IL “CONCERTONE” IN TOUR MONDIALE – ALL’INCHIESTA SULLA SCALATA DI MPS A MEDIOBANCA, CON LE INDAGINI SU CALTAGIRONE, MILLERI E LOVAGLIO, IL “FINANCIAL TIMES” DEDICA UN LUNGO ARTICOLO: “PUBBLICAMENTE L’AD DI MPS LOVAGLIO RESPINGEVA L’IDEA CHE L’OPA SU MEDIOBANCA FOSSE STATA SUGGERITA DA CALTAGIRONE, E DI GENERALI AFFERMAVA CHE NON ERA “CRUCIALE AVERLA’ PER MPS. MA NELLE TELEFONATE INTERCETTATE SEMBRA LODARE CALTAGIRONE E SOTTOLINEA L’IMPORTANZA STRATEGICA DI GENERALI” – "FT" AVVISA I NAVIGANTI: “L’ACCORDO NATIXIS-GENERALI SEMBRAVA IN BILICO. ORA, CON ALCUNI DEI PRINCIPALI PROTAGONISTI SOTTO INDAGINE, QUELLA POSIZIONE POTREBBE CAMBIARE, APRENDO LA POSSIBILITÀ A UNA NUOVA ONDATA DI OPERAZIONI E INSTABILITÀ NELLA FINANZA ITALIANA…”
Traduzione di un estratto dell’articolo di Silvia Sciorilli Borrelli per il “Financial Times”
I pubblici ministeri italiani hanno preso di mira una presunta alleanza segreta nel cuore del settore finanziario del Paese, sostenendo che investitori miliardari abbiano cospirato con l’amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena per acquistare un rivale e, in ultima analisi, prendere il controllo della compagnia assicurativa Generali.
Un mandato di perquisizione […] sostiene che i principali azionisti della banca sostenuta dallo Stato abbiano lavorato con il suo amministratore delegato per orchestrare un’acquisizione da 17 miliardi di euro del prestigioso istituto milanese Mediobanca. Ma secondo i pubblici ministeri il vero obiettivo non era Mediobanca, bensì […] Generali.
GIANCARLO GIORGETTI FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE
Le trascrizioni delle intercettazioni […] includono presunte conversazioni tra l’amministratore delegato di MPS Luigi Lovaglio e il ricco investitore Francesco Gaetano Caltagirone, nonché commenti attribuiti all’attuale amministratore delegato di Mediobanca, Alessandro Melzi d’Eril.
Parlando in aprile, all’indomani di una mossa difensiva di takeover da parte di Mediobanca — che aveva comportato la vendita della sua quota in Generali per finanziare un tentativo, poi fallito, di acquisire Banca Generali — le trascrizioni mostrano Melzi d’Eril esprimersi in modo diretto.
«A nessuno fregherà un cazzo di Mediobanca una volta che avrà lasciato andare Generali», è quanto riportano i pubblici ministeri come sue parole. Melzi d’Eril sarebbe poi stato nominato amministratore delegato di Mediobanca dopo la sua acquisizione da parte di MPS.
[…] I pubblici ministeri sostengono che le discussioni […] dimostrino un complotto nascosto, con MPS usata come veicolo per eseguire un piano più ampio finalizzato a prendere il controllo di Generali senza lanciare una costosa offerta pubblica d’acquisto.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
Generali è uno dei maggiori detentori di debito sovrano italiano, il che la rende un attore chiave nel settore dei servizi finanziari del Paese. L’amministratore delegato […], Philippe Donnet, è da tempo un bersaglio di due investitori miliardari che hanno costruito una rete di partecipazioni nel sistema finanziario italiano.
Caltagirone, un magnate romano delle costruzioni, e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, hanno acquisito consistenti partecipazioni in MPS nell’ultimo anno — oltre alle loro quote già esistenti sia in Mediobanca che in Generali.
Lovaglio, Caltagirone e il presidente di Delfin Francesco Milleri sono indagati per manipolazione del mercato e ostacolo alle funzioni di vigilanza. Tutti negano qualsiasi illecito.
Il mandato di perquisizione e sequestro sostiene che Delfin e Caltagirone abbiano coordinato sforzi e decisioni di investimento per anni senza informare il mercato né i regolatori, arruolando alla fine l’amministratore delegato di MPS Lovaglio per eseguire il loro piano.
philippe donnet agorai innovation hub
Caltagirone e Delfin hanno ripetutamente cercato di estromettere Donnet dal suo ruolo in Generali. Gli investitori ritengono che il CEO abbia frenato l’espansione di Generali e ne abbia limitato la crescita rispetto agli altri grandi assicuratori europei, Axa e Zurich.
I ribelli hanno spesso cercato di enfatizzare il rischio di un’acquisizione dell’assicuratore da parte di uno dei due gruppi come giustificazione della loro opposizione al manager francese. Tuttavia, senza il sostegno del maggiore azionista di Generali, i loro sforzi sono falliti.
