1. LA MINI-SCALATA DI ELKANN AL “CORRIERE” HA FATTO INFURIARE DELLA VALLE: L’AGNELLOIDE INVESTE 100 MILIONI DELLA FIAT PER CONTROLLARE VIA SOLFERINO (E PORTARCI MURDOCH), POI FA PAGARE AGLI ITALIANI LA CHIUSURA DEGLI STABILIMENTI 2. LO SCARPARO È STATO TRADITO DA BAZOLI E NAGEL CHE GLI AVEVANO PROMESSO DI CAMBIARE SIA IL PIANO INDUSTRIALE CHE L’AD SCOTT JOVANE, CHE INVECE ESCONO RAFFORZATI 3. MA È STATO DELLA VALLE A NON VOLER SALIRE AL 22% USANDO LA QUOTA ROTELLI, SPERANDO CHE LA SOLA PARTECIPAZIONE ALL’AUMENTO GLI GARANTISSE PIÙ VOCE IN CAPITOLO 4. ELKANN, GIÀ PRESIDENTE DE “LA STAMPA”, VUOLE IMITARE IL NONNO E FARE L’EDITORE FORTE. MA ANCHE SE RIUSCIRÀ A LIBERARSI DI PERIODICI E BIDONI SPAGNOLI, PRESTO AVRÀ BISOGNO DI SOLDI. DA INVESTITORI STRANIERI, DAI FONDI DI PRIVATE EQUITY DI CLAUDIO SPOSITO E ANDREA BONOMI. E PURE DA DELLA VALLE, SE SAPRÀ ALLISCIARLO

1. RCS, ELKANN VUOL FARE L'EDITORE - DELLA VALLE VA SU TUTTE LE FURIE - IL LINGOTTO HA APPROFITTATO DEL MOMENTO PROPIZIO PER UNA "MINI-SCALATA". ORA, PERÒ, AVRÀ BISOGNO DI PIÙ PARTNER, MAGARI ANCHE DI MR TOD'S
Marcello Zacché per "il Giornale"

Il blitz di Fiat nel Corriere della Sera ha sorpreso tutti. Compresi i protagonisti del riassetto Rcs. Con la mossa di venerdí, quella di acquistare diritti d'opzione che daranno a Fiat fino al 20% del capitale del gruppo, John Elkann ha forzato la mano e si è candidato a essere il futuro leader di Rcs.

La mossa non è piaciuta a Diego Della Valle, azionista con quasi il 9%, furioso perché si aspettava di condividere anche insieme con Mediobanca e Intesa il futuro di Via Solferino, tutti sullo stesso piano. Mentre non è dispiaciuta affatto in Piazzetta Cuccia e al suo ad Alberto Nagel, che hanno visto in Elkann chi ha finalmente messo fuori la testa (e preparato 90 milioni), candidandosi ad avere ruolo e responsabilità.

Mentre sorpresi, ma favorevolmente, sono stati anche i fondi di private equity che potrebbero avere un ruolo in futuro, come Clessidra di Claudio Sposito o Investindustrial di Andrea Bonomi, che potrebbe anche entrare rilevando una quota dalla stessa Fiat più avanti. In ogni caso, questa mossa chiude la fase uno, quella del salvataggio del gruppo, con l'aggiunta imprevista dell'arrivo di un candidato leader.

Dopodiché i punti sono due. Il primo: perché la Fiat è salita nel Corriere? La risposta riguarda Elkann. Il nipote dell'Avvocato è deciso a fare l'editore, forse a essere ricordato per questo, per passione personale e nel rispetto delle volontà del nonno, ristabilendo definitivamente un rapporto speciale tra la famiglia Agnelli e il primo quotidiano del Paese (plasticamente rappresentato dalla telefonata tra Elkann e il presidente della Repubblica, Napolitano, che ha preceduto il blitz).

Il momento è propizio perché la crisi economica ha rimescolato le carte della grande borghesia del Nord. Intorno a Mediobanca si erano raccolte, in Rcs, quelle famiglie industriali che vedevano nel patto di sindacato del Corriere, da un lato l'iscrizione a un club esclusivo, dall'altro la protezione politica al proprio business. Gruppi come Pesenti o anche Pirelli hanno visto ridimensionarsi le proprie ambizioni imprenditoriali. Altri come Ligresti sono implosi.

La diversificazione nell'editoria, con gli scopi di cui sopra, ha perso significato. Mentre la Fiat ha trovato Marchionne e ha saputo cavarsi d'impaccio cambiando tavolo, andando a giocare negli Usa, e così è restata in campo. Solo per questo oggi Elkann può prendere l'iniziativa e farlo ancora e sempre a nome degli Agnelli. Già pensando probabilmente a passare il 20% del Corriere da Fiat a Exor. Il secondo punto è però come passare alla fase due.

