IL BUNGA BUNGA DEL DUCE: CON LA REGINA D'ITALIA MICA CON UNA CUBISTA MAROCCHINA! - UNA LETTERA DEL 1971 DI ROMANO MUSSOLINI RIVELA: “MARIA JOSÉ E MIO PADRE FURONO AMANTI” - L’ULTIMA REGINA D’ITALIA AVEVA FAMA DI ANTIFASCISTA, MA FORSE ANCHE LEI SUBÌ IL FASCINO DI BENITO - NEI DIARI DI CLARETTA PETACCI, IL RACCONTO DELLE AVANCES DI MARIA JOSÉ RIFIUTATE DAL DUCE: “NO, NON L’AVREI MAI TOCCATA. È REPELLENTE”…

1 - MARIA JOSE FU L'AMANTE DI MUSSOLINI...
Roberto Alessi per "Oggi"

Maria José di Savoia e Benito Mussolini sono stati amanti. Finora se ne era solo sussurrato, ma oggi una lettera conferma quella relazione. Si scopre così un lato inedito della principessa, passata alla storia come antifascista, e che invece potrebbe essere diventata nemica del duce anche per il risentimento di una donna lasciata.

Quella lettera, che Oggi pubblica in esclusiva, porta una firma che lascia pochi dubbi: Romano Mussolini, il figlio del duce morto cinque anni fa, già marito di Maria Scicolone e padre di Alessandra Mussolini.

La lettera di Romano è datata primo luglio 1971 ed è indirizzata ad Antonio Terzi, grande giornalista (direttore di Gente e Domenica del Corriere, vicedirettore del Corriere della sera) e scrittore (La fuga delle api), scomparso nel 2001: «Carissimo Terzi, (...) posso in perfetta buona fede confermare che (...) effettivamente spesso in casa nostra si è parlato dei rapporti sia politici e sia sentimentali tra Maria José e mio Padre, e ti posso dire con sincerità che mia madre a tale proposito è stata sempre (anche se coi logici riserbi) assai esplicita: tra mio Padre e l'allora Principessa di Piemonte v'è stato un breve periodo di relazione sentimentale intima, poi credo sicuramente interrotta per volontà di mio Padre».

«Non posso aggiungere altro», ci dice Giovanni Terzi, figlio di Antonio, già assessore della giunta Moratti a Milano e autore del libro Vorrei assomigliare a mio padre (ed. Ares). «Io allora ero piccolo: ho trovato quella lettera, che consegno a Oggi, nell'archivio di papà».

Abbiamo mostrato la lettera a Emanuele Filiberto di Savoia, che così commenta: «Ero molto legato a mia nonna, donna straordinaria, sensibile, colta e delicata. Sono sempre stato attento alla sua storia e, nonostante il mio amore di nipote per lei, anche alle voci, perfino quelle più stupide, false e crudeli sulla sua vita pubblica e privata. Su Maria José ne hanno dette e scritte tante, ma questa della liaison con Mussolini proprio non l'ho mai sentita».

Possibile che donna Rachele, vedova di Benito, persona dignitosa e onesta perfino secondo i comunisti, abbia detto il falso ai figli? O che la lettera non sia autentica? Lo abbiamo chiesto a Maria Scicolone, oggi sposata al cardiologo iraniano Abdoul Majid Tamiz, già separata da Romano Mussolini, e che fu anche la più fidata confidente della suocera Rachele fino alla sua morte nel 1979.

La Scicolone, sorella di Sofia Loren, è una persona molto attenta, riflessiva, rigorosa perfino nell'uso delle parole: «Mi faccia vedere l'originale», ci ha detto al telefono, «conosco perfettamente la grafia di Romano e mi sembra impossibile che una persona riservata come lui possa aver scritto una cosa del genere».

Ma, una volta avuta la lettera e dopo una notte insonne, sincera e trasparente («Come voleva donna Rachele, sulla quale, dopo il successo della fiction con mia sorella La mia casa è piena di specchi, tratta da un mio libro, ora ho un grande progetto») ha confermato: «Sì, non c'è dubbio, quella lettera di Romano è autentica. La grafia è sua, suo il modo di scrivere, soprattutto solo lui poteva avere quei ricordi. Che non sono assolutamente corrotti, perché Romano su certi argomenti era uomo sincero, anche a costo di essere crudele con se stesso e con chi amava. Mi costa fatica parlarne, ma posso solo rispondere che tutto quello che c'è scritto nella lettera del mio ex marito è vero».

Quindi davvero donna Rachele era sempre «assai esplicita», come scrive Romano, quando parlava sui rapporti tra Maria Josè e il marito? Maria Scicolone ha vissuto accanto a donna Rachele come una figlia, una confidente, un'amica anche nella casa della vedova di Mussolini vicino a Predappio.

«Mia suocera», dice Maria, «dava per scontato quel flirt tra Benito e Maria José, che al tempo non era ancora regina ma principessa di Piemonte, in quanto moglie del principe ereditario Umberto. Ne parlava in maniera serena, senza farsi impressionare dal titolo, dal nome, dai Savoia. Per lei era solo una donna, un'amante come un'altra del marito. Ne parlò con me e con la sua amica, la signora De Salvo, che era sempre con noi fin dal nostro primo incontro nel 1958.

Spesso veniva a trovarci anche Anita Pensotti, la giornalista di Oggi che è stata l'unica biografa di Rachele. Anita sapeva ascoltarla e Rachele le apriva i propri ricordi.
Ma a lei, credo, non parlò dei rapporti intimi tra Benito e l'ultima regina d'Italia».

