fotografie storiche

BASTANO GLI OCCHI, SPECCHIO DELL’ANIMA, PER CAPIRE TUTTO DI UNA PERSONA - LO SGUARDO È IL PIÙ POTENTE MEZZO PER SCOVARE FOLLIA, PAURA, ILLUSIONE, GIOIA IN UNA PERSONA - DA UN SOLDATO IN TRINCEA A SOPHIA LOREN

Da http://www.incredibilia.it

 

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“Gli occhi sono lo specchio dell’anima” – questa citazione è stata attribuita ad un’infinità di personaggi storici. In quel baleno in cui osserviamo qualcuno, il nostro sguardo va direttamente ai suoi occhi – nel tentativo, forse, di scrutare nella sua anima. Gli occhi, in maniera misteriosa, ci lasciano percepire verità su qualcuno che altrimenti il linguaggio umano non potrebbe comprendere.

 

Un utente del forum santabanta ha iniziato una ricerca di immagini storiche dove sono gli occhi a raccontare ciò che accadeva in quegli istanti precedenti lo scatto del fotografo. Ad ogni immagine corrisponde una storia, raccontata non solo dalle didascalie ma da una vasta gamma di emozioni percepibili negli sguardi dei loro soggetti: gioia, odio, paura, coraggio.

 

1. Follia. Un soldato colpito dalla psicosi traumatica shell-shock in trincea durante la Battaglia di Flers-Courcelette a metà settembre del 1916. Durante la Prima Guerra Mondiale l’intensità dei bombardamenti e combattimenti produceva uno stato di impotenza che appariva a volte con attacchi di panico, fuga, incapacità di ragionare, dormire, camminare o parlare.

 

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2. Sconfitta. Un soldato dell’Armata Rossa fa prigioniero un soldato tedesco dopo la Battaglia di Stalingrado. I Tedeschi erano intrappolati e stavano esaurendo rapidamente il combustibile per i riscaldamenti e le scorte di medicinali. In migliaia iniziarono a morire assiderati, malnutriti ed ammalati. È tra le battaglie più sanguinose nella storia delle guerre, con le più alte perdite totali: si stimano circa due milioni tra morti e dispersi.

 

3. Paura. Un soldato tedesco di 15 anni, Hans-Georg Henke, piange dopo essere stato catturato dal Nono Reggimento dell’Esercito Statunitense a Rechtenbach, Germania, il 3 Aprile del 1945. Era un membro della Luftwaffe del plotone antiaereo Flakhelfer, scoppiò in lacrime quando vide sbriciolarsi il mondo attorno a lui. Era entrato nella Luftwaffe dopo la morte dei genitori per potersi mantenere.

 

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4. Fatica. Foto ravvicinata sullo sguardo tormentato di un prigioniero di guerra Americano steso su una brandina appena dopo la sua liberazione da parte delle forze Alleate dai campi tedeschi. Scattata a Limburg, Germania, 1945.

 

5. Coraggio. Bibi Aisha, 18 anni. In una pratica conosciuta come baad, il padre di Aisha aveva promesso la figlia in sposa ad un combattente Talebano quando lei aveva 12 anni per compensare ad un assassinio commesso da un membro della sua famiglia. Fu data in sposa a 14 anni e soggiogata da continui abusi. A 18 anni, fuggì dagli abusi ma fu catturata dalla polizia, messa in carcere e ritornata alla famiglia. Il padre la riconsegnò al genero che per vendicarsi della fuga, insieme al suocero e altri 3 membri della famiglia, la portò nelle montagne, le tagliò naso e orecchie e la lasciò a morire. Bibi fu successivamente salvata da alcuni volontari e da militari Statunitensi. La sua faccia mutilata sulla copertina della rivista Time incendiò un dibattito sulla minaccia che incombe su ogni donna Afgana.

 

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6. Illusione. La foto mostra il Caporale Yukio Araki (17 anni) che tiene tra le mani un cucciolo di cane insieme ad altri quattro giovani ragazzi (tra i 18 e i 22 anni) del 72esimo Corpo Shinbu. Un cameraman dell’Asashi Shimbun ha scattato questa foto il giorno della partenza dall’Aerobase di Bansai per la loro missione kamikaze in Okinawa. Yukio Araki morì all’età di 17 anni e 2 mesi nell’attacco-suicidio alle navi Americani vicino Okinawa, il 27 Maggio del 1945. La maggior parte dei piloti dell’armata kamikaze durante la campagna di Okinawa aveva tra i 17 e 22 anni. Non il tipo di immagine che la gente si aspetta quando si parla del fanatismo kamikaze.

 

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7. Invidia. Sophia Loren e Jayne Mansfield alla festa della 20th Century Fox in onore di Sophia Loren il 12 Aprile del 1957. La Mansfield ha qualche problemino con il vestiario che le scopre i seni. Per molti fu una trovata pubblicitaria per mettere in ombra la diva italiana.

