NON VE LA MERITATE, LA DEMOCRAZIA - PER IL 30% DEGLI ITALIANI, LE AUTOCRAZIE SONO PIÙ ADATTE ALLO SPIRITO DEI TEMPI – L’ANALISI DEL CENSIS: “È L'ETÀ SELVAGGIA, DEL FERRO E DEL FUOCO, DI PREDATORI E DI PREDE. E IL GIOCO POLITICO CAMBIA LE SUE REGOLE, PRIVILEGIANDO LA PREVARICAZIONE ILLIMITATA. IL 62% DEGLI ITALIANI RITIENE CHE L'UNIONE EUROPEA NON ABBIA UN RUOLO DECISIVO NELLE PARTITE GLOBALI. IL 55% È CONVINTO CHE LA SPINTA DEL PROGRESSO IN OCCIDENTE SI SIA ESAURITA E ADESSO APPARTENGA A CINA E INDIA” (FATELI VIVERE SENZA LIBERTÀ NÉ DIRITTI UNA SETTIMANA, VEDIAMO SE CAMBIANO IDEA…)
CENSIS, PER IL 30% DEGLI ITALIANI AUTOCRAZIE PIÙ ADATTE AI TEMPI
(ANSA) - L'Italia si è inoltrata "nell'età selvaggia" ed il 30% degli italiani "adesso ha una convinzione inaudita: le autocrazie sono più adatte allo spirito dei tempi". Così il Censis nel suo 59° rapporto.
"Nel mondo a soqquadro - rileva l'analisi del Censis - non è l'economia il vero motore della storia. Lo sono le pulsioni antropologiche profonde: antichi miti e nuove mitologie, paure ancestrali e tensioni messianiche, veementi fedi religiose e risorgenti fanatismi ideologici, culture identitarie radicali, desideri di riconoscimento inappagati, suggestioni della volontà di potenza.
Molti fenomeni del nostro tempo, che sfuggono alla pura razionalità economica, come le guerre, i nazionalismi, il protezionismo, non si spiegherebbero altrimenti. Il vitalismo irrazionale soppianta la fiducia ragionevole in un illuminato progressismo liberal". Da qui l' "età selvaggia, del ferro e del fuoco, di predatori e di prede".
E il gioco politico cambia le sue regole, "privilegiando ora la sfida, ora la prevaricazione illimitata. Perciò il 62% degli italiani ritiene che l'Unione europea non abbia un ruolo decisivo nelle partite globali. Il 53% crede che sia destinata alla marginalità in un mondo in cui vincono la forza e l'aggressività, anziché il diritto e l'autorità degli organismi internazionali.
Per il 74% l'american way of life non è più un modello socio-culturale, un tempo da imitare e oggi irriconoscibile. Il 55% è convinto che la spinta del progresso in Occidente si sia esaurita e adesso appartenga a Cina e India. Il 39% ritiene che le controversie tra le grandi potenze si risolvano ormai mediante i conflitti armati, i cui esiti fisseranno i confini del nuovo ordine mondiale".
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CENSIS, LE ECONOMIE OCCIDENTALI NELLA STRETTA DEL DEBITO
(ANSA) - Le economie occidentali sono strette nelle maglie del debito. L'Italia non è più l'unico malato d'Europa, nel 2030 il rapporto debito pubblico/Pil nei Paesi del G7 supererà il 137%. Questo rende le economie dei paesi più sviluppati sempre più fragili e il welfare sempre meno efficiente.
E' la fotografia del Censis nel suo 59/o rapporto al capitolo "Il Grande Debito e il secolo delle società post-welfare" che prevede "uno shock per le finanze pubbliche analogo a quello vissuto durante l'emergenza sanitaria, ma questa volta il debito record sarà maturato in condizioni ordinarie, in assenza di una pandemia".
Tra il 2001 e il 2024 nei Paesi del G7, a fronte di una stentata crescita dell'economia, il debito pubblico è lievitato dal 75,1% al 124,0% del Pil. In Italia dal 108,5% al 134,9%, in Francia dal 59,3% al 113,1%, nel Regno Unito dal 35,0% al 101,2%, negli Stati Uniti dal 53,5% al 122,3%.
Non siamo più l'unico malato d'Europa. Nel 2030 il rapporto debito pubblico/Pil nei Paesi del G7 supererà il 137%, ritornando prossimo al livello raggiunto nel 2020 a causa della pandemia, quando sfiorò il 140%.
"L'ingente debito e la bassa crescita, legata all'invecchiamento demografico e alla riduzione della popolazione attiva, congiurano per un inevitabile ridimensionamento del welfare" afferma il Censis.
A settembre il debito pubblico italiano ha toccato la cifra record di 3.081 miliardi di euro (+38,2% rispetto a settembre 2001). Nell'ultimo anno la spesa per interessi è stata pari a 85,6 miliardi, corrispondenti al 3,9% del Pil: il valore più alto tra tutti i Paesi europei (ad eccezione dell'Ungheria: 4,9%), anche più della Grecia (3,5%) e molto al di sopra della media europea (1,9%).
CENSIS, PER 62% ITALIANI L'UE NON DECISIVA NELLE PARTITE GLOBALI
(ANSA) - Il 62% degli italiani ritiene che l'Unione europea non abbia un ruolo decisivo nelle partite globali. Il 53% crede che sia destinata alla marginalità in un mondo in cui vincono la forza e l'aggressività, anziché il diritto e l'autorità degli organismi internazionali. Per il 74% l'american way of life non è più un modello socio-culturale.
E' quanto emerge dal 59° rapporto del Censis. Mentre il 55% è convinto che la spinta del progresso in Occidente si sia esaurita e adesso appartenga a Cina e India. Secondo il 72% degli italiani 'la gente non crede più ai partiti, ai leader politici e al Parlamento'. L'unico leader con una proiezione globale che ottiene la fiducia della maggioranza degli italiani è Leone XIV (60,7%).
Seguono Sánchez (44,9%), Merz (33,5%) e von der Leyen (32,8%). Distanziato Trump con il 16,3%. Quasi la metà (il 43%) disapprova un intervento militare italiano, anche nel caso in cui un Paese alleato della Nato venisse attaccato. E il 66% ritiene che, se per riarmarsi l'Italia fosse obbligata a tagliare la spesa sociale, allora dovremmo rinunciare a rafforzare la difesa.
VLADIMIR PUTIN XI JINPING - PARATA MILITARE IN PIAZZA TIENANMEN A PECHINO
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