1- MICHELONE AL CHIODO PER FAR DECOLLARE IL PROGETTO MULTIMEDIA “COMIZI D’AMORE” 2- PER VINCERE ALCUNE RESISTENZE DEL CDA DEL “FATTO”, IN CUI DIVERSI CONSIGLIERI (SONO SEI I PRINCIPALI SOCI, OLTRE A TRAVAGLIO E PADELLARO) SI SONO SENTITI SCAVALCATI DAL COMIZIO DI PIETRASANTA (NON SONO MAI STATI MAI CONSULTATI), PENSA DI ARRUOLARE LA SOCIA DIRIGENTE E FONDATRICE DEL GIORNALE CINZIA MONTEVERDI 3- LUNEDÌ MATTINA, DOPO AVER CONSTATATO CON DISAPPUNTO CHE SOLO DUE GIORNALI AVEVANO DATO UN RILIEVO APPREZZABILE ALL'APPELLO E ALLA SOTTOSCRIZIONE, MICHELE-CHI HA CAPITO CHE IL RAPPORTO CON IL QUOTIDIANO É DECISIVO. INFATTI, PER TORNARE IN PRIMA PAGINA, HA DOVUTO ASPETTARE L’USCITA DE ‘IL FATTO’ 5- PARENZO E SANTORO HANNO CALCOLATO CHE PER AVVIARE LA SOCIETÀ SERVONO ALMENO QUATTRO MILIONI DI EURO, DUE MILIONI DAI SOTTOSCRITTORI, E DUE DAI FINANZIATORI. MOLTI PIÙ DEI 30 MILA GIOVANISSIMI CHE SOTTOSCRISSERO LA FESTA DELLA FIOM

1- DAGOREPORT
Quando c'é di mezzo Michele, cherchez la femme. Dopo Rula Jebreal, dopo Beatrice Borromeo, dopo Giulia Innocenzi, adesso arriva un'altra donna, anche se dietro le quinte. Sarà la bella Cinzia Monteverdi l'amministratrice della nuova società di Michele Santoro, "Servizio pubblico"?

La Monteverdi, socia fondatrice e dirigente de ‘Il Fatto' con delega per il marketing é una persona di totale fiducia di Marcolino Travaglio, e ha una lunga esperienza come organizzatrice di eventi. É di Parma, é stata la regista della festa nazionale del quotidiano in Versilia, ed ha giá collaborato con Santoro per ‘Raiperunanotte' e ‘Tuttinpiedi'.

In queste ore Michele Annozero sta chiudendo gli ultimi ritocchi all'organigramma della sua nuova creatura e - a capo dell'impresa - il nome più papabile é quella della giovane editrice de ‘Il Fatto'. La scelta permetterebbe a Santoro di risolvere due problemi in un colpo solo. Da un lato quello di arruolare una persona con cui ha già consuetudine e che considera fidata.

Dall'altro di vincere alcune resistenze del Consiglio di amministrazione del quotidiano diretto da Antonio Padellaro, in cui diversi consiglieri (sono sei i principali soci, oltre a Travaglio e Padellaro) si sono sentiti scavalcati dal comizio di Pietrasanta, in cui Santoro ha annunciato il suo progetto senza prima consultarsi con nessuno. Lunedì mattina, dopo aver constatato con disappunto che solo due giornali (come subito notato da Dago) avevano dato un rilievo apprezzabile all'appello e alla sottoscrizione, Michele-chi ha capito che il rapporto con il quotidiano é decisivo.

E infatti, per tornare in prima pagina, Santoro ha dovuto aspettare ‘il Fatto' di ieri. Ma perché sono così importanti i giornali, in questo momento? In primo luogo per un nodo decisivo: il finanziamento dell'impresa. Parenzo e Santoro, infatti, hanno calcolato che per avviare la società servono almeno quattro milioni di euro, due milioni dai sottoscrittori, e due dai finanziatori. Molti più dei 30 mila giovanissimi che sottoscrissero la festa della Fiom.

Il problema è che la quota del Fatto non pesa solo economicamente, ma soprattutto strategicamente, perché il pubblico del quotidiano è già in parte sovrapposto a quello degli ultrá di Annozero. Santoro poi - un altro elemento che suscita perplessità fra chi é chiamato ad investire - vuole riservarsi in ogni caso il controllo assoluto di tutto con il 51% della società e una delega in bianco per sè.

Nel frattempo partirà un sito per la sottoscrizione (dovrebbe essere pronto la prossima settimana) e continua la guerra a distanza con Corrado Formigli, che ha strappato tre collaboratori della squadra di Annozero. Gli altri sono stati trattenuti con interventi plateali. Il fido Bertazzoni, che aveva giá un piede nel programma di Gianluigi Nuzzi é stato richiamato alle armi con la mozione degli affetti. Un'altra redattrice, Francesca Fagnani, é stata scritturata sia in una squadra che nell'altra (adesso é con Michele).

E il vice-Santoro per eccellenza, il commissario Sandrone Ruotolo, non ha fatto mancare il suo faccione sul palco di Pietrasanta. Ma alla fine, si licenzierà davvero dalla Rai? La stessa domanda riguarda Alessandro Renna, il regista preferito di Michele, che a Bologna é stato oggetto di una singolare evocazione. "Ringraziamo Renna - aveva detto la Dandini - per la meravigliosa regia della serata!". Peccato che in regia ci fosse un altro.

