vladimir putin euro soldi

IL SEQUESTRO DEGLI ASSET RUSSI PUÒ DIVENTARE UNA DOPPIA FREGATURA – L’UTILIZZO DEI 140 MILIARDI DI LIQUIDITÀ CONFISCATA A MOSCA CON LE SANZIONI È UN BEL GINEPRAIO LEGALE, A CUI ALLA FINE POTREBBERO DOVER METTERE UNA PEZZA I CONTRIBUENTI DELL’UE. SE LA RUSSIA, UNA VOLTA FINITA LA GUERRA, NON TIRASSE FUORI UN RUBLO PER RIPAGARE I DANNI DEL CONFLITTO, SAREBBERO I PAESI DELL’UE A DOVER RIMBORSARE IL CREDITO FORNITO ALL’UCRAINA – STESSA COSA SE MOSCA FACESSE CAUSA (ALTAMENTE PROBABILE): GLI STATI DOVRANNO METTERE A “GARANZIA”, NEI PROPRI BILANCI, UNA QUOTA PER TUTELARSI…

Estratto da “Outlook”, la newsletter di Walter Galbiati per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/rubriche/outlook/2025/10/22/news/gli_asset_russi_congelati_e_come_usarli_per_l_ucraina_senza_compiere_il_furto_del_secolo-424928345/

 

 

VLADIMIR PUTIN - RUBLO

[…] Usare gli asset dei russi, facendo finta di non averli usati. E’ questo il piano che la Commissione europea, o almeno alcuni dei 27 Paesi, ha in mente per finanziare l’Ucraina senza ledere le leggi internazionali e il diritto di proprietà. […] Il tema […] tornerà domani sul tavolo dei leader europei che si riuniranno a Bruxelles.

 

L’intento è di concedere un prestito a Zelensky da 140 miliardi di euro mettendo come garanzia i beni russi congelati.

 

GIORGIA MELONI - G7 BORGO EGNAZIA PUGLIA

[…]  Dopo l’invasione dell’Ucraina, l’Europa ha bloccato circa 300 miliardi di asset della Federazione russa e di questi 210 si trovano presso la banca belga Euroclear, che, come principale lavoro, custodisce titoli e regola i pagamenti delle transazioni finanziarie che si effettuano sui mercati.

 

[…]  Si tratta per lo più di titoli di Stato, in una decina di valute, una parte dei quali sono giunti a scadenza e sono diventati ora un deposito liquido per quasi 180 miliardi di euro. La Russia, per via delle sanzioni, non può utilizzare o spostare questi soldi.

 

URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY

[…] Dal 2022 al 2024, poiché sui titoli maturano anche le cedole, si sono accumulati incassi aggiuntivi rimasti sempre confiscati […]. […] Ma da luglio dello scorso anno, qualcosa è cambiato. Dopo l’accordo stipulato al G7 tenutosi in Puglia, quel flusso di dividendi non è rimasto fermo, ma è stato incanalato per rimborsare i prestiti chiamati Extraordinary Revenue Acceleration (ERA). […] Il primo di questi prestiti è stato concesso all’Ucraina proprio in occasione dell’incontro dei sette grandi tenutosi a giugno 2024 a Borgo Egnazia.

 

Si tratta di un prestito da 50 miliardi di dollari, con 20 miliardi a testa messi a disposizione da Usa ed Europa e altri 3 miliardi ciascuno da Gran Bretagna, Giappone e Canada. Parte degli interessi che Euroclear incassa dai beni russi stanno ora andando a rimborsare questa esposizione.

vladimir putin al club valdai 2025 1

 

[…]  L’Unione europea, però, vuole alzare la posta, perché al momento non si intravede ancora un possibile stop al conflitto e le richieste di fondi non accennano a diminuire. I costi del sostegno all’Ucraina iniziano a pesare […]. Da qui l’idea di prestare 140 miliardi di euro facendoli garantire dalla liquidità custodita presso Euroclear.

 

Come funziona. Euroclear gira i soldi russi alla Ue a interessi zero e senza scadenza. L’Europa concede il prestito alle stesse condizioni all’Ucraina e prende come garanzia i soldi russi.

 

VLADIMIR PUTIN DOLLARI

Il debito verrebbe poi ripagato dall’Ucraina una volta terminato il conflitto, ma solo quando otterrà le riparazioni di guerra dalla Russia. […] In più, secondo la Commissione non lederebbe il diritto di proprietà perché il possesso di quei titoli rimarrebbe sempre in capo alla Federazione russa.

 

In realtà l’operazione presenta cinque grandi problemi.