L’acquisizione di Mediobanca da parte di MPS, completata questo autunno, ha rimosso uno dei principali sostenitori di Donnet, ossia l’amministratore delegato della banca milanese Alberto Nagel, rendendo il capo di Generali più vulnerabile ai tentativi dei miliardari di estrometterlo.
Lovaglio, Delfin e Caltagirone hanno sempre negato che l’acquisizione di Mediobanca fosse parte di una strategia per insediare alla guida di Generali un amministratore delegato a loro gradito.
Mediobanca, Delfin e Caltagirone detengono insieme una quota vicina al 30 per cento in Generali, la soglia oltre la quale sarebbero obbligati a lanciare un’offerta pubblica d’acquisto.
Il numero uno di MPS ha detto al FT all’inizio di quest’anno che aveva iniziato a pensare all’acquisizione di Mediobanca nel 2022, dopo l’aumento di capitale “make-or-break” dell’istituto.
In numerose apparizioni pubbliche ha inoltre respinto l’idea che l’offerta fosse stata suggerita da Caltagirone, e ha affermato che una partecipazione in Generali fosse «bello averla ma non cruciale» per MPS.
«La nostra unica ambizione è diventare il terzo gruppo bancario del Paese accanto a Mediobanca», ha dichiarato Lovaglio a una conferenza a Londra in marzo, posizione ribadita ai regolatori italiani in maggio.
Ma i documenti dei pubblici ministeri contengono trascrizioni di telefonate intercettate nelle quali Lovaglio sembra lodare il miliardario per aver concepito l’operazione Mediobanca e sottolinea l’importanza strategica di Generali.
francesco gaetano caltagirone - giorgia meloni
«Sei stato il vero ingegnere, io ho solo eseguito l’incarico… hai escogitato qualcosa di perfetto quindi complimenti a te per l’idea», è quanto avrebbe detto Lovaglio riguardo alla mossa su Mediobanca in una telefonata intercettata con Caltagirone in aprile. Caltagirone ha rifiutato di commentare.
Lovaglio è inoltre citato mentre chiede a Caltagirone se «andassero a fare la fase 2» del progetto — qualcosa che secondo i procuratori si riferiva a un piano per prendere il controllo di Generali, ma che persone informate sulla conversazione sostengono si riferisse semplicemente alla conclusione dell’operazione Mediobanca.
In un’altra occasione, Lovaglio avrebbe rassicurato Caltagirone quando questi aveva espresso obiezioni riguardo alla proposta di Mediobanca di offrire per Banca Generali — una controllata dell’assicuratore — che avrebbe comportato la cessione da parte della banca milanese delle sue azioni in Generali, e probabilmente reso Mediobanca irraggiungibile per MPS.
«Generali è strategica sin dall’inizio», avrebbe detto Lovaglio, secondo le trascrizioni. Ha poi spiegato di aver cercato di ridimensionare pubblicamente l’importanza di Generali per evitare di essere accusato di aver lanciato l’offerta su Mediobanca come modo per colpire l’assicuratore.
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FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
L’indagine potrebbe rendere più difficile per gli investitori estromettere Donnet prima della fine del suo mandato nel 2027, e complicherebbe anche l’integrazione di Mediobanca da parte di MPS.
L’inchiesta solleva inoltre interrogativi sui prossimi passi da parte delle autorità di vigilanza italiane ed europee.
La Banca Centrale Europea a giugno ha approvato l’acquisizione di Mediobanca da parte di MPS nonostante le obiezioni della banca milanese, che sosteneva che i suoi azionisti stessero agendo in concerto. Reclami simili erano stati presentati anche ai regolatori italiani.
philippe donnet agorai innovation hub
Il governo italiano, che non fa parte dell’indagine, detiene ancora una quota del 5 per cento in MPS, che è stata nazionalizzata nel 2017. Nel novembre 2024 ha venduto una quota del 15 per cento a Delfin, Caltagirone e al creditore locale Banco BPM in una transazione anch’essa oggetto di scrutinio da parte dei pubblici ministeri.
Il conflitto tra l’amministratore delegato di Generali Donnet e Delfin e Caltagirone è arrivato fino al governo italiano alla fine dello scorso anno, quando Donnet ha cercato una partnership nella gestione patrimoniale con la francese Natixis, secondo diverse persone informate della vicenda.
I funzionari temevano che la joint venture transfrontaliera potesse esporre il Paese a rischi finanziari, e l’accordo Natixis-Generali sembrava in bilico.
Con alcuni dei principali protagonisti ora sotto indagine, tuttavia, quella posizione potrebbe cambiare — aprendo la possibilità a una nuova ondata di operazioni e instabilità nella finanza italiana.
CORRIERE DELLA SERA - PUBBLICITA DELL OPS DI MPS SU MEDIOBANCA
MASSIMILIANO FEDRIGA - PHILIPPE DONNET - MATTEO SALVINI
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri





