1- LO SCONTRO TRA LA FONDAZIONE MPS E MUSSARI SULLA RICAPITALIZZAZIONE DEL MONTE PASCHI STA INNESCANDO RUMORS CHE RIMBALZANO DA TUTTE LE PARTI E IN PARTICOLARE DA MILANO DOVE SEMBRA CHE BANCA INTESA DI CORRADINO PASSERA E MEDIOBANCA DEL PALLIDO NAGEL ABBIANO APERTO UN DOSSIER SULL’ISTITUTO SENESE 2- NON È UN MISTERO CHE NAGEL STIA VAGHEGGIANDO L’IDEA DI VENDERE QUALCHE ASSET PER FARE CASSA (RCS E C’È CHI DICE ADDIRITTURA GENERALI) E DOTARSI DI UNA BANCA ‘RETAIL’, IN GRADO DI PORTARE A CASA UNA REDDITIVITÀ PIÙ ALTA DA UNA CLIENTELA PIÙ AMPIA 3- LA VICENDA DI UNICREDIT, CON RINVIO A GIUDIZIO DI PROFUMO E CONGELAMENTO DI 246 MILIONI DI EURO, È IL SEGNALE DI UN PROCESSO CHE POTREBBE ALLARGARSI A MACCHIA D’OLIO AD ALTRE BANCHE E FA TEMERE CHE SCENDANO IN CAMPO TRUPPE DI MAGISTRATI PROTESI A CHIARIRE COME LE BANCHE ITALIANE HANNO AGGIRATO LE TASSE 4- A QUESTO PUNTO QUALCUNO POTREBBE CHIEDERSI CHE COSA HA FATTO LA BANCA D’ITALIA DI DRAGHI, SACCOMANNI E TARANTOLA (AGGIUNGERE LA CONSOB DI CARDIA E DI VEGAS) PER INTERCETTARE L’ESERCIZIO DI FURBIZIA PERMANENTE CON CUI MOLTE BANCHE HANNO AGGIRATO L’ERARIO MENTRE LE GANASCE COLPISCONO I POVERI CRISTI

Seduti nei bar della Piazza del Palio i contradaioli di Siena stanno ancora commentando il pezzo pubblicato ieri da Dagospia nella "Penisola dei Famosi" in cui si parlava del clima freddo tra Peppiniello Mussari che guida la banca e il "padrone" (col 46%) di Mps, cioè la Fondazione capitanata dal tarchiato ragioniere Gabriello Mancini, che scalcia di fronte all'ipotesi di un dovizioso aumento di capitale.

Qualcuno dei contradaioli che rappresentano le 17 Contrade della città continua a sostenere che dietro questa freddezza si nasconde la volontà della Fondazione di mettere i bastoni tra le gambe di Mussari. L'obiettivo sarebbe ambizioso perché potrebbe puntare a una revisione dell'organigramma della banca dove tra il presidente Mussari e il direttore generale Vigni, è mancata fino ad oggi la figura di un amministratore delegato. Come ha sottolineato la Banca d'Italia.

Per mettere fine a queste chiacchiere i Priori delle Contrade che fanno parte del Magistrato stanno richiamando i rappresentanti del Bruco, Civetta, Nicchio, Oca, Tartuca, a sollevare lo sguardo sui problemi più importanti che riguardano lo scenario dell'intera finanza italiana. Per questi uomini, che due volte l'anno vivono con passione incredibile il Palio, sono ben altre le questioni sulle quali bisogna tenere gli occhi aperti. Sono persone estremamente informate che usano l'iPad e leggono i principali quotidiani italiani e stranieri.

Ed è così che oggi hanno esaminato con attenzione le diverse prese di posizione sulla possibile nomina di Lorenzo Bini Smaghi alla Banca d'Italia. Tra Firenze e Siena c'è una rivalità storica, e forse questo spiega l'ironia con cui hanno commentato l'articolo di oggi del "Financial Times" dove si legge che il banchiere fiorentino proviene da una nobile famiglia toscana e ha dato un apporto intellettuale alla BCE. I contradaioli ricordano ciò che invece scrisse il 2 giugno sul "New York Times" il barbuto economista americano Paul Krugman che liquidò Bini Smaghi con queste parole: "non capisco perché alla BCE lo considerano un pensatore".

Tra una tazzina di caffè e una porzione di cantucci senesi comprati nella pasticceria Nannini, c'è tempo anche per commentare l'ira di Eugenio Scalfari per il ribaltone su Saccomanni e quella di Flebuccio De Bortoli che denuncia nella procedura pasticciata del governo "una plateale dimostrazione di mancanza di leadership e persino di dignità nazionale". Agli uomini seduti nei bar di Piazza del Palio non sfugge l'atteggiamento prudente del direttore del "Corriere della Sera" che attacca il Presidente Patonza e non infierisce sulla debole candidatura del banchiere fiorentino che secondo le persone più informate avrebbe "passato" a Flebuccio la famosa lettera-diktat di Trichet e Draghi.

Stupisce invece l'atteggiamento del "Sole 24 Ore" che attribuisce a Bini Smaghi "un innegabile coraggio, una certa indipendenza di giudizio e un'innata capacità a riprendere suggerimenti dell'attualità".

È evidente che la Confindustria, già travagliata da altri problemi, non ha alcuna intenzione di mettersi lancia in resta contro il 54enne fiorentino che in caso di nomina avrebbe tra le mani le briglie del credito alle banche e quindi alle imprese. Resta il fatto che fin dal febbraio scorso i contradaioli avevano capito che il membro uscente della BCE non aveva alcuna intenzione di mollare la poltrona; basti pensare alla sua apparizione nel programma serale di Lilly Gruber da cui si era congedato dicendo: "spero di tornare da voi". E dopo quella sortita, che risale alla fine di febbraio, il "magnifico" Lorenzo aveva scalciato come un cavallo del Palio di fronte all'ipotesi di finire su uno dei tanti strapuntini che il Cavaliere e Gianni Letta gli offrivano dentro le Authority.

Detto questo ai contradaioli non resta che aspettare le decisioni del premier e non credono affatto alle dimissioni di massa di Saccomanni, Visco e dei 13 membri del Consiglio Superiore di Palazzo Koch. A loro interessa alzare lo sguardo oltre la Piazza e la Torre del Mangia per capire che cosa succederà nei prossimi mesi e in particolare nel 2012 che è considerato da tutti gli analisti l'anno della verità e del giudizio universale.

La convinzione più diffusa è che lo scenario politico e quello dell'economia subiranno sconvolgimenti profondi. Nel 2012 si voterà in America, in Francia e quasi certamente a primavera in Italia per cui è facile intuire che avverranno terremoti nelle leadership attuali forieri di ricadute inimmaginabili sul piano finanziario.

Nel 2012 le banche europee dovranno rimborsare più di 916 miliardi di obbligazioni, le regole europee saranno più stringenti, le manovre inevitabilmente depressive e senza un intervento di grande portata politica ed economica molti paesi entreranno in una crisi drammatica.

Non a caso questa mattina entrando nella sala dove si tiene un convegno promosso da IntesaSanPaolo sui beni culturali, il presidente Abramo-Bazoli ha detto che bisogna ritrovare la spinta dei padri fondatori dell'Europa per evitare il ripetersi di conflitti e odi secolari. Il terremoto è destinato a cambiare la fisionomia della finanza italiana, e non solo perché a Bankitalia arriverà una donna come la Tarantola o un banchiere che per la legge di Peter avrebbe dovuto accontentarsi della presidenza della Fondazione Palazzo Strozzi, ma anche perché l'onda lunga dell'indignazione e la gracilità di alcune banche prefigurano un sismografo impazzito. Nulla sarà come prima.