 

8. Innocenza. In foto il cosiddetto “Ragazzo con gli occhi di Zaffiro”.  Appena la fotografa Vanessa Bristow pubblicò la foto, venne inondata di accuse per l’uso non etico di Photoshop.  Lei rispose con altre foto del ragazzino per mostrare che non erano state alterate. Il blu degli occhi su una pelle scura è probabilmente dato da albinismo oculare o uveite giovanile. Entrambe le condizioni causano l’ipopigmentazione dell’iride.

 

9. Rassegnazione. Foto dall’album personale di un soldato dell’Einsatzgruppen, etichettata sul retro con inchiostro nero “l’ultimo ebreo di Vinnycja”, mostra un membro dell’Einsatzgruppen D in procinto di sparare ad un uomo ebreo in ginocchio sul ciglio di un fossa comune a Vinnycja, Ucraina, nel 1941. Tutti i 28.000 ebrei di Vinnycja e dintorni vennero massacrati.

 

10. Sollievo. Un cardiochirurgo dopo un intervento di trapianto di cuore di 23 ore. Il suo assistente dorme nell’angolo.

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11. Disperazione. Una donna distesa sul marciapiede nel ghetto di Varsavia muore dalla fame. Foto scattata da un saldato Tedesco, Heinz Joest, nel 1951.

 

12. Meraviglia. Il preciso istante in cui Harold Whittles, nato sordo, sente per la prima volta grazie ad un apparecchio acustico.

 

13. Panico. La strage di Hillsborought del 1989 fu un incidente che successe durante la partita della semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest, sul campo neutro (come da regolamento) dello stadio di Hillsborough a Sheffield (Inghilterra). La tragedia provocò la morte di 96 persone e 766 feriti. Dell’incidente è stata accusata la polizia per la pessima gestione del problema degli ingressi allo stadio. L’incidente rimane la peggiore tragedia dello sport Inglese e una delle peggiori nella storia del calcio.

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14. Perdita dell’innocenza. La foto mostra Ahmed, il bambino di 8 anni figlio di un combattente ribelle Siriano, mentre fuma e fa la guardia fuori dalla barricate di Aleppo con un fucile AK-47. È uno dei combattenti più giovani trascinanti nella guerra civile del paese e qualcosa nella sua espressione di indifferenza sembra suggerire orrori a cui nessun bambino della sua età avrebbe dovuto mai assistere.

 

15. Odio. Joseph Goebbels stava sorridendo finché non apprese che Eisenstaedt era ebreo, istante che Eisenstaedt catturò in questa foto. Improvvisamente, “mi guardò con uno sguardo pieno di odio e attendeva che crollassi”, ricorda il fotografo.

 

16. Cautela. Sharbat Gula rimase orfana durante i bombardamenti in Afghanistan dell’Unione Sovietica e venne mandata al campo profughi di Nasir Bagh in Pakistan nel 1984. Il suo villaggio fu attaccato da elicotteri d’assalto Sovietici nei primi anni ’80. Gli attacchi uccisero i suoi genitori, costringendo lei, i suoi fratelli e la nonna a raggiungere a piedi, camminando per le montagne, il campo profughi di Nasir Bagh nel vicino Pakistan.

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17. Vergogna. La testa di una prostituta francese viene rasata da alcuni civili come punizione per le sue frequentazioni con i membri delle truppe tedesche. Scattata alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

 

18. Dolore. Nguyen Thi Ly, 9 anni, soffre degli effetti dell’Agente Arancio. Durante la guerra in Vietnam, l’esercito Statunitense nebulizzò sul Vietnam oltre 12 milioni di galloni dell’erbicida “Agente Arancio”. Questo defoliante venne usato per distruggere immediatamente campi, ripulire la vegetazione e sfoltire foreste dense che fornivano cibo e riparo alle forze Vietcong. Almeno 4.5 milioni di Vietnamiti e 2.5 milioni di veterani Americani, sono stati esposti al pesticida. Benché l’uso terminò 30 anni fa, la diossina dall’Agente Arancio getta scompiglio su tre generazioni di vittime.

 

19. Pace. Il soldato in questa foto è sconosciuto ma era con il 173esimo battaglione della divisione aerotrasportata in missione difensiva sulla pista d’atterraggio di Phuc Vihn, nel Vietnam meridionale. 18 Giugno, 1965.

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20. Sbigottimento. Bambini guardano un dragone massacrato in uno spettacolo di burattini, scattata a Parigi da Alfred Eisenstaedt nel 1963.

 

21. Gioia. Sopravvissuta liberata dall’esercito Brittanico nel 1945 dal campo di Bergen-Belsen. Ritrae una donna al momento della sua liberazione, scarna e provata, ma con il volto raggiante e vivo. Come se non fosse stata mai imprigionata.

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