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GIORGIA, MA ’NDO VAI SE IL “MES” NON CE L’HAI? – IL PARADOSSO DI MELONI E GIORGETTI: HANNO SCELTO COME PRIORITÀ DELLA MANOVRA IL RIGORE DEI CONTI E LA STABILITÀ (FACENDO INCAZZARE TUTTI I MINISTRI). EPPURE IL GOVERNO SI RIFIUTA DI RATIFICARE IL FONDO SALVA STATI, IL MECCANISMO CHE SERVE AD ASSICURARE STABILITÀ ALL'AREA EURO – L’ECONOMISTA VERONICA DE ROMANIS: “UNA SCELTA INCOMPRENSIBILE. SENZA LA FIRMA ITALIANA QUESTA ISTITUZIONE NON POTRA’ INTERVENIRE IN CASO DI CRISI BANCARIA SISTEMICA, E NON POTRA’ ARGINARE L'EVENTUALE CONTAGIO FINANZIARIO CHE ANDREBBE A COLPIRE ANCHE NOI…”

Estratto dell’articolo di Veronica De Romanis per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI E GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA

In questo clima di grande confusione, una cosa è chiara: al governo piace - e giustamente - la stabilità. Viene, quindi, da chiedersi come mai non ratifica il Meccanismo europeo di Stabilità, il cosiddetto Mes che - come dice il nome stesso - ha come compito proprio quello di assicurare stabilità non solo a noi ma anche all'intera area dell'euro?

 

[…]

 

Pertanto, bloccare l'adozione del Trattato rivisto del Mes appare come una scelta sempre più incomprensibile. Eppure, l'attuale maggioranza si sta mostrando decisamente europeista: sta rispettando i vincoli di bilancio comunitari ben oltre quanto richiesto dalle stesse regole - il Patto di Stabilità e Crescita - scegliendo persino di uscire dalla procedura d'infrazione con un anno di anticipo. Sul Mes, invece, ha posto il veto.

 

giorgia meloni contro il mes

Senza la firma italiana non si può dare a questa istituzione la possibilità di intervenire in caso di crisi bancaria sistemica con risorse che andrebbero ad aggiungersi a quelle del Fondo di risoluzione unico.

 

Un simile intervento, inutile dirlo, accrescerebbe la stabilità dell'area perché consentirebbe di arginare l'eventuale contagio finanziario che andrebbe a colpire tutti, anche noi. Con conseguenze che abbiamo già visto: tensioni sui mercati finanziari, spread che sale, costi aggiuntivi per imprese, famiglie e soprattutto risparmiatori, categoria che il governo - giustamente - dice di voler proteggere.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Una dinamica simile l'abbiamo già sperimentata durante la crisi finanziaria del 2011 e poi nel 2018 quando il governo Conte 1 decise di presentare una Legge di Bilancio che violava tutte le regole europee. I mercati reagirono immediatamente portando lo spread oltre 300 punti base.

 

Così Conte dovette tornare sui suoi passi con interventi correttivi, ovvero dosi di austerità pesanti tanto da portare il deficit al valore poi basso dal 2007 e pari all'1,5 per cento. Ecco questo film non lo vogliamo più vedere.

 

Per fortuna, l'attuale maggioranza sembrerebbe avere capito l'importanza della stabilità anche perché, vale la pena ricordarlo, diversi suoi esponenti facevano parte di quella stessa compagine governativa. E, infatti, i conti sono in ordine, e la stabilità è diventata un mantra ripetuto quotidianamente. Un'ottima notizia.

 

MES - MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA

Ma allora perché non ratificare il Mes in modo da aumentare la stabilità anche a livello sistemico? Il Mes, peraltro, è un'istituzione davvero preziosa: può essere usata in molti modi. Può fungere da veicolo per programmi di aggiustamento macroeconomico destinati ai Paesi in difficoltà, come avvenuto con il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia.

 

Oppure può operare come una sorta di banca, erogando linee di credito a tassi vantaggiosi. Una di queste era stata messa a disposizione durante la pandemia. L'Italia decise di non usarla.

 

 

QUANDO GIORGIA MELONI ERA CONTRARIA AL MES - 3

L'allora premier Conte spiegò, con una certa dose di disinvoltura, che sì, quella soluzione sarebbe stata effettivamente più conveniente; tuttavia, attivarla avrebbe comportato un costo legato allo stigma associato al ricorso al Mes - un costo che, peraltro, nessuno ha mai quantificato.

La linea non è stata attivata neanche dal governo successivo, quello tecnico di Draghi.

E così anche quando si poteva risparmiare il nostro Paese ha deciso di spendere di più.

 

[…]

 

 Un ulteriore suo possibile utilizzo è quello suggerito da Ursula von der Leyen nei giorni scorsi. La proposta è semplice: creare una linea di credito per finanziare i fondi che gli Stati Membri destinano all'Ucraina. Per noi si tratterebbe di uno strumento assai conveniente visto che il debito del Mes ci farebbe risparmiare risorse in termini di spesa per interessi.

 

MES KETA - MEME BY EMILIANO CARLI

[…]  l'unica cosa certa è che del Mes non si parla affatto. E, quando se ne parla, è solo per ribadire che l'Italia non intende ratificare il Trattato, come Meloni ha più volte spiegato. C'è però chi, nelle fila della maggioranza - soprattutto nella Lega - si spinge oltre, arrivando persino a proporre l'eliminazione del Mes dall'assetto istituzionale italiano. Come? Semplice, vendendo le nostre quote. Avremmo così risorse per finanziare una bella riduzione delle tasse.

 

A parte il fatto che si tratterebbe di entrate una tantum, mentre per ridurre la pressione fiscale servono coperture strutturali, ciò che va sottolineato sono le conseguenze di una simile decisione. A chi venderemmo le quote? Dovremmo convincere gli altri azionisti, ossia i 19 Paesi dell'euro, a comprarle. Probabilmente ci risponderebbero: «Bene, volete vendere le quote? Quindi intendete uscire dall'euro? Perché di questo si tratterebbe».

 

Ora che siamo diventati amanti della stabilità, andiamo fino in fondo. Iniziamo ad apprezzare anche la stabilità europea, non solo quella italiana, visto che le due sono strettamente legate. E ratifichiamo il Mes.

giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse

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