PRONTO, PALAZZO CHIGI? È L’ORA DI PAGARE – DOPO 27 ANNI LO STATO HA PERSO LA BATTAGLIA LEGALE CONTRO TIM E DOVRÀ SBORSARE UN MILIARDO DI EURO PER IL VERSAMENTO DEL CANONE CONCESSORIO NEL 1998. LA CASSAZIONE HA RIGETTATO IL RICORSO PRESENTATO DALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO – L’UNICA BUONA NOTIZIA PER GIORGETTI È CHE I CONTI PUBBLICI CONO “AL RIPARO”, GRAZIE AL FONDO RISCHI DA OLTRE 2 MILIARDI, PREVISTO PROPRIO PER LE PERDITE NELLE CAUSE CHE VEDONO COINVOLTE LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE – IN CASA TIM IL MILIARDO IN ARRIVO SERVIRÀ ANZITUTTO PER FAR LIETI GLI AZIONISTI…
Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”
È passato un quarto di secolo, e litri di inchiostro sulle carte bollate, ma Tim sta per riavere i soldi del canone versato nel 1998 allo Stato. Li aveva chiesti nel 2000 la gestione Colaninno.
La somma, rivalutazione e interessi compresi, è salita dai 528 milioni iniziali a oltre un miliardo di euro: e presto sarà versata, dopo che la sentenza della Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla presidenza del consiglio dei ministri, confermando la decisione della Corte d'appello di Roma dell'aprile 2024.
pietro labriola a Italian Tech Week
[...] Almeno non ci saranno impatti negativi per la contabilità statale: per le amministrazioni pubbliche la legge prevede infatti la costituzione di un fondo rischi e contenzioso in cui appostare gli importi di perdite potenziali legate a cause in corso, davanti a giudici nazionali ed europei.
Attualmente nel bilancio pubblico dello Stato sono appostati a tal fine oltre 2,2 miliardi. Ne aveva parlato, lo scorso ottobre, anche il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Dpfp.
La controversia, che va a chiudersi dopo un tempo quasi surreale (non per l'Italia) risale alla liberalizzazione e privatizzazione del settore. Per l'anno 1998, successivo alla privatizzazione di Tim (allora Telecom Italia), il governo aveva stabilito un contributo obbligatorio agli operatori di tlc in base al fatturato, al posto del canone di concessione ormai inapplicabile.
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Ma l'ex monopolista italiano nel 2000 ricorse al Tar contro il decreto attuativo sulle modalità del pagamento. I giudici amministrativi rinviarono la decisione alla Corte di giustizia europea, che nel febbraio 2008 emise una sentenza favorevole al gruppo.
Nel frattempo (2003), Tim aveva fatto richiesta di rimborso sempre al Tar laziale che, con altra sentenza di fine 2008, aveva detto no (pur senza sconfessare la sentenza europea). Di qui il ricorso di Tim al Consiglio di Stato e la risposta, di nuovo negativa, del novembre 2009. Infine il ricorso in Corte d'appello, che l'anno scorso ha dato ragione alla società.
La rivale Vodafone, passata per una china analoga, tra l'altro aveva già ottenuto un simile rimborso.
[...] Ma a quanto pare il miliardo in arrivo servirà anzitutto per far lieti gli azionisti: pagando intanto i dividendi ai titoli Tim risparmio, a bocca asciutta da anni come del resto gli ordinari. Un preludio che potrebbe condurre all'eventuale futura conversione dei titoli di risparmio in ordinari. Un cda di Tim si riunirà dopo Natale – forse il 29 dicembre – per le valutazioni del caso.


