ADDIO AL COMMISSARIO DAVANZONI - E' MORTO A 59 ANNI GIUSEPPE D'AVANZO, COLPITO DA INFARTO DURANTE UNA PASSEGGIATA IN BICICLETTA - AL DI Là DELLE DIVERSITà E DEGLI ATTACCHI PERSONALI, RENDIAMO ONORE A UN GRANDE GIORNALISTA, AUTORE DI INCHIESTE CHE HANNO FATTO LA STORIA DEGLI ULTIMI DECENNI DELLA CARTA STAMPATA: DAL "NIGERGATE" Al rapimento di Abu Omar, DAL CASO TELECOM-SISMI Alle "dieci domande" a BERLUSCONI - LA POLEMICA SULLE FONTI CON COSSIGA, LO SCAZZO CON TRAVAGLIO, LA LITE CON BONINI, IL LIBRO CON BOLZONI...

Da Wikipedia

Giuseppe D'Avanzo (Napoli, 10 dicembre 1953 - 30 luglio 2011) è stato un giornalista e scrittore italiano, firma del quotidiano La Repubblica.

Laureato in filosofia e giornalista professionista, dopo aver lavorato al Corriere della Sera, nel 2000 è approdato a La Repubblica. Ha curato con il giornalista Carlo Bonini, suo decennale collaboratore, i principali scoop investigativi nei quali la cronaca nera s'è incrociata con la politica, soprattutto estera e militare.

LE INCHIESTE
Il "Nigergate" - che vide approdare nel discorso sullo Stato dell'Unione di George W. Bush la falsa notizia del tentativo di Saddam Hussein di acquistare uranio del Niger, tipo "yellowcake" - fu da lui ricollegato ad un dossier costruito a Roma in ambienti contigui ad ambasciate africane ed al Sismi, il servizio d'intelligence militare italiano.

Il rapimento di Abu Omar fu da lui ripetutamente ricollegato non solo ad un'attività clandestina della CIA in territorio italiano, ma a una vera e propria operazione congiunta degli statunitensi con il Sismi: la pubblicazione di indizi in tal proposito si valse delle prime indagini condotte dalla Procura di Milano, ma parve anche indirizzarle in un feed-back alquanto inusuale, accennando alla possibilità che la rilevazione satellitare delle utenze di telefonia mobile dei rapitori indicasse che sul luogo del rapimento vi fossero anche agenti italiani.

La strada così aperta condusse all'individuazione della sinergia illecita tra il cosiddetto "tiger team", una squadra di esperti informatici della Telecom-Italia e Sismi, che si sarebbe svolta sia per depistare le precedenti indagini, sia per mettere sotto controllo una serie di personaggi pubblici italiani. L'indagine in proposito è ancora in corso, ma le notizie sul "centro d'ascolto" di via Nazionale si sono arricchite nel 2006 della notizia che lo stesso D'Avanzo sarebbe stato tra gli intercettati.

Il caso delle "dieci domande" al Presidente del Consiglio, inaugurato dalle rivelazioni della redazione partenopea di Repubblica in merito alla partecipazione di Silvio Berlusconi ad una festa di compleanno a Casoria, e, dopo la seconda lettera pubblica di Veronica Lario, oggetto di uno "speciale multimediale" curato da D'Avanzo per rimarcare le presunte incoerenze nella ricostruzione pubblica della vicenda.

Il caso delle "escort di Tarantini", saldato alla precedente inchiesta dalla decisione di Ezio Mauro di trasporvi parte delle domande rivolte dal suo giornale al Presidente del consiglio.

LE CRITICHE SULLE FONTI
Spesso, le inchieste del team Bonini-D'Avanzo hanno fatto discutere. Probabilmente per reazione a tale ricca messe informativa, s'è più volte affacciata l'ipotesi che D'Avanzo e Bonini abbiano fonti direttamente nel mondo degli agenti segreti.

Tale "fisiologico" precipitato delle rivalità tra testate ha registrato un'impennata dopo la scoperta (nel caso Telecom-Sismi) che il giornalista Renato Farina era a "libro paga" del Sismi. Farina, allora vice direttore del quotidiano Libero, venne difeso da Giuliano Ferrara, che si offrì di assumerlo nel quotidiano da lui diretto, Il Foglio, nel caso fosse stato licenziato da Libero.

