
LA NBA DEGLI “SCONOSCIUTI” – STASERA LA PRIMA PARTITA DELLE “FINALS” DEL CAMPIONATO DI BASKET AMERICANO, TRA GLI OKLAHOMA CITY THUNDER E GLI INDIANA PACERS – UNA FINALE CHE NON ACCENDE LA FANTASIA DEGLI “OCCASIONALI”, VISTO CHE MANCANO LE STELLE DEL CALIBRO DI LEBRON JAMES, STEPH CURRY E LUKA DONCIC - CI SARA' IN OGNI CASO UNA SQUADRA PER LA PRIMA VOLTA CAMPIONE – DA UN LATO GLI “OKC”, CHE HANNO DOMINATO LA REGULAR SEASON, DALL’ALTRO I PACERS, ARRIVATI AL QUARTO POSTO A EST CON UN RITMO IMPRESSIONANTE DA GENNAIO IN POI...
Estratto dell’articolo di Flavio Vanetti per il "Corriere della Sera"
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Valutata con il criterio del «glamour» che inevitabilmente accompagna certe squadre e certi protagonisti, la finale Nba al via nella notte italiana tra oggi e domani non accende la fantasia. Gli Oklahoma City Thunder e gli Indiana Pacers non sono certo squadre di fascino come i Lakers o i Celtics, o come quei New York Knicks che se avessero riconquistato il visto per «The Finals» (sono stati giusto i Pacers a impedirglielo) avrebbero trascinato al Madison Square Garden il codazzo di vip avvistato nei giorni dei playoff.
[…] Però sul piano strettamente cestistico, è tutt’altro che una finale «povera»: OKC ha dominato la stagione regolare con il miglior record assoluto (68-14: avrà l’eventuale gara 7 in casa); Indiana è arrivata al quarto posto a Est con un ritmo impressionante da gennaio in poi e nei playoff ha mandato a casa Milwaukee, Cleveland e New York. Inoltre questa sfida propone una suggestiva novità: avremo in ogni caso una squadra per la prima volta campione. […]
Gli uomini simbolo della finale sono almeno quattro, due per parte. OKC è prima di tutto il volto del canadese Shai Gilgeous-Alexander, eletto Mvp della stagione, e di Jalen Williams; Indiana ha invece le punte di diamante nel camerunense Pascal Siakam (già campione nel 2019 con Toronto) e in Tyrese Haliburton, che sta smentendo chi lo indicava come un sopravvalutato.
Sarà poi il confronto tra le filosofie di un coach quarantenne e cresciuto di pari passo con il progetto dei Thunder, parliamo di Mark Daigneault (quasi sconosciuto quando fu ingaggiato dal 2020: sbagliavano perfino a scrivere il cognome), e quella del veterano Rick Carlisle, campione nel 2011 con i Dallas Mavericks e già coach di Indiana. […]
Per quest’ultimo c’è pure la chicca che solo altri quattro coach hanno guidato due squadre diverse in finale: Bill Fitch, Pat Riley (tre nel suo caso), Phil Jackson, Larry Brown. Quindi Carlisle, anche se non è tecnico di grido, merita, piaccia o no, un posto tra i grandi.
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jalen williams