Renna, infatti é ancora legato da obblighi contrattuali che potrà risolvere solo se lascia viale Mazzini. Ecco perché Santoro vuole accelerare i tempi. Iniziare a raccogliere soldi da subito, cementare l'alleanza strategica con ‘Il Fatto' (anche grazie a Cinzia), firmare i contratti per tranquillizzare la squadra che ha scelto di restare con lui malgrado le lusinghe del contratto "sicuro" di Magnolia, riprendersi il suo microfono (e il suo giovedì) entro la fine di ottobre.

Per ora uno dei sogni, quello di avere un canaletto sul satellite tutto per sè (come aveva detto Parenzo a ‘Il Giornale') é saltato. L'unico modo per salire sulla piattaforma Sky, vitale per raccogliere la pubblicità, dunque, sarà, il canale satellitare già assegnato a Telelombardia. Lì le dissuasioni del Caimano non possono arrivare, perché Parenzo - a meno di non far saltare il contratto di servizio - ha il diritto di trasmettere quello che vuole.

2- SANTORO SI METTE FUORI PER STARE IN MEZZO A TUTTI GLI "ANTI" (O A CAPO?)
Marianna Rizzini per "il Foglio"

L'imprenditore televisivo Sandro Parenzo, coproduttore del Michele Santoro "multipiattaforma", un po' ci scherza: "Sono trent'anni che parliamo di ‘Telesogno' e ‘Terzo polo', magari è la volta buona. Queste cose o le fai o diventi ridicolo a forza di evocarle". Sandro Parenzo in vita sua ne ha viste d'ogni - ha collaborato alla storica rivista satirica ‘Il male', ha sceneggiato il film cult "Malizia", ha lavorato con il primo Berlusconi da tv privata, si è messo in proprio, ha fatto fare il balzo a Telelombardia e ha puntato sul Gianfranco Funari "né Rai né Mediaset": "Siamo andati su circa settanta televisioni locali, la chiamavano operazione ‘Telepannocchia'".

Un precedente dell'operazione Santoro, dice Parenzo. E però il Santoro che per la terza volta in due anni va in multipiattaforma grazie alla questua (prima due euro e mezzo, ora dieci euro per la tv "senza censura") non è soltanto "la" novità televisiva dopo l'arrivo di Enrico Mentana a La7. Santoro, alla festa del Fatto, ha annunciato i suoi "Comizi d'amore", titolo-ossimoro per un ventriloquo delle piazze odiatrici di B., al grido di "voglio tornare a giocare, ma con lo stadio pieno".

Ed ecco che prende forma la "cosa movimentista" santoriana di cui si favoleggiava nelle notti di mezz'estate - "vedrete in autunno, tra uno sciopero e una manovra", vaticinava un insider. Intanto ha un nome, la "cosa". Si chiama "Servizio pubblico", associazione che per ora fa da contenitore ai cittadini finanziatori dei "Comizi d'amore".

Poi chissà, ma è facile immaginarsela al prossimo appuntamento NoB, no casta, No Tav, no magnamagna, no maggioranza e no opposizione. Perché Michele torna in video da conduttore che s'è messo fuori (dal sistema televisivo codificato), ma intanto si mette in mezzo a tutti i "non rappresentati" (secondo lui) d'Italia.

Il precario, il pacifista, il cittadino che ha a cuore la Costituzione, lo studente sul tetto, il firmatore di appelli via Facebook, l'intellò nostalgico delle lotte metalmeccaniche, il lettore di Paolo Flores d'Arcais e di Barbara Spinelli, l'ammiratore del professor Stefano Rodotà, il devoto di Luigi De Magistris e Antonio Ingroia: sono le figure base del canovaccio santoriano nel lessico santoriano (e Roberto Benigni, una sera, sul palco congiunto Santoro-Fiom, li ha chiamati "l'Italia migliore").

Sono quelli che forse non si muniranno più di post-it giallo dopo la fine dell'idillio con Repubblica, colpevole di fuoco amico occulto (a Repubblica citano malvolentieri il Fatto, ha scritto ieri sul Fatto Marco Lillo). Sono quelli che spenderanno dieci euro, dopo averne spesi due e cinquanta per i precedenti eventi multipiattaforma del Michele di piazza ("Raiperunanotte" e "Tuttinpiedi"), per entrare a far parte di "Servizio pubblico", entità apolitica e politica, per la "tivù libera" ma già oltre la tv libera.

"Con l'aiuto fondamentale del pubblico dimostreremo che un paese semilibero non ci basta", diceva Santoro in pieno fallimento della trattativa con La7. "C'è un enorme pubblico che ci chiede di rompere gli schemi", insisteva, dando di "diversamente libero" a Mentana.

Il pubblico, cioè "queste migliaia di persone che hanno diritto a essere rappresentate" (Santoro dixit, alla festa del Fatto). E' un Santoro "esperimento mediatico" che si candida a soddisfare tutte le brame "anti" - e all'ex sfidante interno Giovanni Floris, tornato ieri in onda con "Ballarò", tocca il ruolo di quello che difende la baracca ("non credo che la Rai sia alla fine", ha detto).

 

MICHELE SANTORO MARCO TRAVAGLIOSANTOROPARENZO SANDROANTONIO PADELLARO LUCA TELESE Peter Gomez e Cinzia MonteverdiMarco Travaglio Silvia Truzzi e Cinzia MonteverdiTravaglio Gomez e Cinzia MonteverdiMARCO LILLO E SANDRO RUOTOLO MAURIZIO LANDINI PAOLO FLORES DARCAIS CORRADO FORMIGLI BARBARA SPINELLITravaglio Peter Gomez e Cinzia Monteverdi

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...