salvatore de luca giovanni falcone paolo borsellino pietro giammanco giuseppe pignatone gioacchino natoli guido lo forte e roberto scarpinato

AVEVA RAGIONE PAOLO BORSELLINO: IL TRIBUNALE DI PALERMO ERA UN COVO DI VIPERE - IL PROCURATORE DI CALTANISSETTA SALVATORE DE LUCA, DAVANTI ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, NON HA SOLO TUMULATO LA "PISTA NERA" NELLE STRAGI DEL 1992: PER IL PM, IL FAMOSO “DOSSIER MAFIA-APPALTI” SAREBBE UNA DELLE CONCAUSE DELLA MORTE DI BORSELLINO E FALCONE - MA PRIMA DELLE STRAGI, SI SONO VERIFICATE DUE “PRECONDIZIONI” ALL’INTERNO DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI PALERMO: L’ISOLAMENTO DEI DUE MAGISTRATI E LA LORO SOVRAESPOSIZIONE AD OPERA DI ALTRI COLLEGHI. IN PRIMIS IL PROCURATORE PIETRO GIAMMANCO E…

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

 

Salvatore De Luca

Tre ore per riassumere tre anni d’indagini, e non sono bastate. Il primo capitolo dell’audizione del procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca davanti alla commissione parlamentare Antimafia, a consuntivo dei diversi filoni d’inchiesta riavviati sulle stragi del 1992, s’è chiuso aprendo nuovi interrogativi e nuovi sospetti sull’isolamento subito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alla Procura di Palermo nei mesi che precedettero le bombe di Capaci e via D’Amelio. E dunque sul palazzo dei «veleni» tante volte raccontati negli ultimi trent’anni, e che ora tornano a scorrere nella ricostruzione dei nuovi inquirenti.

giovanni falcone paolo borsellino

 

In sintesi De Luca, che in quel palazzo lavorò da giovane pm proprio nel periodo a cavallo delle stragi, ha spiegato che il famoso «dossier mafia-appalti» (redatto dai carabinieri del Ros e archiviato dalla Procura, che solo in seguito riaprì le indagini sulla base di nuovi elementi) sarebbe una delle concause della morte di Borsellino. Anzi, è quella su cui sono stati raccolti «molteplici e più concreti indizi», anche per quanto riguarda l’uccisione di Falcone.

 

PAOLO BORSELLINO - PIETRO GIAMMANCO

Ma prima si sono verificate due «precondizioni» delle stragi, all’interno del Palazzo di giustizia di Palermo: l’isolamento dei due magistrati e la loro sovraesposizione. Ad opera di altri colleghi. In primo luogo il procuratore dell’epoca, Pietro Giammanco, morto nel 2018, e al suo fianco altri protagonisti dell’Antimafia di allora e dei decenni successivi.

 

Chiamati in causa a vario titolo da De Luca: Giuseppe Pignatone e Gioacchino Natoli (entrambi indagati per il presunto insabbiamento di una costola di «mafia-appalti», dunque un ipotetico favoreggiamento commesso 33 anni fa), Guido Lo Forte e Roberto Scarpinato (oggi senatore dei Cinque Stelle e componente della commissione) che indagati non sono ma ebbero un ruolo nella gestione di quel fascicolo.

giovanni falcone paolo borsellino

 

Tutto (o quasi) ciò che la maggioranza di centrodestra voleva sentirsi dire è stato detto, e non è un caso che a fine seduta i commissari di Fratelli d’Italia e Forza Italia esultino per la versione di De Luca, il quale ha pure annunciato che la «pista nera» con cui s’immaginava il coinvolgimento nelle stragi dell’ex leader di Avanguardia nazionale Stefano Delle Chiaie sul piano giudiziario «vale zero spaccato».

 

Ne resta un’altra, sempre in ambito neofascista, ma non se ne può parlare perché i pm la stanno ancora battendo.

Per il resto, è tutto un atto d’accusa contro la Procura guidata da Giammanco, che aveva persino parentele mafiose ed era amico dell’ex presidente della Regione democristiano Mario D’Acquisto, a sua volta vicinissimo a Salvo Lima […]

 

giuseppe pignatone 9

E il fatto che nel 1993 (dopo l’addio di Giammanco all’indomani di via D’Amelio, a seguito della rivolta dei pm capeggiati proprio da Scarpinato) l’indagine riprese vigore «è la dimostrazione che nel ’92 non si fece quello che andava fatto». A quel fascicolo, accusa De Luca, Pignatone «non si sarebbe dovuto nemmeno avvicinare», dal momento che alcuni imprenditori coinvolti (Bonura, Buscemi e Piazza) erano i titolari dell’immobiliare che aveva venduto quasi un intero palazzo alla famiglia del magistrato, a prezzi di favore.

giovanni falcone paolo borsellino

 

Il procuratore cita le tesi difensive di Pignatone, ma sottolinea che le ombre restano. E denuncia che Natoli «mentì al Csm» nel ’92, quando disse di non avere conoscenza «diretta né indiretta» delle frizioni tra Giammanco e Falcone.

 

Inoltre, con i loro comportamenti «inopportuni» Giammanco e Pignatone avrebbero contribuito alla sovraesposizione dei due magistrati uccisi da Cosa Nostra. Come? Il «chiacchiericcio» interno a Cosa Nostra che fossero «malleabili» o avvicinabili sul piano giudiziario era irrilevante, ma li contrapponeva a Falcone e Borsellino che invece erano «inflessibili e incorruttibili». Dunque — sostiene De Luca — i mafiosi possono avere pensato «eliminiamo questi e con gli altri non avremo problemi».

gioacchino natoli 9

 

Dopodiché, il principale indizio che Borsellino non si fidava di Natoli e Lo Forte sta nel fatto che quando il pentito Gaspare Mutolo gli parlò, fuori verbale, delle collusioni con la mafia dell’allora pm Domenico Signorino e del super poliziotto Bruno Contrada, lui non lo riferì a loro che erano co-titolari dell’indagine, bensì ad altri due magistrati. «Questo è il massimo atto di sfiducia che Borsellino […]», scandisce il procuratore.

PAOLO BORSELLINO - PIETRO GIAMMANCOPietro Giammanco paolo borsellinoSalvatore De LucaStefano Delle Chiaiegioacchino natoli 8giuseppe pignatone 8Salvatore De Luca

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?