La vicenda di Unicredit, con il rinvio a giudizio di Profumo e il congelamento di 246 milioni di euro, è il segnale di un processo che potrebbe allargarsi a macchia d'olio ad altre banche e fa temere effetti ben più dirompenti delle mazzate di sabato scorso contro le vetrine e i bancomat romani. Qui c'è il rischio molto concreto che, mentre lo sdegno degli indignados innocenti si spenga come fenomeno transeunte, scendano in campo truppe di magistrati protesi a chiarire gli intrecci perversi e fraudolenti di numerosi istituti.

Se questo avverrà le telefonate di Bisignani e Lavitola appariranno roba da parrocchia perché i giornali saranno sommersi da una valanga di indiscrezioni su quei "pacchetti di ottimizzazione fiscale" con cui molte banche italiane e straniere hanno aggirato le tasse.

A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi che cosa ha fatto la Banca d'Italia di Draghi, Saccomanni e Tarantola (a cui si può aggiungere la Consob di Lamberto Cardia e di Vegas) per intercettare l'esercizio di furbizia permanente con cui molti istituti hanno aggirato l'Erario mentre le ganasce colpiscono i poveri cristi.

Queste sono domande a cui è difficile adesso dare risposte precise, resta il fatto che la scure della giustizia sta per abbattersi sul mondo del credito e c'è chi prevede che dopo piazza Cordusio i riflettori si sposteranno su quella Banca Popolare di Milano che è diventata l'arena di una vergognosa battaglia di potere.

I contradaioli, seduti ai bar della Piazza del Palio, sanno che anche MontePaschi come IntesaSanPaolo ha cercato di ottenere risparmi fiscali (come scrive oggi il "Sole 24 Ore"), ma a loro interessa il destino finale della banca. È questo il vero Palio che si correrà nei prossimi mesi. I rumors rimbalzano da tutte le parti e in particolare da Milano dove sembra che Banca Intesa di Corradino Passera e Mediobanca del pallido Nagel abbiano aperto un dossier sull'Istituto senese che vanta le origini più antiche.

Lunedì prossimo si terrà a Piazzetta Cuccia un consiglio di amministrazione, ma all'ordine del giorno non ci sarà sicuramente l'esame del dossier MontePaschi. L'operazione è ancora allo studio e appartiene al mondo delle ipotesi. Di sicuro c'è soltanto la sensazione che i vertici di Piazzetta Cuccia stiano cercando nuove strade e un nuovo ruolo per la merchant bank dei cosiddetti poteri forti.

Non è un mistero che gli occhi siano stati puntati fino a qualche mese fa sulla Banca Popolare di Milano dove i movimenti scomposti e la gestione incerta del massiccio Ponzellini hanno provocato una marcia indietro precipitosa. In piedi è rimasta invece l'idea di far guadagnare alla banca d'affari di Piazzetta Cuccia il profilo di una banca retail, in grado di portare a casa una redditività più alta da una clientela più ampia.

E non è un mistero che il pallido Alberto Nagel e la sua controfigura Renato Pagliaro stiano vagheggiando l'idea di vendere qualche asset per fare cassa spingendosi fino al punto di liberarsi di alcune partecipazioni (Rcs e c'è chi dice addirittura Generali) che spoglierebbero il salotto milanese dalla sua veste storica.

Da queste ipotesi, che circolano come semplici suggestioni nella finanza milanese, prende corpo la preoccupazione dei contradaioli senesi di veder crollare la roccaforte bancaria di Peppiniello Mussari.
Il Palio della finanza deve ancora cominciare, ma i cavalli ai nastri di partenza sono terribilmente inquieti e i fantini sono pronti a frustarsi senza pietà.

 

Giuseppe Mussari ADS Gabriello ManciniANTONIO VIGNI Bini Smaghi FABRIZIO SACCOMANNI EUGENIO SCALFARI ANNA MARIA TARANTOLA BISIGNANI

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...