Il vicedirettore del Corriere della Sera, Pierluigi Battista il 9 luglio 2006 scrive un articolo in cui critica l'operato di Farina chiedendosi, con quella che appare essere una domanda retorica, se questi e Ferrara avrebbero difeso allo stesso modo anche un eventuale Marco Travaglio che fosse stato scoperto a collaborare con la Procuratore nazionale antimafia o Giuseppe D'Avanzo eventualmente scoperto a collaborare con il capo della polizia (allora Giovanni De Gennaro):

« E un'altra domanda, a Ferrara e a Farina. Se per pura ipotesi, tanto per dire, un giorno si dovesse accertare un qualche rapporto di remunerazione tra Marco Travaglio, a Ferrara e Farina assai inviso, e la Procura antimafia, Ferrara e Farina difenderebbero quel passaggio di denaro nel nome della «superiore» lotta alla mafia? E se, sempre per paradosso, anche Giuseppe D'Avanzo venisse scoperto a percepire una «giusta mercede» dal capo della Polizia nella guerra al crimine, Libero e Il Foglio sparerebbero a zero, oppure farebbero mostra di comprendere quanto penosa e irta di contraddizioni sia la sfida alla malavita che ha visto arruolarsi il loro giornalista-nemico? C'è da dubitare della seconda ipotesi. »
(Pierluigi Battista, Corriere della Sera, 9 luglio 2006

Circa un mese dopo, il 2 agosto 2006, Francesco Cossiga, interpretando (o molto più probabilmente fingendo di interpretare) l'esempio portato da Pierluigi Battista come fosse una rivelazione giornalistica su possibili collaborazioni tra D'Avanzo e De Gennaro, ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'interno Giuliano Amato in cui si chiede se D'Avanzo e Travaglio siano con l'ex capo della polizia, in rapporto di giornalista-fonte, o se invece dal secondo ai primi vi sia stato passaggio di danaro, chiedendo se in questo caso non sarebbe stato più corretto assumerlo direttamente al SISDE:

« Si chiede di sapere:
alla luce dell'articolo di Pier Luigi Battista sul quotidiano "Corriere della Sera", se corrisponda a verità l'ipotesi da detto autorevole giornalista formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente lecita, se nell'interesse delle tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e della necessaria attività di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti Marco Travaglio e Giuseppe D'Avanzo siano a "libro paga", e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro, cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione, come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI;
qualora l'ipotesi sia vera, se non si ritenga opportuno rendere permanente e più ampia la loro collaborazione, facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE. »
(Interpellanza del Senatore Francesco Cossiga al Ministro dell'Interno)

Il ministro Amato negherà il coinvolgimento dei due giornalisti con il ministero degli Interni e la polizia.

È da notare che nello stesso giorno Cossiga aveva presentato diverse interpellanze sulle indagini effettuate nei confronti del personale del SISMI e sul Caso Abu Omar, in cui si evidenziava la sua contrarietà all'operato dei magistrati, tra cui un'interpellanza apertamente provocatoria, al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri, dell'interno e della difesa, in cui chiedeva se, dopo "lo smantellamento, tramite tempestivi arresti, della Divisione controspionaggio del SISMI" da parte della Procura di Milano non sarebbe stato il caso di contrattare con Al Qaeda l'immunità per i cittadini e gli interessi italiani in cambio de "lo smantellamento di tutto l'apparato di sicurezza antiterrorismo dei Servizi di informazione e sicurezza, dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di finanza", chiedendo di nominare come ambasciatore per le trattative il sostituto procuratore della Repubblica di Milano Armando Spataro.

IL CASO LITVINENKO
Gli viene contestata da Paolo Guzzanti, attraverso 10 domande, la manipolazione o falsificazione dell'intervista a Litvinenko, pubblicata dopo la sua morte ma effettuata più di un anno prima e senza la registrazione, nonostante D'avanzo abbia affermato il contrario. La stessa accusa di manipolazione è stata rivolta per le interviste a Oleg Gordievskij e Vladimir Bukovskij, che hanno pubblicamente smentito il contenuto, senza che venisse data notizie delle smentite.

I LIBRI
Insieme a Carlo Bonini, ha pubblicato Il mercato della paura. La guerra al terrorismo islamico nel grande inganno italiano (Einaudi, 2006).
Con il cronista siciliano Attilio Bolzoni, esperto di mafia, ha pubblicato Il Capo dei Capi. Vita e carriera criminale di Totò Riina (Rizzoli, 2007, decima edizione), da cui è stata tratta un'omonima miniserie TV trasmessa da Canale 5.

 

 

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