IL “SOLE 24 ORE” PROVA A DARE SOLLIEVO AI NERVI DI CALTAGIRONE, MILLERI E LOVAGLIO, SCOSSI DOPO LA LORO ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DA PARTE DELLA PROCURA DI MILANO, SQUADERNANDO UN SONORO TITOLO: “CONSOB: SUL PATTO MPS-MEDIOBANCA NON SUSSISTE ALCUN PATTO OCCULTO” - LO SCANDALO FINIRÀ IN UNA BOLLA DI SAPONE? MANCO PER IL PIFFERO! INNANZITUTTO LA CONSOB È L’AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO I CUI MEMBRI SONO NOMINATI DAL PARLAMENTO, E QUINDI DAI PARTITI - SECONDO PUNTO: IL DOCUMENTO CONSOB (REDATTO PRIMA DELL’INCHIESTA DELLA PROCURA) NON PUÒ SOSTITUIRSI ALLE INDAGINI DEI PM, INIZIATE A PARTIRE DAL 2024. È PRECIPITOSO “CANTARE VITTORIA”, CON UN ANNO DI INDAGINI DEI MAGISTRATI E IGNORANDO ANCORA GRAN PARTE DELLE INTERCETTAZIONI - SE DOPO GLI INTERROGATORI DEI TRE INDAGATI, SPUNTASSE QUALCHE RINVIO A GIUDIZIO...
DAGOREPORT
L ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUL DOCUMENTO CONSOB SU MPS MEDIOBANCA
Oggi il “Sole 24 Ore” ha provato a dare sollievo al sistema neurovegetativo di Caltagirone-Milleri-Lovaglio, decisamente abbattuto dopo la loro iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano, squadernando un sonoro titolo: “Consob: sul patto Mps-Mediobanca non sussiste alcun patto occulto”.
Forse ci siamo distratti: lo scandalo finirà in una bolla di sapone? E’ tutta un’allucinazione? Un’illusione ottica? Manco per il piffero! Intanto, va detto che la Consob è l’autorità di vigilanza del mercato finanziario italiano i cui membri sono nominati dal Parlamento, e quindi dai partiti.
Secondo punto: il documento della Consob - che è stato redatto prima dell’inchiesta della Procura - non può sostituirsi alle indagini della magistratura. Gli accertamenti Consob sono ovviamente ben diversi da quelli dei pubblici ministeri, le cui indagini e intercettazioni sono iniziate a partire dal 2024.
LUIGI LOVAGLIO FRANCESCO MILLERI GAETANO CALTAGIRONE GENERALI
Quindi è perlomeno precipitoso “cantare vittoria”, sventolando il documento Consob, avendo davanti a quasi un anno di indagini dei magistrati e ignorando ancora gran parte delle intercettazioni…
Se dopo gli interrogatori dei tre indagati, nei prossimi giorni spuntasse qualche rinvio a giudizio, in quale posticino non battuto dal solo mettiamo il documento di “assoluzione” della Consob? Ah, saperlo…
CONSOB, SU CASO MPS-MEDIOBANCA NON SUSSISTE IL PATTO OCCULTO
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
Documento del 15 settembre, 'non c'è stata azione di concerto'
(ANSA) - ROMA, 06 DIC - "Non sussiste il patto occulto" fra i soci Delfin e Caltagirone e "non sussiste il concerto" con Siena. E' quanto sostenuto da un documento della divisione vigilanza emittenti della Consob del 15 settembre 2025 che viene riportato da Il Sole 24 Ore.
Il documento fa riferimento "al presunto concerto fra Francesco Milleri, presidente di Delfin, Francesco Gaetano Caltagirone, fondatore del gruppo Caltagirone, e il ceo di Mps, Luigi Lovaglio, per prendere il controllo di Mediobanca e Generali aggirando l'obbligo d'Opa su Piazzetta Cuccia", si legge nell'articolo.
L ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUL DOCUMENTO CONSOB SU MPS MEDIOBANCA
Dopo mesi di indagini, l'Autorità di vigilanza sostiene che "nessuna delle condotte riferite da Mediobanca - peraltro non supportate da evidenze probatorie di alcun genere - è parsa essere caratterizzata da profili di potenziale criticità o allarme" e che "sulla base delle attività di verifica svolte, non siano sussistenti quegli indizi gravi, precisi e concordanti idonei e necessari per accertare la sussistenza di un'azione di concerto tra i soci Delfin, Caltagirone e il Mef attuata anche tramite Mps, nonché la conseguente sussistenza di un obbligo di Opa su Mps" e su Mediobanca.
E "più in particolare, non sono stati rilevati accordi verbali o scritti, espressi o taciti, ancorché invalidi o inefficaci, tra i soggetti" già citati "che rappresentano il presupposto della relazione consensuale in cui si sostanza l'azione di concerto - prosegue il documento - né la sussistenza di tali accordi pare potersi inferire in via indiziaria, attraverso la valorizzazione di elementi fattuali, quali la constatazione di una condotta allineata da parte" di Milleri, Caltagirone e Mps.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
La Consob spiega, quindi, che le condotte di Delfin e Caltagirone, "sebbene allineate, non appaiono sufficienti a rilevare unicamente una linea di azione concordata avente l'obiettivo specifico di controllare Mediobanca e Generali, per tramite dell'Ops Mediobanca, essendo condotte coerenti anche con il perseguimento di interessi economici propri di ciascuno di detti azionisti, autonomi e diversi dalla volontà di acquisizione e gestione congiunta del controllo" di Mediobanca e Generali.
L'idea dell'operazione Mps-Mediobanca, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, non nasce certo nel 2024. Come ricostruito dalla Consob, il primo documento che ipotizza l'operazione di integrazione è stato presentato dal ceo Luigi Lovaglio a un incontro al Mef, il 16 dicembre 2022, giorno del compleanno del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Il documento dal titolo 'Aggiornamento su Mps. Situazione e prospettive' portava a tre opzioni per l'uscita ordinata del Tesoro dal Mps.
NICOLA BORZI COMMENTA L ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUL DOCUMENTO CONSOB SU MPS MEDIOBANCA
La prima è l'opzione stand alone, secondo la quale lo "Stato sarebbe potuto uscire con operazioni sul mercato". La seconda è quella 'merger of equals', ossia l'integrazione fra banche commerciali simili, che aveva individuato come possibili target sia il Banco Bpm sia Bper. La terza è di trasformazione, ossia l'operazione con "Mediobanca, con specializzazione in corporate e investment banking, private banking, fabbriche prodotto e retail banking".
La novità che emerge a sorpresa dalla documentazione Consob, prosegue il Sole 24 Ore, è che l'opzione Mediobanca, come "integrazione (senza fusione) tra le loro banche", nel "luglio-agosto 2024", è stata presentata in più occasioni da Luigi Lovaglio all'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel. Ulteriore segno che l'acquisizione annunciata a gennaio scorso, su cui sono poi partiti gli esposti alla Consob di Nagel per presunte azioni di concerto (il 5 marzo, il 5 maggio, il 14 e 23 giugno) è sempre stata pensata come operazione industriale.
MPS-MEDIOBANCA, DOCUMENTO CONSOB ESCLUDE PATTO OCCULTO
Collaborazione tra Authority e procura ognuno nei suoi ambiti
(di Massimo Lapenda) (ANSA) - MILANO, 06 DIC - Non si placano i colpi di scena sulla scalata di Mps a Mediobanca, l'operazione che ha portato ad un nuovo assetto della finanza italiana. Un documento della divisione vigilanza emittenti della Consob del 15 settembre 2025, evidenzia che "non sussiste il patto occulto" fra i soci Delfin e Caltagirone e "non sussiste il concerto" con Siena.
L'esame comunque continua e sul tavolo dell'authority ci sono ora anche gli elementi raccolti dalla magistratura milanese. "Consob e Procura di Milano hanno collaborato e continuano a collaborare ciascuno nei propri ambiti di competenza", spiegano all'Ansa fonti vicine ai dossier d'indagine. Un'indicazione che può essere letta sia per sottolineare una cooperazione nello scambio di informazioni, sia per evidenziare che non ci sarebbero contrapposizioni.
