VIVA I PROFESSORI NON BARONIZZATI! - CI SCRIVE UN DOCENTE: ''ACCECATI DA UN PREGIUDIZIALE ANTIRENZISMO, MOLTI COMMENTATORI SEMBRANO NON CAPIRE CHE L’INTRODUZIONE DELLE “CATTEDRE NATTA” SONO UN TENTATIVO DI ROTTAMAZIONE DI CIO’ CHE PER PRIMO ANDAVA ROTTAMATO: IL SISTEMA DEI BARONI UNIVERSITARI. E COSI’ SI SCHIERANO CON L’ESERCITO DEI BARONI...''


Riceviamo e pubblichiamo da un professore universitario informato sui fatti, che commenta l'articolo de ''La Verità'' molto critico sulle nuove cattedre introdotte dal Governo Renzi

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/chi-universita-noi-ducetto-rignano-si-pappa-anche-nuovi-134369.htm

 

 

PREMESSA 

renzi stefania giannini

Come si sa da indagini, libri, inchieste a non finire molti dei baroni che negli ultimi vent’anni hanno pilotato i concorsi universitari in favore di mogli, figli, amanti, portaborse di nessun valore che hanno ridotto a uno schifo la nostra università sono entrati nel 1980 con la legge 382, un ope-legis che non richiedeva la minima preparazione. Da tempo sono in cattedra, anche senza aver prodotto lo straccio di una ricerca o di preparazione al lavoro. E selezionano per cooptazione chi deve entrare. Vogliamo continuare così? (Leggere subito il libro “La cura”, del costituzionalista Michele Ainis)

 

COSA SONO LE CATTEDRE NATTA?

Università La Sapienza Roma

Le cattedre Natta, semplifico,  vogliono dire questo: avrà più credito per insegnare “Comunicazioni” ai ragazzi che vogliono  fare i giornalisti Maurizio Belpietro (poniamo che abbia voglia di farlo) o una scagnozza alla quale la famiglia da decenni sta pagando lo stazionamento in università per i servizietti a un barone che ha scritto si e no un paio di libri illeggibili? Sarà meglio avere come professore di architettura Renzo Piano o il tirapiedi di un baronetto che non ha costruito nemmeno un pollaio?

UNIVERSITA DI BARI

 

In un Paese serio e competitivo, ci sarebbero solo le cattedre Natta. Hai prodotto ricerca?  Libri? Lavorato con successo ad alto livello? Ecco, sei conteso per venire in un'università a insegnare a tempo indeterminato. Hai vivacchiato tra una ricerca Prin, una pseudo borsa di studio, commissioncine d’esami, finti dottorati di ricerca (che poi, come ebbe a sintetizzare Vittorio Feltri, “oltre a ricercare trovano qualcosa oppure no?”)… bene, ora vai a cercarti un lavoro.

 

 

“DI QUESTI 500 DOCENTI, 66 SARANNO PROMOSSI DALL’INTERNO DEL MONDO ACCADEMICO, MENTRE GLI ALTRI 464 SARANNO PRESI DALL’ESTERNO” (“LA VERITÀ”).

 

Sì, hanno un difetto le cattedre Natta; purtroppo è quello di salvare i baroni. Fino ad oggi quasi tutti i concorsi universitari post abilitazione nazionale sono stati riservati agli interni (ricercatori per passare ad associati); i pochi aperti a tutti avevano declaratori tali che rendevano già stampato nome e cognome del vincitore sul bando.

 

Università Federico II

Il metodo più diffuso per far questo è richiedere conoscenze nel specifico campo del candidato che si vuol far vincere, sino alla creazione di bandi comici che solo una Magistratura distratta può lasciar passare. Purtroppo alle cattedre Natta possono competere anche personale già interne in università, e questo è pessimo perché i baroni in commissione faranno di tutto per assegnarli a questi, ovvero ai loro amici.

 

“SARÀ IL PREMIER A SELEZIONARE I PRESIDENTI DI COMMISSIONE, I QUALI POI SCEGLIERANNO GLI ALTRI COMMISSARI DA UNA LISTA PREDISPOSTA DALL’AGENZIA DI VALUTAZIONE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO… “

 

Purtroppo! Avrebbe dovuto sceglierli tutti! Poiché l’Agenzia chiamerà come commissari ancora una volta i baroni  ecc… ecc…

 

“IN PRATICA, NEGLI ATENEI ITALIANI SBARCHERANNO 500 NUOVI PROFESSORI, CHE SARANNO SCELTI SCAVALCANDO TUTTE LE GRADUATORIE IN DEROGA ALL’ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE”.

 

ca foscari Schermata alle x

In deroga? Non è affatto vero! La legge specifica che devono avere competenza analoga; dunque, avere l’abilitazione nazionale sarà un requisito praticamente sine-qua-non. E questo dovrebbe consentire di sanare anche una schifezza solo italiana, ovvero l’esistenza di docenti a contratto che hanno superato l’abilitazione nazionale con mediane scientifiche superiori a quelle dei docenti ordinari che li hanno “giudicati” e, ciononostante, non inseriti ope-legis in università. Ingresso al quale questo centinaio o poco più di docenti precari avrebbero diritto: almeno la legge Natta darà loro una possibilità.

 

“TANTO PER COMINCIARE, SI VANNO A PENALIZZARE TUTTI I POVERI CRISTI CHE DA ANNI FANNO I SALTI MORTALI NELLE AULE IN ATTESA DI UN POSTO”.

 

Salti mortali? Un attimo. Intanto quelli così descritti sono messi a posto, spesso senza merito, dal barone in tutti gli altri concorsi, escluso il solo procedimento Natta. Inoltre quelli descritti sono per lo più giovani o meno giovani che, mantenuti dalle famiglie (quindi ai blocchi di partenza con vantaggio e poca meritocrazia), possono passare dieci anni come precari al servizio di un barone, tenendogli il registro e andandogli a fare la spesa e accedendo così a una pseudo ricerca ministeriale.

43 politecnico di milano

 

Questo è il percorso che da vent’anni domina gli ingressi in università? Vogliamo continuare così? Se tra questi, invece, ce ne sono di meritevoli (ovvero con abilitazione superata e medie alte e, magari, anche professionalità lavorative esterne) la legge Natta viene proprio incontro a loro.