1. E’ ORMAI DERBY SECCO TRA RENZI E LETTA. UN DERBY FRA DEMOCRISTI DEI POTERI MARCI 2. SE SOTTO LETTANIPOTE CI SONO IL ‘’CORRIERE’’, BANCA INTESA, FIAT, MEDIOBANCA, UBI BANCA, LA MITTEL DI BAZOLI E QUEL CHE RESTA DELLA FINANZA CATTOLICA BRESCIANA. ALLORA DIETRO L’EX ROTTAMATORE CI SONO UNICREDIT, DELLA VALLE E DE BENEDETTI 3. PIÙ RUSPANTE E DEMAGOGICO DI LETTA, RENZIE E’ UN PIMPANTE VENTRILOQUO DELL’AMICHETTO DELLA VALLE (SU FINANZA, BANCHE E RCS). NON A CASO A GENOVA E’ STATO INTERVISTATO (SI FA PER DIRE) DALL’ALTRO AMICHETTO DELLO SCARPARO, MENTANA 4. COME UN NUOVO SHAMPOO-DOCCIA, RENZIE PROMETTE DI LAVARE MEGLIO, DI DARE PIÙ LUCENTEZZA, DI SPETTINARE UN PO’ L’ITALIA (SCUSATE L’IMMAGINE DISGUSTOSA, MA È IL MARKETING, RAGAZZI), DI MASSAGGIARLA, ASCIUGARLA E RIPETTINARLA. MAGARI SPOSTANDOLE LA RIGA DA UNA PARTE ALL’ALTRA, GIUSTO PER CAMBIARE UN PO’ L’IMMAGINE

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. LO SHAMPOO DI SCIPIO
"Non l'ho attaccato, vero? Non mi sono sbilanciato, mi sembra". Dopo aver arringato duemila genovesi, come racconta bene Goffredo De Marchis su Repubblica (p. 9), Matteuccio Renzi cerca di cambiarsi la camicia fradicia di sudore dietro gli stand della festa nazionale del Pd e per prima cosa si preoccupa di aver svicolato bene sul governo.

E' ormai derby secco tra i due leader piddini. Un derby fra democristiani. Più di establishment euro-bancario Lettanipote. Più ruspante e demagogico Renzie. L'ex Rottamatore, visto all'opera in decine di comizi, ormai è un prodotto consolidato, ben impacchettato, che si rivolge a una vasta platea di consumatori.

Come un nuovo shampoo, Renzie promette di lavare meglio, di dare più lucentezza, di spettinare un po' l'Italia (scusate l'immagine disgustosa, ma è il marketing, ragazzi), di massaggiarla, asciugarla e ripettinarla. Magari spostandole la riga da una parte all'altra, giusto per cambiare un po'.

Vedere Renzie nel backstage è davvero istruttivo. Mentre si sistema il ciuffo e cerca una maglietta da leader dei carini, capisci che con lui "il medium è il messaggio" di Marshall McLuhan si è già trasformato in "il prodotto è il messaggio". O popolo di elettori, lo shampino fiorentino sarà un giorno sui vostri scaffali. E ora vediamo come l'hanno presentato i giornaloni di Lor Signori.

2. IL BIMBACCIO E I POTERI MARCI
La Repubblica dei renziani fa sognare i suoi lettori: "Renzi pronto a guidare il Pd. ‘Serve una rivoluzione'" . Al giornale dell'Ingegner Cidibbì, già autonominatosi Tessera Renziana Numero Uno, godono parecchio perché Renzie ha attaccato pubblicamente il concorrente di via Solferino. Ad alzargli la palla è stato Mitraglia Mentana, non a caso buon amico di Dieguito Della Valle. "Mentana fa i nomi di Ligresti, di Zaleski e Renzi lo ferma: "Il problema sono gli intrecci. Io, sul Corriere della Sera, non ho letto un solo articolo chiaro, nei mesi scorso, sulla vicenda Ligresti. Dov'era la Consob, quando il sistema delle banche salvava sistematicamente imprese che in un mercato normale sarebbero già fallite da decenni?" (Repubblica, p. 8).

