
SINNER E MUSETTI, "LES ITALIENS" ALLA CONQUISTA DEL ROLAND GARROS! DOMANI IL TOSCANO VA ALL'ASSALTO IN SEMIFINALE DI ALCARAZ E DI JANNIK DICE: “INCARNA LA PERFEZIONE” – L’ALTOATESINO CHE ASPETTA DJOKOVIC RISPONDE: “VORREI RUBARGLI TANTI COLPI, MUSETTI HA UNA MANO INCREDIBILE” – IL PRESIDENTE FITP BINAGHI CONTINUA LA SUA BATTAGLIA PER IL TENNIS IN CHIARO CONTRO SKY: “DA NOI MILIONI DI APPASSIONATI DI SINNER E MUSETTI NON AVRANNO LA STESSA FORTUNA DEI TIFOSI DI ALCARAZ IN SPAGNA: È INACCETTABILE”
Gaia Piccardi per corriere.it - Estratti
La rivoluzione siamo noi. Sessantacinque anni dopo Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola in semifinale al Roland Garros (nel 1960 Nick avrebbe vinto il torneo per la seconda volta di fila), Jannik Sinner e Lorenzo Musetti sono il nostro maggio francese esportato sulla rive droite, a casa loro, dai cugini che non s’incazzano solo perché sono troppo distratti da Lois Boisson per invidiarci les italiens.
Vestono di blu e di verde, Sinner si porta dietro le carote e Musetti una seconda creatura in arrivo, hanno 46 anni in due e sono la punta di un movimento che ha generato due top 10 e nove top 100. Nouvelle vague, dicono da queste parti. A noi piace chiamarli Jannik e Lorenzo, e quando proponi che si guardino riflessi nello specchio non si tirano indietro.
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«Vorrei rubargli tanti colpi, perché ha una mano incredibile: lo slice, i cambi di traiettoria e velocità, un fisico fortissimo — dice il re altoatesino del ranking —. Fuori dal campo ha fatto scelte diverse dalle mie che gli hanno fatto bene: ha trovato una stabilità che si riflette nei risultati».
«Lui incarna la perfezione in questo sport, sotto ogni punto di vista: mentalità, atteggiamento da campione, gioco» risponde il toscano, alla peggio n.6 da lunedì.
Se Musetti aveva fornito la sua prova di maturità con Tiafoe, non sono stati certo i lampi intermittenti di un russo attirato dai tenge del Kazakistan ad accecare Sinner. Aleksandr Bublik serio è come un clown che non piange mai: snaturato. E così il kazako (pecunia non olet) che teorizza il senso del tennis unicamente come metodo per fare soldi e che dopo la sconfitta a Indian Wells andò a Las Vegas a scommettere sul suo futuro, ha provato ad affrontare il n.1 spacciandosi per ciò che non è.
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Dall’alto della superiorità della potenza Italia, il presidente della Federtennis Binaghi continua la sua battaglia per il tennis in chiaro («Da noi milioni di appassionati di Sinner e Musetti non avranno la stessa fortuna dei tifosi di Alcaraz in Spagna: è inaccettabile. Auspico un intervento normativo del governo») mentre Jannik e Lorenzo continuano a scrivere la loro storia sul campo. Il rosso e il barbuto, la potenza e il tocco, il figlio di Hanspeter e Siglinde e il papà di Ludovico. Vite parallele, tra Davis e Slam. Troppa grazia, santo tennis.
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