La frequentazione privata tra Maria José e Mussolini - e la sua fine, secondo Romano, voluta da lui - si svolge in parallelo con le posizioni politiche di Maria José verso il fascismo. In un primo momento, appena arrivata in Italia dopo le nozze con Umberto nel 1930, la principessa aveva simpatia per i fascisti. Ma dopo l'alleanza con la Germania (1937) Maria José divenne nemica di Mussolini, tanto che il re cercò di isolarla perché creava imbarazzo nei rapporti tra la corona e il regime.

LA FACEVA SORVEGLIARE DALLA POLIZIA - Durante i suoi viaggi all'estero Maria José frequentava antifascisti. Mussolini la considerò pericolosa e la fece sorvegliare dal capo della polizia Arturo Bocchini. Il disprezzo del duce era tale che vietò perfino ai giornali di chiamare Umberto e Maria José «principi ereditari»: con una velina ordinò di definirli soltanto «principi di Piemonte».

Chi scrive ha intervistato più volte Maria José a Ginevra. Era una donna colta, ironica, priva di ogni livore anche parlando dei ricordi più duri, e non sembrava considerare granché la figura di Mussolini. È possibile che il suo cambio di atteggiamento verso il regime possa essere stato motivato (anche solo in parte) dal fatto che lui l'avesse scaricata?

«Credo proprio di sì, e lo pensava anche donna Rachele», dice sicura Maria Scicolone, «le donne sono molto più influenzabili dall'amore di un uomo».

Taglia corto, invece, Emanuele Filiberto: «È vero, all'inizio a mia nonna il duce piaceva. Allora Mussolini faceva cose buone: l'Italia funzionava, c'era anche un minimo di benessere.
Ma poi ha sbagliato, ha portato l'Italia alla rovina, lo abbandonarono molti italiani e con loro anche mia nonna. Le dietrologie sono solo chiacchiere inutili».

2 - CON CLARETTA NEGÒ: "È RIBUTTANTE"...
Mauro Suttora per "Oggi"

«Maria José si sdraiava qui vicino a me, le [nostre] gambe quasi si toccavano ed era seminuda. Io ero così come sto con te... Bastiano [il guardiano della spiaggia di Castelporziano] mi disse: "C'è Maria di Savoia che chiede se può venire giù da lei". "Ma sì venga pure". Stavo seminudo, mi affrettai a coprirmi e m'infilai quei calzoni lì, di spugna. Lei arriva, mi dice: "Disturbo forse?" "Ma no altezza, fate pure..." Con un gesto fa cadere il vestito e... Era quasi nuda, un paio di mutandine cortissime e due piccoli strati sul seno. Rimasi meravigliato. Naturalmente non lo davo a vedere, pensai: "Mah, è un po' nuda".

Mi tolsi anch'io i pantaloni. [...] Ci siamo sdraiati sulla sabbia, era l'11 agosto e c'era un sole tremendo. Lei disse: "Facciamo il bagno, io so nuotare sapete, sono una nuotatrice dei mari del nord". Andammo. Nuotava bene. Ogni tanto urtava le mie gambe, non so se lo facesse apposta. Certo io non facevo nulla per andarle contro. Siamo tornati, e lei si sdraiò qui vicino a me con gran disinvoltura. Ogni tanto mi dava lunghe guardate».

È Benito Mussolini a parlare. Racconta questo incredibile episodio all'amante Claretta Petacci, che lo trascrive nel proprio diario dell'11 novembre 1937. Due anni fa i diari di Claretta (autentici) sono stati desecretati dall'Archivio di Stato e pubblicati nel libro Mussolini segreto (Rizzoli).

Mussolini con Claretta afferma di avere ricevuto avances sessuali da parte di Maria José nell'estate '37, ma di averle resistito. Vista la gelosia della Petacci, non potrebbe dirle altrimenti anche se non fosse vero.

Continua Mussolini: «In me non si mosse nulla, non ho avuto il minimo impulso fisico. Eppure qualsiasi donna fosse venuta qui e si fosse messa in quelle condizioni di nudità, l'avrei presa. Non è brutta, ha un bel corpo fatto bene, sottile. È bruttina di viso, e certe fette: che piedi, vedessi. Poi quei capelli biondi crespi, un po' antipatici. Comunque, fosse stata anche più brutta di lei, che non è brutta, io l'avrei presa. Lei no. Come sarà? È legnosa, non attrae. [...] Stava in tale modo che a volte si vedeva anche il pelo. L'indomani era ancora qui nuda, più succinta.Aveva un fazzoletto verde in testa e gli occhiali neri, il seno quasi libero. Entrò, si sdraiò subito lunga...

Si metteva in tutte le posizioni, così a ventre sotto, il c... per aria e si muoveva, mi sfiorava le gambe e mi guardava. Si fosse mosso nulla in me, ero meravigliato. Avrà pensato: "Mussolini è impotente, oppure un fesso". Era talmente succinta che nessun uomo che meriti di chiamarsi così sarebbe stato fermo. Invece nulla: io ero il capo del governo, e lei la principessa. [...] Si muoveva e si metteva in certe posizioni mezza nuda che veramente, sai, ci voleva tutto il mio sangue freddo. No, non l'avrei mai toccata. È repellente, assolutamente non fa nessuna impressione».

 

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