1. FERRARA ALL’ASSALTO DEL TRIO SANTORO-TRAVAGLIO-MENTANA: VE LA DO IO LA BONEV! “”SERVIZIO PUBBLICO” BISOGNEREBBE CHIUDERLO CON ORDINANZA DELLA BUONCOSTUME” 2. “SANTORO DEL SOFÀ DEL PRODUTTORE QUALCOSA SA, VISTO CHE OTTENNE QUALCHE ANNO FA UN CONTRATTO FININVEST E MANDÒ IN ONDA TRASMISSIONI DI PERFETTO INSUCCESSO, SEBBENE QUASI SENZA PUBBLICITÀ, STANDO SULL'ATTENTI DAVANTI A PREVITI E DELL'UTRI. CHE LE CERCA A FARE LE “BOTTANE” FUORI DI SÉ? SI GUARDI DENTRO, E SI INTERROGHI” 3. SANTORO E IL SUO “GABIBBO” TRAVAGLIO, “I DUE AMICI PATACCARI DEL PATACCARO MASSIMO CIANCIMINO, DUE PICCOLI MARAMALDI IN CERCA DI AUDIENCE, FACEVAVO VOMITARE” 4. “MENTANA NON SI FA SFIORARE DALL'IMBARAZZO: COL SUO CENTRISMO DEONTOLOGICO PARAMONTANELLIANO, CIOÈ PARACULO, NEL SENSO CHE L'UNICO PADRONE È IL LETTORE, NON PROVA UN PO' DI DISGUSTO QUANDO VEDE CHE L'UNICO PADRONE È IL GUARDONE?”

Giuliano Ferrara per "il Giornale"

Qui ci vuole il migliore on. Prof. Brunetta (e Bondi la smetta di dire stupidaggini ireniste sull'unico parlamentare della destra che combina qualcosa). Michele Santoro bisognerebbe chiuderlo con ordinanza della Buoncostume. Il conduttore unico delle coscienze ha trovato (ma non è la prima volta) la sua «bottana socialdemocratica», come diceva sfarzosamente il dialogo di un celebre film della Wertmueller.

«Bottana» poi è un po' forte, «de sinistra» sì, «socialdemocratica» sì, ma a essere «bottane» un po' bisogna studiare.

Eppoi quando la Signorina moralmente rifatta e pentita dice di essere andata a letto con il produttore per ottenere i suoi favori, deo gratias, non fa che rinverdire l'antico mito del sofà del produttore, lo schema universale di carriera dell'antico mondo hollywoodiano. Eppoi chi le crede? Un informato Belpietro ha spiegato agli spettatori che la Signorina mente anche secondo la sua propria madre, che quella è la sua seconda natura. E la mamma la conosce bene.

Subito dopo la denuncia della geenna arcoriana, ché a memoria d'uomo e di donna mai una femmina fu tanto disumana con un'altra femmina (e le accuse di lesbismo, l'outing impudente, dovrebbero cadere sotto le maglie delle leggi totalitarie sull'omofobia), il prof. Cacciari ha detto a Santoro che non ne poteva più, che i quaranta minuti di quell'intervista erano merda secca, che il problema di Berlusconi è politico e di consenso popolare, che non si può continuare a rovistare con l'aiuto delle signorine disponibili nella sua patta dei pantaloni senza infangarsi.

A questa denuncia della macchina del fango da dentro la macchina del fango, quegli idioti a comando che sono gli auditori di Servizio pubblico hanno sbagliato felicemente tasto, per una volta, e dal loro cuore semplice eruttò un fragoroso applauso. Bravo Cacciari, basta con queste schifezze. La faccia di Santoro era livida, improvvisamente insicura, ma scaltra la sua solita maniera di fronteggiare ed eludere la verità. Gli ci sono volute altre due ore di bassezze, al Conduttore Unico delle Coscienze, per recuperare un poco con l'aiuto del Gabibbo, dello Zorro de' noantri, il superguardone delle procure della Repubblica.

I due amici pataccari del pataccaro Massimo Ciancimino, due piccoli maramaldi in cerca di audience, due reverenti servitori della peggiore televisione del mondo, hanno offerto la loro versione delle cose con un sussiego politologico che funzionava come un revulsivo, faceva vomitare. Si tratta di far fuori un sistema della menzogna, e per questo è utile entrare e uscire dai letti disfatti delle case degli altri.

Ma non è là il problema. Loro sono dei compulsivi del quattrino, del successo tabloid, della diffamazione programmatica. Gente che quando il Puttaniere li affronta direttamente fanno una figura di cacca, e Santoro del sofà del produttore qualcosa sa, visto che ottenne qualche anno fa un contratto Fininvest e mandò in onda trasmissioni di perfetto insuccesso, sebbene quasi senza pubblicità, stando sull'attenti davanti a Previti e Dell'Utri. Che le cerca a fare le «bottane» socialdemocratiche fuori di sé? Si guardi dentro, e si interroghi.

Quello che non capisco è la bella società che lo applaude. Michele Serra si stupisce che inviti ancora Belpietro, subendo le sue informazioni piuttosto corrette sul proprio bordello tv. Ma che sepolcro male imbiancato. Enrico Mentana non si fa sfiorare dall'imbarazzo: lui con il suo centrismo deontologico paramontanelliano, cioè paraculo, nel senso che l'unico padrone è il lettore, non prova un po' di disgusto quando vede che l'unico padrone è il guardone?

Carlo Freccero, che non è l'inventore di Carosello ma un ragazzo perbene dalle idee confuse, esperto di tv, cioè di niente, non ha nulla da dire su questo suo torvo pupillo in fregola di bottanesche avventure, gravi perché coronate da una giustificazione politica grottesca? La libertà di parola. No, quella è la libertà di bastonare l'intimità delle persone, la libertà di spregiare le donne, ché mi verrebbe da evocare il femminicidio, female assassination, se non mi fosse estraneo il loro linguaggio.

Ma il Cond. Un. Delle Cosc. continuerà indisturbato, a meno che l'on. Prof. Brunetta si faccia venire qualche idea risanatrice, perché il suo editore, un transfuga del sistema impresariale berlusconiano, editore del peggior giornalismo tabloid, la serie ccc+ secondo il mio rating personale, lo giustifica: c'è la notizia. Se io li mandassi tutti affanculo, ecco, anche questa a suo modo sarebbe una notizia. Sarebbe Servizio Pubblico.

 

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