USARE GLI ASSET RUSSI CONGELATI È UN GRAN CASINO – LA NUOVA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE UE SBLOCCHEREBBE ALMENO 90 MILIARDI PER L’UCRAINA, MA CI SONO MOLTI OSTACOLI. A PARTIRE DALLA VOLONTÀ DEGLI STATI DI OFFRIRE GARANZIE ALL’EVENTUALE PRESTITO E AL VETO DI BELGIO E UNGHERIA – SORGI: “L'ITALIA SI TROVEREBBE A GARANTIRE, O CONDIVIDENDO LA DECISIONE O GARANTENDO 11-12 MILIARDI. NELL'UNA O NELL'ALTRA EVENTUALITÀ, IL ‘NO’ DI SALVINI È ABBASTANZA PREVEDIBILE, INSIEME ALL'IMBARAZZO DI MELONI, COSÌ COM'È PREVENTIVABILE UN INSORGERE DEL PARTITO TRASVERSALE FILO-RUSSO CHE HA IN CONTE IL SECONDO MAGGIOR PILASTRO...”
URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
1. LA MOSSA DUPLICE DI URSULA
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”
Chissà quale sarà la reazione di Salvini, che ha appena bloccato il dodicesimo decreto di aiuti in armi all'Ucraina, al piano della Presidente della Commissione europea Von der Leyen per un prestito da 90 miliardi a Kiev, basato sugli asset russi o ricavato dal bilancio dell'Unione.
L'Italia si troverebbe coinvolta in entrambi i casi: nel primo, per condividere una decisione che [...] incontra già alcune opposizioni, a cominciare da quella del primo ministro del Belgio, Paese che detiene la maggior parte degli asset di Mosca.
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
Nel secondo caso l'Italia si troverebbe a garantire per 11-12 miliardi dei 90 di prestito europeo previsti: da ricavare nel budget ancora in fase di aggiustamento con la legge di stabilità, o con altro genere di manovra.
Nell'una o nell'altra eventualità, il "no" di Salvini è abbastanza prevedibile, insieme all'imbarazzo di Meloni, così com'è preventivabile un insorgere del partito trasversale filo-russo che ha in Conte il secondo maggior pilastro [...].
L'Ucraina ha quantificato in 135 miliardi il proprio fabbisogno [...]. Con l'annuncio di Von der Leyen, e sempre che la presidente riuscisse a trovare l'appoggio necessario (finora esplicito è solo quello della Germania), l'Europa si impegnerebbe a sostenere i due terzi dello sforzo necessario.
Ma occorrerà vedere se, oltre al "no" sicuro e dichiarato di Orban, si leveranno altre resistenze, e se la Presidente della Commissione [...] potrà contare su tutta la sua larga maggioranza o dovrà misurare defezioni. [...]
christine lagarde al mercato sant ambrogio a firenze 9
2. VON DER LEYEN VA AVANTI SUGLI ASSET RUSSI PER KIEV “ANCHE SENZA UNANIMITÀ”
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Nonostante lo scetticismo della Banca centrale europea (Bce) e la netta contrarietà del governo belga – espressi molto chiaramente anche ieri da Christine Lagarde e dal premier Bart De Wever – Ursula von der Leyen ha deciso di andare avanti con il piano per usare gli asset russi congelati.
E ha messo sul tavolo un meccanismo che potrà essere approvato dagli Stati membri a maggioranza qualificata, in modo da aggirare potenziali veti. L'alternativa, ha proposto la presidente della Commissione, è l'emissione di debito comune per finanziare il prestito all'Ucraina, offrendo come garanzia il bilancio Ue, il che però richiede un accordo all'unanimità tra i Ventisette. Al Consiglio europeo del 18 dicembre, i leader saranno chiamati a decidere.
«Abbiamo tenuto in considerazione quasi tutte le preoccupazioni del Belgio», ha assicurato Von der Leyen, che per andare incontro al governo federale di Bruxelles ha deciso di utilizzare non soltanto i 185 miliardi di asset russi depositati presso la società finanziaria Euroclear, che ha appunto sede in Belgio, ma anche gli altri 25 miliardi sparsi per l'Europa (soprattutto in Francia, Germania, Svezia e Cipro).
Potenzialmente ci sarebbero a disposizione 210 miliardi di euro, ma l'entità del prestito da erogare a Kiev è stata ridotta rispetto ai piani iniziali: non più 140 miliardi, ma soltanto 90, «pari a due terzi delle esigenze finanziarie dell'Ucraina nel periodo 2026-2027», ha spiegato Von der Leyen, assicurando che «gli Usa hanno accolto positivamente la proposta Ue».
GIORGIA MELONI VOLODYMYR ZELENSKY
Il Paese avrà bisogno di 135,7 miliardi nel prossimo biennio: 52,3 miliardi in assistenza finanziaria e 83,4 miliardi di esigenze militari. La Commissione Ue prevede di sborsare 45 miliardi l'anno e conta sul sostegno degli altri partner internazionali per far fronte alle esigenze di cassa dell'Ucraina.
Il sistema prevede di emettere debito e di utilizzare la liquidità generata dagli asset finanziari della Banca centrale russa che sono immobilizzati in Europa per acquistare i bond Ue a cedola zero, finanziando così il prestito all'Ucraina, la quale lo ripagherebbe soltanto nel caso in cui Mosca coprisse le spese per i danni di guerra. Fino a quel momento, gli asset resterebbero congelati.
ursula von der leyen volodymyr zelensky
Ma le vie legali proposte da Palazzo Berlaymont sono disseminate di ostacoli perché gli Stati dovranno condividere i rischi, offrendo garanzie a tale prestito e tenendosi pronti a versarle in caso di bisogno, visto che non si tratta di una confisca. La soluzione preferita dalla Commissione prevede di usare lo spazio che c'è nel bilancio Ue a garanzia del prestito, ma per farlo serve una decisione all'unanimità tra i 27.
Il Belgio potrebbe opporsi, oppure la stessa Ungheria di Viktor Orban, da sempre contrario all'iniziativa. Il meccanismo può essere attivato anche a maggioranza qualificata, ma a quel punto sarebbero i singoli Stati favorevoli a dover offrire garanzie bilaterali, su base nazionale, in proporzione al loro Pil.
donald trump e viktor orban alla casa bianca
Siccome le sanzioni vanno rinnovate ogni sei mesi e richiedono l'unanimità, per aggirare il potenziale veto di qualche Paese sul congelamento degli asset, la Commissione propone di applicare l'articolo 122 del Trattato, quello per le situazioni d'emergenza, che viene usato in caso di «gravi difficoltà nell'approvvigionamento di determinati prodotti, in particolare nel settore dell'energia».
Con questa base giuridica, per mantenere gli asset congelati basterebbe dunque la maggioranza qualificata, anche se l'applicazione dell'articolo 122 viene vista con molto sospetto da alcuni Stati membri e potrebbe scatenare ricorsi alla Corte di Giustizia Ue.
Per esempio l'Ungheria, che ha già annunciato di voler portare alla Corte Ue anche lo stop all'acquisto di gas russo dal 1° ottobre 2027, concordato ieri dalle istituzioni comunitarie. Oppure il Belgio, che nonostante la sua contrarietà rischia di veder approvare un piano che farà leva sui 185 miliardi di beni russi depositati presso Euroclear, che ha sede nel Paese. [...]