Parlare di Zaleski, ovvero del talllone d'Achille del sistema di potere che fa capo ad Abramo Bazoli, e farlo di fronte a una platea che lo avrà scambiato per il nuovo terzino del Genoa è stato come mandare il seguente avvertimento a Lettanipote. Come dirgli: "Caro Enrichetto, altro che Arel e insegnamenti di Beniamino Andreatta, so perfettamente che dietro di te ci sono il Corriere, Intesa Sanpaolo, la Fiat, Mediobanca, Ubi Banca, la Mittel e quel che resta della finanza cattolica bresciana. Bene, caro nipotastro, allora sappi che dietro di me ci sono Unicredit, Della Valle e De Benedetti. E la "ggente". Come la mettiamo?".

Il Corriere si vendica sparando in prima la seguente notiziona: "Piano per tagliare le bollette", mentre al Rottamatore dedica un misero richiamino in prima. Nello sciatto reportaggio da Genova, alla fine viene però riportato con eleganza britannica il passaggio sui rapporti tra Ligresti e il Corriere (p. 9).

Sulla Stampa, il cui inviato si arrampica sugli specchi per limare il più possibile il passaggio sui poteri forti, scoprono una popolarità crescente: "Il sindaco alla conquista della ‘ditta'. Nomenclatura e base sempre più con lui. Migliaia di persone ai comizi: ora non è più considerato ‘estraneo'" (p. 8).

Molto attento e interessato il Messaggero di Calta-riccone: titolone in prima come Repubblica; editoriale per inneggiare tanto a Enrichetto quanto a Matteuccio. Unico calcetto negli stinchi al fiorentino, intervistargli a tradimento Franceschini che assicura per lui: "Larghe intese a termine. Matteo non vuole il voto" (p. 3).

3. NANO DECADENCE
Oggi è lunedì e finalmente si entra nell'ultima settimana prima della riunione di quella Giunta che dovrebbe solo e unicamente prendere atto della condanna del Cainano. E invece no. Sono pienamente al lavoro i tecnici della cancellazione dei fatti, i maghi dello stravolgimento delle leggi e i filodrammatici del capovolgimento giudiziario. Capovolgimento in forza del quale verrà subito punito il giudice Esposito e poi, eventualmente e con tutto comodo, sarà sanzionata la decadenza dell'Illustre Condannato. Corriere: "Decadenza, rinvio più probabile. Le strategie di giuristi e politici" (p. 6). La Stampa sfodera un ottimismo solitario: "La Giunta pronta a votare subito la decadenza" (p. 7).

Più articolata Repubblica: "Berlusconi, la sfida decadenza. Bindi: ‘Deve dimettersi'. Violante: ‘Ha diritto alla difesa'. Nel Pd cresce il partito della cautela sul voto in giunta. Puppato: temo la sindrome di Ponzio Pilato. Un sondaggio avverte: se salvate Silvio precipitate al 5%". Ma si ride veramente con quest'altra trovata: "Il precedente del sergente olandese asso nella manica del Cavaliere. Con un Pd più possibilista sul ricorso alla Corte di Strasburgo, Berlusconi punta a bloccare la retroattività" (p. 10). Per il Messaggero, "Trattativa sempre più difficile, pressing del Cavaliere su Letta. Nuovo vertice con i figli e i manager. Ad Arcore vanno anche i falchi azzurri. Pronta l'offensiva sulla legge di stabilità. Pure il fronte dem incalza palazzo Chigi" (p. 5).

4. FURBETTI A VITA
Il Giornale cavalca lo scoop di Dagospia e spara a tutta prima: "Senatori poco fiscali. Innocenti evasioni. Abbado e Rubbia, neo parlamentari a vita, pizzicati dall'Erario per una discussa residenza a Montecitorio. I guai fiscali di Abbado nell''Italia dei migliori'. Repubblica ha catalogato il neo senatore a vita tra gli eletti del Paese. Ma ha dimenticato che nel 2008 lo indicava tra i furbetti con falsa residenza a Montecarlo che beffano l'erario. Resta top secret la cifra patteggiata per sanare la situazione irregolare" (p. 8).

