CIN CIN! IL GOVERNO HA DATO IL VIA LIBERA ALLA PRODUZIONE IN ITALIA DI VINI SENZ’ALCOL O A RIDOTTO CONTENUTO ALCOLICO, CON IL DECRETO CHE NE DEFINISCE IL REGIME FISCALE E LE ACCISE – UN PROVVEDIMENTO ATTESO DA MOLTI IMPRENDITORI, CHE HANNO INVESTITO PER REALIZZARE IMPIANTI DI DEALCOLAZIONE NEL NOSTRO PAESE, MA SONO RIMASTI IN STAND BY IN ATTESA DELLA CORNICE DI NORME FISCALI – IL MERCATO MONDIALE DEI VINI DEALCOLATI VALE 2,4 MILIARDI DI DOLLARI ED È DESTINATO A RAGGIUNGERE QUOTA 3,3 MILIARDI ENTRO IL 2028…
Estratto dell’articolo da “Il Sole 24 Ore”
Via libera alla produzione di vini dealcolati in Italia. Ieri è stato varato il decreto interministeriale (Mef-Masaf) che definisce il regime fiscale e le accise per la produzione di vino senz’alcol o a ridotto contenuto alcolico e, in particolare, la tassazione dell’alcol ottenuto dai processi di dealcolazione.
Una misura molto attesa dai produttori italiani che, in molti casi, già si sono cimentati con questo segmento di mercato, tra l’altro, in forte crescita soprattutto all’estero. Tuttavia finora, gli imprenditori italiani, proprio a causa della assenza di un quadro normativo, erano costretti a effettuare all’estero le operazioni di delcolazione, in primo luogo in Germania o in Spagna. Sobbarcandosi i relativi costi di trasporto.
Il provvedimento varato ieri è molto importante anche per i diversi produttori che invece in questi mesi hanno investito per realizzare impianti di dealcolazione in Italia ma sono rimasti finora in stand by in attesa della cornice di norme fiscali.
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Il provvedimento consente ai soggetti, che operano anche come deposito fiscale di prodotti alcolici intermedi e di vino, di effettuare, entro determinati limiti quantitativi, i processi di dealcolazione del vino.
Il provvedimento, inoltre, regola il rilascio del titolo autorizzatorio per la produzione e conservazione del prodotto, contempla gli adempimenti amministrativi e ne regola la movimentazione.
«Accogliamo con favore il decreto che definisce la gestione fiscale della soluzione idroalcolica ottenuta dalla dealcolazione dei vini - ha detto il presidente di Federvini, Giacomo Ponti -. Un provvedimento atteso che consegna al settore un quadro normativo completo per consentire questa produzione anche sul territorio nazionale». […]
Sono sempre di più le imprese italiane pronte a investire su questa categoria e questo provvedimento consente loro di operare in condizioni di parità competitiva rispetto agli altri produttori europei». «Le norme - ha aggiunto il presidente del settore vino di Confcooperative, Luca Rigotti - mettono a disposizione delle cantine, private e cooperative, un nuovo strumento per affrontare i mercati esteri dove la domanda di vini a bassa gradazione non è una moda ma un cambiamento comportamentale di lungo periodo.
Secondo l’Osservatorio dell’Unione italiana vini il comparto dei vini NoLo (ovvero No alcohol oppure Low alcohol quindi a gradazione alcolica ridotta) è uno dei pochi a crescere all’interno del settore vino.
L’attuale mercato dei vini NoLo al mondo vale 2,4 miliardi di dollari ed è destinato a raggiungere quota 3,3 miliardi entro il 2028 con un tasso annuo di crescita medio dell’8%. Inoltre, secondo le elaborazioni Uiv su base NielsenIQ sul circuito retail di Usa, Regno Unito e Germania i vini a zero gradi, quest’anno sono cresciuti del 46% in Germania, del 20% nel Regno Unito e del 18% negli Stati Uniti.




