato in campionato, era stato la ferrea applicazione che permetteva al calcio all’italiana 2.0 di Inzaghi di resistere ai vari catalanismi per poi colpirli nei loro punti deboli. Il Paris Saint-Germain di Luis Enrique ha dimostrato di non averne […] ma l’Inter si è stancata troppo presto di cercarli. E questa è stata la differenza tra un’ammissibile sconfitta e il disastro entrato nella storia delle finali di Champions.
Il secondo discorso riguarda la serie A, e il fatto che negli ultimi 15 anni […] le nostre squadre abbiano raggiunto quattro volte la finale, due la Juve e due l’Inter, senza mai vincerla. È come se andassimo a sbattere contro un soffitto di vetro: con i nostri budget riusciamo, a prezzo di memorabili imprese, ad arrivare ogni tanto al penultimo gradino.
Ma l’ultimo ci è precluso, vincono solo i big spender: i club che hanno battuto Juve e Inter sono Barcellona, Real Madrid, Manchester City e Psg. Desiré Doué ha rubato l’occhio sabato: ha 19 anni, è stato acquistato la scorsa estate dal Rennes per 51 milioni, e in stagione è stato solo la terza aggiunta più cara. Kvara (75) e Joao Neves (60) sono costati di più. Ora l’Italia è il grande campionato che manca la Champions da più tempo, e per rivincerla probabilmente dovrà cambiare qualcosa nelle economie dei nostri club.
Ma la domanda è: se l’Inter avesse avuto 51 milioni da spendere sul mercato interno, avrebbe trovato un giovane paragonabile a Doué? La risposta è no, e il vero problema è questo.
[…] Il dilemma riguarda il futuro di Inzaghi, molto deludente a Monaco ma il cui bilancio nerazzurro resta apprezzabile: si può discutere se uno scudetto e due finali di Champions siano poco o tanto, non il miglioramento che tutti i giocatori hanno avuto sotto la sua guida.
E questo conta, per un allenatore e per la società che ne raccoglie i frutti. La gestione di quest’improvvisa offerta araba è stata un po’ raffazzonata, la vera questione è se la nuova filosofia di mercato di Oaktree — non più svincolati pronti alla Mkhitaryan, ma cartellini di giovani da valorizzare alla Bisseck — sia nelle sue corde. […]
simone inzaghi foto lapresse
simone inzaghi foto lapresse