5. CAPO, ABBIAMO UN PROBLEMA: E SE TELEFONA PAPA FRANCESCO?
Ok, un papa pacifista non fa notizia e sulla Siria l'opinione di Francesco Bergoglio vale meno di quella di un Luttwak, o di qualche altro solone Teocon spacciato come "esperto di geopolitica" e stipendiato da costruttori di armi e gasdotti. Però fa egualmente impressione vedere Repubblica confinare il nostro amato Papone (Il grido del Papa: ‘Mai più conflitti', un giorno di digiuno contro l'attacco", p. 3) in un riquadro con fotina sfigata, manco a parlare fosse stato Rotondi.

Ben più importante la famosa "reazione dei mercati", che come si sa sono "misura di tutte le cose": "Torna l'incubo del caro-petrolio. L'incertezza fa paura alle banche. Timori per la riapertura dei mercati dopo la sospensione del raid. La ritorsione sciita a un attacco Usa colpirebbe Bassora, dove transitano 2 milioni di barili" (Repubblica, p. 6). Ed è ben più importante, sul Corriere, stordire le menti con pezzi come "Antenne e aerei spia. Le manovre segrete sono già incominciate" (p. 2, tendenza Pentagono), o l'imperdibile "Se l'ipotesi di una cyber guerra è più utile dei missili" (p. 5, tendenza Israele).

6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Melius re perpensa, cum Imu inculata perficitur. E allora ecco qualche tardivo approfondimento: "Con il giro di vite sulle polizze vita Irpef più cara per 6 milioni di italiani che pagheranno 200 euro in più all'anno". Prova a indorare il Fiscal compact quel banchiere con la faccia da banchiere che risponde al nome di Visco Ignazio: "Il calo del debito non impone tagli perenni ai conti" (Repubblica, p. 14). Come no. Ci siamo solo incaprettati alla moneta unica per altri vent'anni.

Sul Corriere gli dedicano un titolo commovente ("L'Italia torni su un sentiero di crescita", p. 11), ma poi sbagliano ad abbinare la foto e scelgono un'immagine in cui il governatore di Bankitalia sembra dire: "Ma tu guarda in che cazzo di pasticcio mi sono cacciato". Bravi quelli del Messaggero a ricordare: "Stangata benzina oltre i 2 euro. Controesodo amaro per milioni di italiani in coda sulle autostrade. Il Codacons invita a fotografare i prezzi rincarati ai distributori. I petrolieri: ‘Ritocchi a causa della Siria" (p. 11).

7. SI', VIAGGIARE (E MENARE)
Voluta dalle coop rosse come da Comunione &Fatturazione, la Torino-Lione si deve fare a tutti i costi. Anzi, a tutti gli extracosti. E così, mentre il giudice Caselli e lo scrittore De Luca tentano pateticamente di ringiovanire, il ministro Maurizio Lupi passa direttamente alle minacce di Stato: "Tav, non abbandoneremo le aziende minacciate. Lo Stato non arretra, farà sentire la sua forza. Come nelle terre di mafia: pur in un contesto diverso ci troviamo di fronte alla stessa situazione" (Stampa Celere, p. 11).

8. IL CREATIVO IN REDAZIONE
Prima pagina del Corriere della Sciura: "Lo stress da rientro: sorpresa, non esiste". E certo. Non è partito nessuno. #madovecazzovivete

9. AGENZIA MASTIKAZZI
"E tra Monti e Casini ormai è guerra aperta. I montezemoliani stanno a guardare" (Repubblica, p. 11).

10. TELECOM-MEDIA
Ma a noi che ce ne frega del duello telefonico negli States? Ci frega, ci frega. "Vodafone lascia Verizon, per 130 miliardi. Accordo per la cessione del gruppo Usa. Le mosse di Slim e i nuovi assetti. Il gruppo ceduto? Vale come metà Grecia. E Telecom Italia adesso rientra nel risiko europeo", scrive il Corriere delle banche azioniste (e creditrici). Che non vedono di rientrare un po' del bagno di sangue telefonico (p. 13).


colinward@autistici.org

 

 

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