 

1) Pagherà mai la Russia? Il primo, e forse il più evidente, è che il piano presuppone che l’Ucraina vinca la guerra e costringa la Russia a ripagare i danni. Senza essere grandi strateghi militari, l’opzione sembra al momento alquanto remota.

VLADIMIR PUTIN E I DRONI RUSSI

 

Paga Pantalone. Resta dunque la necessità che l’Europa metta una garanzia dello stesso importo erogato per risarcire Euroclear nel caso la Russia non tirasse fuori un euro.

 

Una garanzia che deve essere sottoscritta pro-quota dai Paesi che partecipano e duri almeno fino al 2028 quando il prestito potrà essere inserito nel nuovo bilancio Ue.

 

[…]  Per alleviare l’impatto sui conti degli Stati, tutti alle prese con l’esplosione del debito, si sta cercando di allargare l’adesione ai Paesi del G7, inclusi gli Stati Uniti e di erogare il prestito in tranche, in modo da diluire nel tempo le garanzie e arrivare al prossimo bilancio Ue.

 

Radoslaw Sikorski

2) Il sequestro a tempo. Il secondo problema è legato alla durata della confisca dei beni russi. Poiché il prestito da 140 miliardi deve essere concesso senza scadenza, in attesa che la Russia paghi, si deve allineare la durata temporale del sequestro dei beni russi che oggi viene rinnovato di sei mesi in sei mesi.

 

La maggioranza assoluta. Serve dunque trasformare la confisca a tempo indeterminato, operazione che però deve avvenire con l’approvazione di tutti i 27 membri dell’Unione europea. Il passaggio non è scontato, perché qui subentra un altro problema.

 

TWEET SUI SOLDI RUSSI AI PARTITI

3) Il problema politico. Non è detto che tutti i Paesi della Ue siano d’accordo. Appare difficile infatti che l’Ungheria e la Slovacchia, con governi considerati vicini alla Russia, lo approvino, o che altri come l’Italia siano favorevoli ad alzare la tensione nei confronti di Mosca senza l’approvazione di Trump.

 

Senza l’unanimità. La soluzione potrebbe essere quella di procedere senza l’unanimità, come suggerito dalla Germania favorevole ad andare fino in fondo, ma a maggioranza qualificata, un cambiamento che in base ai trattati può avvenire tutte le volte in cui sulla stessa questione si era già espresso favorevolmente il Consiglio europeo.

 

La saggezza polacca. Del resto cominciano ad essere in molti a pensarla come il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, che sui finanziamenti all’Ucraina si è espresso la settimana scorsa: "È molto semplice, o utilizziamo il denaro dell'aggressore o dovremo utilizzare il nostro. Non chiedetemi quale delle due opzioni preferisco".

VLADIMIR PUTIN - PATRIMONIO E RUBLI

 

4) La legge è uguale per tutti o no? C’è poi il problema giuridico che consiste nel calpestare il diritto di proprietà e le leggi internazionali che tutelano i depositi.

 

Mettere le mani sui beni custoditi in Europa senza un appiglio legale solido potrebbe essere interpretato male dai mercati finanziari, che guardano molto alla stabilità normativa dei contesti in cui operano.

 

“Il furto del secolo”. Non a caso, l’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, ha detto che se questa operazione andasse in porto, sarebbe “il furto del secolo”.

 

Alexei Paramonov

Nessun esproprio. Secondo gli avvocati della Commissione europea, invece, il meccanismo studiato non sarebbe un esproprio della liquidità russa depositata presso Euroclear, perché esclude esplicitamente la modifica delle rivendicazioni legali della Russia.

 

I dubbi della Bce. Eppure fonti vicino alla Banca centrale europea, forse anche perché quei titoli sono sotto il cappello della Banca centrale russa, non sono così sicure dello scudo giuridico intorno alla operazione.

 

Il rischio di cause legali. Come dire che un domani, se non si troverà un accordo sul risarcimento dei danni, la Russia potrà rivendicare quei soldi presso Euroclear, che ovviamente per aderire al piano europeo vuole essere a sua volta tutelata.

Radoslaw Sikorski

 

5) Quanti soldi ancora? L’ultimo problema riguarda l’entità del prestito, perché 140 miliardi sono tanti, ma non molti. Kiev a settembre ha stimato un fabbisogno di 50 miliardi di aiuti esterni per il 2026, mentre il Kiel Institute […] arriva a 80 miliardi l’anno.

 

[…]  Significa che quei 140 miliardi, che si avvicinano agli oltre 170 miliardi che l’Europa ha finora concesso tra aiuti militari e umanitari, potrebbero non bastare se la guerra dovesse protrarsi ancora a lungo. […]

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