
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE STA UCCIDENDO INTERNET – CHATGPT E SIMILI HANNO RESO IMPROVVISAMENTE OBSOLETI I MOTORI DI RICERCA, E CON ESSI I SITI DI DESTINAZIONE: PERCHÉ CLICCARE SE HO TUTTE LE INFORMAZIONI DEL MONDO SEMPRE A DISPOSIZIONE CON L’IA? – MAURO MASI: “LA PRINCIPALE CONSEGUENZA È LA RIDUZIONE DEGLI INTROITI E L’AFFANNOSA RICERCA DI NUOVE FONTI DI FINANZIAMENTO. CIÒ PUÒ ESSERE UN BENE, PERCHÉ PUÒ SPINGERE LA RICERCA VERSO NUOVI ORIZZONTI, MA ANCHE UN MALE, PERCHÉ IL BUSINESS PUÒ ORIENTARSI IN TERRITORI OGGI CONFINATI NEL DARK WEB. C’È POI CHI SPERA CHE LA DIGA SIANO LE LEGGI A TUTELA DEL DIRITTO D’AUTORE/COPYRIGHT. FRANCAMENTE (COME CI INSEGNA LA STORIA RECENTE DELL’INDUSTRIA MUSICALE, DA ‘NAPSTER’ IN POI), IO NON CI SPEREREI MOLTO…”
Estratto dell’articolo di Mauro Masi* per “Italia Oggi"
*delegato italiano alla Proprietà intellettuale
Nessuno di noi oggi sa dire dove ci porterà la rivoluzione innescata dai sistemi di intelligenza artificiale (AI). Che di una vera propria rivoluzione si tratti ormai non è più in discussione, come non è in discussione che l’AI sia la chiave della seconda modernità così come Internet lo è stato (solo pochi anni fa[…]) della prima […].
La «conventional wisdom» qualifica i sistemi di AI come un’evoluzione tecnica (in realtà non solo tecnico-scientifica ma anche sociale e, se vogliamo, culturale) del mondo della rete. Ciò ha in sé molto di vero anche se i più attuali sviluppi danno il senso di un percorso che ricorda il dramma di Edipo che uccide il padre (Laio) e svillaneggia la madre (Giocasta).
AI OVERVIEW - I RIASSUNTI GENERATI DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE SU GOOGLE
Sì, perché è ormai evidente che i sistemi di AI, specificamente quelli autogenerativi (i chatbot), stanno cannibalizzando la rete. Come notano unanimemente i più attenti addetti ai lavori e la stampa specializzata […], un numero sempre crescente di navigatori della rete non utilizza più i motori di ricerca per le proprie «query» ma si serve dei chatbot. […]
La breccia, come è noto, è stata aperta da ChatGpt, il chatbot sviluppato da Open AI (la creatura del guru dell’AI, il discusso, ma sicuramente geniale, Sam Altman) basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico.
Dal 20 novembre 2022, data del lancio di ChatGpt, a oggi, il successo di questi sistemi è stato assoluto e la loro crescita esponenziale. Con il risultato che il traffico di rete attraverso i motori di ricerca si è via via notevolmente ridotto.
E minor traffico significa minori risorse, minori entrate. Secondo dati largamente accreditati, il traffico mensile dei motori di ricerca «convenzionali» si è ridotto di circa il 15% nel 2024; non si hanno cifre verificate per l’anno in corso, ma è certo che la tendenza si sia notevolmente accentuata: c’è chi parla di un 30% su base annua; mentre Wikipedia annuncia una riduzione dei propri accessi dell’8% nel 2024 e tace sull’anno in corso.
Come detto, la principale conseguenza di tutto ciò è la riduzione degli introiti (a iniziare da quelli pubblicitari) e l’affannosa ricerca da parte dei grandi siti del web verso nuove fonti di finanziamento.
risposte senza senso date da chatgpt 7
Ciò può essere un bene, perché può spingere la ricerca verso nuovi orizzonti con il risultato di cambiare ancora una volta la rete come la conosciamo ampliandone le opportunità e cambiando così, per induzione o per logica di mercato, anche gli stessi sistemi di AI.
Ma può essere un male, perché il business della rete, alla ricerca di nuove entrate, può orientarsi in territori oggi confinati nel dark web e altamente problematici. C’è poi chi nel mondo della rete spera che la diga contro la crescita del fenomeno chatbot autogenerativi siano le leggi a tutela del diritto d’autore/copyright. Francamente (come ci insegna la storia recente dell’industria musicale, da Napster in poi), io non ci spererei molto.
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INVESTIMENTI PRIVATI NELL INTELLIGENZA ARTIFICIALE - USA - CINA - UE
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SEARCHGPT - IL MOTORE DI RICERCA DI CHATGPT
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