I NUMERI REALI DIETRO LE CIALTRONATE DI TRUMP – DA WALL STREET È PARTITO L’ALLARME: “SIAMO IN UNA RECESSIONE DI POSTI DI LAVORO”. IN SEI MESI SONO STATI IMMESSI SUL MERCATO APPENA 100 MILA NUOVI IMPIEGHI. LA DISOCCUPAZIONE È SCHIZZATA AL 4,6%, MAI COSI’ ALTA DAL SETTEMBRE 2021 – IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA MINIMIZZA: “I SALARI CRESCONO, I PREZZI SCENDONO E CI SONO MIGLIAIA DI MILIARDI DI INVESTIMENTI CHE ENTRANO NEL PAESE”. E NEL DISCORSO ALLA NAZIONE QUESTA SERA PARLERA’ “DEI SUCCESSI OTTENUTI IN 11 MESI...”
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
DISOCCUPAZIONE NEGLI STATI UNITI
«Il meglio deve ancora venire», dicono i post sui social ufficiali della Casa Bianca. I dati sul lavoro con i numeri di ottobre (non completi) e novembre accorpati in un unico report, non preoccupano l'Amministrazione che anzi va al contrattacco: «I salari crescono, i prezzi scendono e ci sono migliaia di miliardi di investimenti che entrano nel Paese», spiega Karoline Leavitt, portavoce di Trump.
Le opinioni a Wall Street sono diverse, e pur fra mille sfumature, difficile trovare l'identico entusiasmo di Leavitt fra operatori e analisti. «Siamo in una recessione di posti di lavoro», dice invece Heather Long, di Navy Federal Credit Union, dimostrata dagli appena 100 mila posti di lavoro immessi nel mercato Usa in sei mesi.
donald trump e il progetto dell arco di trionfo
La fotografia del Dipartimento del Lavoro è questa: in novembre i posti di lavoro sono aumentati di 64mila unità, meglio delle stime, ma se combinati con ottobre (declino di 105mila) ecco che il saldo è negativo negli ultimi due mesi per 41mila unità.
La disoccupazione è schizzata al 4,6%, mai dal settembre del 2021 era stata così alta. A pesare sui dati di ottobre l'uscita dal lavoro di 162mila dipendenti federali, ultima tranche della mannaia del Doge (Dipartimento per l'Efficienza governativa) guidato da Elon Musk sino al 31 maggio.
Due fasce preoccupano particolarmente: i giovani (20-24 anni) e i neri senza lavoro sono l'8,3%, in costante ascesa. [...]
MERCATO DEL LAVORO E DISOCCUPAZIONE NEGLI STATI UNITI
Spie accese per Trump ce ne sono più di una: la prima è legata all'aumento dei salari, più 3,5% su base annua, appena 0,1% su base mensile. Una corsa più veloce dell'inflazione (3%) ma il potere d'acquisto reale è al di sotto del livello del costo della vita.
È un dato che si riflette nei sondaggi delle ultime settimane (così come nelle elezioni locali di novembre) che rivelano come il 46% (dati di Politico, 5 dicembre) degli americani imputi alla politica di Trump l'aumento del costo della vita.
L'altro fronte è l'emorragia di posti nella manifattura: il cosiddetto reshoring dell'industria con creazione di occupazione negli Usa non si vede. La spinta delle tariffe dovrebbe – nei piani dell'Amministrazione – riportare negli Usa la catena produttiva e con essa occupazione. Al momento non c'è alcuna indicazione di un'inversione di rotta.
La scorsa settimana la Federal Reserve ha deciso il taglio dei tassi (ora nella forchetta 3,5%-3,75%) al buio, senza avere dati completi sull'occupazione.
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DONALD TRUMP SI ADDORMENTA DURANTE UNA RIUNIONE
In questo contesto per Trump diventa più complicato difendere la sua agenda economica e appropriarsi della cosiddetta affordability. Ieri sera è stato il vicepresidente JD Vance a parlare in Pennsylvania di ricette economiche; venerdì lo farà Trump dalla Nord Carolina. Ma questa sera – le 21 di Washington – il presidente terrà un discorso alla Nazione in cui, ha anticipato Leavitt, parlerà «dei successi ottenuti nei passati 11 mesi e di quanto fatto per riportare il nostro Paese alla sua grandezza».