L'editore Elkann, con Rcs, si trova di fronte non solo a un'azienda affossata da investimenti sballati, come l'avventura spagnola. Ma anche a un settore, quello dell'editoria, di fronte alla sfida indecifrabile della rivoluzione multimediale. Si è parlato di fusione con La Stampa, già di Fiat: non ci crediamo. Pensiamo, piuttosto, a un gruppo moderno con forti presenze territoriali nel Nord-Ovest (Stampa in Piemonte, magari Secolo in Liguria) e grandi sinergie nei gangli più costosi della fliera editoriale.

In ogni caso per fare questo, anche al netto di eventuali cessioni (la Spagna? I periodici?) serviranno partner: Exor da sola non può farcela. Serve almeno una banca che resti nel nocciolo (Intesa?); serve il private equity; serve forse anche un partner straniero (Murdoch? Axel Springer?). E forse anche Della Valle: oggi i due sono troppo distanti, ma il tempo stempera tutto.


2. RCS, DELLA VALLE RESISTE AL BLITZ DI FIAT - INCONTRI CON NAGEL E BAZOLI PER CONFERMARE GLI IMPEGNI SU PATTO E PIANO INDUSTRIALE
Giovanni Pons per "la Repubblica"

Il blitz della Fiat sul controllo azionario di Rcs non basta a spegnere i riflettori sul riassetto della casa editrice. Negli ambienti della finanza si dà per scontato che Diego Della Valle, altro azionista importante, voglia proseguire nel tentativo di dare una scossa alla governance e alla gestione di una società che ha in corso un aumento da 400 milioni e ha appena rinegoziato un debito da 800 milioni.

Occorre però verificare sul campo se il rafforzamento della Fiat fino al 20,1% del capitale avrà un effetto sugli altri soci forti che rappresentano l'ago della bilancia nei difficili nuovi equilibri che si stanno faticosamente costruendo. «Mi hanno promesso che scioglievano il patto di sindacato e rivedevano il piano industriale », ha confidato Mr. Tod's ai suoi più stretti collaboratori dopo la mossa a sorpresa di John Elkann, «ora bisognerà vedere se mantengono la parola data».

Il riferimento diretto è a Mediobanca e Intesa Sanpaolo con i cui vertici Della Valle ha avuto diversi incontri nelle settimane scorse, per cercare di trovare una strada comune per il rilancio della Rcs. Anzi, durante questi faccia a faccia sia Alberto Nagel, ad di Mediobanca, sia Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo, avevano chiesto all'imprenditore se era disponibile a investire nuove risorse finanziarie per crescere nell'azionariato e guidare il nuovo corso dell'editore.

Disponibilità ricevuta ma vincolata allo scioglimento del patto e alla revisione delle linee strategiche, messe a punto dall'ad Pietro Scott Jovane ma che non hanno soddisfatto tutti gli azionisti. E su queste basi Della Valle, Bazoli e Nagel si erano dati appuntamento a metà della settimana entrante, per definire il percorso post aumento di capitale.

Un percorso che però ora deve fare i conti con il blitz della Fiat, che posiziona la casa torinese al primo posto tra gli azionisti. Si tratta di circa 100 milioni di investimento che il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha deciso di non dedicare al business dell'auto, ma a un settore in difficoltà ma sensibile all'opinione pubblica come l'editoria. Ci portano Murdoch anche nei grandi quotidiani - è stata la reazione a caldo di Della Valle, visti i rapporti col tycoon di Elkann, appena entrato nel board di New News Corp - e poi fanno pagare agli italiani il conto degli stabilimenti chiusi.

I nodi, dunque, rischiano di venire al pettine già in settimana. Se dalle parti di Mediobanca si ribadisce ciò che Nagel ha annunciato giorni fa pubblicamente, cioè disponibilità a sciogliere il patto anche prima della sua scadenza naturale e spazio a chi intende metterci soldi propri, dal fronte di Intesa Sanpaolo tutto tace e qualcuno si chiede se i vertici della banca non fossero in qualche modo al corrente della mossa di Fiat.

Soltanto dopo un chiarimento con Bazoli e Nagel, quindi, il fondatore della Tod's valuterà se investire soldi per acquisire quei diritti che rimarranno nei portafogli delle banche a fine aumento, e contendere così il primato di Fiat nell'editore del Corriere della Sera. Altrimenti il ruolo di socio-guida passerà ufficialmente al giovane Elkann.

 

 

ELKANN DELLA VALLE PERRONE DELLA VALLE ELKANN il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera sede corriere della sera.jpgSCOTT JOVANE CALABRESI ANDREA MONTI FERRUCCIO DE BORTOLI A BAGNAIA SCOTT JOVANE A BAGNAIA il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA GAETANO CALTAGIRONE E GIOVANNI BAZOLI FOTO LA PRESSE Mucchetti Bazoli MARCO TRONCHETTI PROVERA ALBERTO NAGEL E ANDREA BONOMI FOTO BARILLARI MARIO MONTI ALBERTO NAGEL SANTORO DELLA VALLE E ROSSELLA SULLO YACHT ezio mauro della valle mentana da chi

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