Proprio le ipotesi di "accordi non dichiarati e nascosti al mercato" sono infatti al centro dell'indagine della Procura di Milano che ha portato il 27 novembre scorso a perquisizioni e sequestri nei confronti di tre indagati, l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Delfin Luxottica, Francesco Milleri, e come concorrente esterno, l'ad di Montepaschi, Luigi Lovaglio.
Gli elementi contenuti nel documento di settembre della Consob, diffuso dal Sole 24 Ore e già noti alla Procura di Milano, fotografano un quadro emerso nel corso di indagini e audizioni della Vigilanza, iniziate dopo una raffica di esposti da parte di Mediobanca nel tentativo di fermare la scalata di Mps. Ora la collaborazione tra magistrati e la Consob, come ha evidenziato il presidente Paolo Savona in audizione in commissione in Senato per la riforma del Tuf, prosegue anche alla luce di nuovi elementi, tra cui documenti e intercettazioni telefoniche, raccolti dalla Procura.
GIANCARLO GIORGETTI E FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE (FOTOMONTAGGIO)
Documenti e intercettazioni che l'Authority prima non avrebbe potuto ottenere avendo, su alcuni aspetti, minori possibilità legislative d'indagine. Nel documento di settembre, l'autorità di Vigilanza sottolinea che in definitiva sulla base delle "attività di verifica svolte, non siano sussistenti quegli indizi gravi, precisi e concordanti idonei e necessari per accertare la sussistenza di un'azione di concerto tra i soci Delfin, Caltagirone e il Mef attuata anche tramite Mps, nonché la conseguente sussistenza di un obbligo di Opa su Mps" e su Mediobanca.
Ma non è tutto. Più nel dettaglio, "non sono stati rilevati accordi verbali o scritti, espressi o taciti, ancorché invalidi o inefficaci" che rappresentano il presupposto della "relazione consensuale in cui si sostanza l'azione di concerto" di Caltagirone, Milleri e Mps. A supportare le conclusioni a cui giungeva la Consob c'è anche il fatto che il piano per la scalata a Mediobanca precede di oltre due anni l'arrivo dei grandi soci privati nel capitale di Mps. Il primo documento che ipotizza l'operazione di integrazione è stato presentato il 16 dicembre 2022 dal ceo di Monte dei Paschi Luigi Lovaglio nel corso di un incontro al Mef. Nell'aggiornamento della situazione della banca e sulle prospettive future, venivano elencate tre opzioni per l'uscita ordinata del Tesoro da Siena.
La prima era l'opzione stand alone, secondo la quale lo "Stato sarebbe potuto uscire con operazioni sul mercato". La seconda era quella dell'integrazione fra banche commerciali simili, che aveva individuato come possibili obiettivi Banco Bpm o Bper. La terza era di trasformazione, ossia l'operazione con Mediobanca. Con queste ipotesi sul tappeto è facile intuire che Mps, vista la rapida evoluzione del risiko bancario italiano, ha dovuto decidere rapidamente su come muoversi, svolgendo un ruolo attivo ed evitando di diventare una facile preda.
Tramontata l'ipotesi di un terzo polo con Banco Bpm, per effetto dell'offerta di Unicredit che ha di fatto bloccato la banca guidata da Giuseppe Castagna, Siena ha dato corso alla terza opzione già ipotizzata, ovvero l'operazione che ha portato alla conquista di Mediobanca. Ed ora, dopo il colpo di scena del documento della Consob e il Cda di Mps che ha rinnovato all'unanimità la fiducia nell'amministratore delegato Luigi Lovaglio, l'attenzione è rivolta alla riapertura dei mercati di lunedì. In Borsa i riflettori saranno accesi anche su Mediobanca dopo l'accordo per la risoluzione dei rapporti di lavoro di Alberto Nagel e Francesco Saverio Vinci, a cui andranno 5 milioni ciascuno.





