BUONE NOTIZIE PER ECO - MENTRE IL CEO DI TWITTER DICK COSTOLO VIENE SILURATO DAGLI AZIONISTI, UNO STUDIO RIVELA CHE GLI ITALIANI TWITTANO SOPRATTUTTO DAVANTI ALLA TV: LO SMARTPHONE È UN SECONDO TELECOMANDO, E INVECE DELLE RIVOLUZIONI, CI FACCIAMO LE RECENSIONI

Dopo 5 anni Costolo viene cacciato: crescita moscia, pochi nuovi utenti, utili che sono un miraggio. Per ora al suo posto torna il fondatore Jack Dorsey, poi si vedrà - Italiani su Twitter: Renzi il più citato. Negativamente...

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1. TWITTER, COSTOLO SI DIMETTE: DORSEY SARÀ IL NUOVO CEO

Giuditta Mosca per www.wired.it

 

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È durata cinque anni l’avventura di Costolo alla guida di Twitter. È un addio clamoroso, ma non del tutto inatteso, in qualche modo anticipato alla Re/Code Conference di maggio, quando per rispondere ai giornalisti che chiedevano del suo futuro Costolo ha detto “mi concentro sul mio lavoro e non so se sarò ancora qui alla fine dell’anno”. Nel comunicato ufficiale si legge che il suo posto sarà preso ad iterim da Jack Dorsey, in attesa quindi che venga individuata la persona giusta per rimpiazzarlo, compito di certo non facile anche per le enormi pressioni esercitate dalla borsa.

 

Tra i primi a candidarsi, il rapper Snoop Dogg, che ha fatto sapere ai suoi 12,3 milioni di follower di essere pronto al grande passo, con tanto di hashtag #SnoopforCEO, ovviamente una boutade che gli servirà come aggancio per inserire “rapper e Twitter” nel testo di una canzone. Nel lasciare l’incarico, Costolo ha rivelato come il Consiglio di Amministrazione fosse comunque ancora dalla sua parte, come dalla sua parte sono sempre stati gli impiegati che gli hanno riservato una calorosa standing ovation proprio ieri.

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Quando si fa parte di una public company, però, il tasso di gradimento che fa stato è quello degli azionisti e, numeri alla mano, i comproprietari di Twitter stavano sfilando il tappeto sotto ai piedi di Costolo già da diverso tempo.

 

Non è stata la prima trimestrale del 2015 a fare inviperire l’azionariato, quanto la quasi totale assenza di strategie finanziarie e di crescita, tema già finito alla gogna mediatica a fine 2014 quando da San Francisco hanno enfatizzato le importanti entrate ma hanno glissato sulle cifre relative agli utenti. Non appena diffuso il comunicato relativo alle dimissioni del CEO il titolo è salito del 10%, evento ormai diventato raro, tant’è che l’ultimo sussulto verso l’alto si è verificato ad aprile, quando si vociferava di un interesse di Google nei confronti dell’uccellino Larry. Da quando Twitter è entrata in borsa (novembre 2013) fino a l’altro ieri il titolo ha perso il 20%, in un turbinio di ribassi solo raramente frammentati da risalite peraltro deboli ed estemporanee.

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Un problema piuttosto serio, perché Twitter dimostra costantemente di avere enormi potenzialità arrivando – come nel caso dell’ultimo quarto del 2014 – a fare ricredere gli analisti. La poca trasparenza e le strategie non sufficientemente chiare fungono da zavorra al titolo.

 

I papabili e il futuro di Twitter

 

Messo da parte Snoop Dogg, gli analisti di S&P Capital IQ hanno da subito individuato in Dorsey la persona giusta per guidare questa fase di transizione, non contemplando però la possibilità che la poltrona resti a lui. Per fare in modo che l’uccellino lasci definitivamente la gabbia ci vuole un uomo di comprovata esperienza, capace di profonde modifiche (per le quali ci vuole molto coraggio) e, nel panorama dei CEO disoccupati, queste caratteristiche sembrano ricondurre a John Chambers, che lascerà alla fine di luglio la guida di Cisco, azienda che ha diretto per 20 anni portandone il fatturato da 1,2 miliardi a 47 miliardi, riorganizzando il business in due settori specifici e consolidando il gruppo che è passato da 4mila a quasi 70mila dipendenti.

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È difficile che Chambers si rimetta in gioco (classe 1949, ormai in età di pensionamento), ma la necessità di una profonda rivoluzione nelle filosofie e nelle strategie anche non commerciali resta. Twitter deve cambiare, e una riorganizzazione non è affatto esclusa.

 

 

2. GLI ITALIANI E TWITTER, SI CINGUETTA LA SERA DAVANTI ALLA TV

jack dorsey jack dorsey

 (ANSA) - Gli italiani twittano di più la sera, dalle 21 alle 23, per effetto delle attività di 'second screen', cioè guardare i programmi tv usando anche tablet e smartphone. Il giorno in cui cinguettano di più è il mercoledì. Gli hashtag più usati nel nostro paese nel 2014 sono stati quelli politici come Renzi e M5S, seguiti dalle trasmissioni incentrate sulla musica come Amici e Sanremo. E' la fotografia degli italiani su Twitter scattata da Blogmeter in occasione della Social Media Week di Roma.

renzi padiglione selfie renzi padiglione selfie

 

Lo studio è basato sull'analisi di circa 600 milioni di tweet italiani dal 2013 ad aprile 2015. Altro dato che emerge "è la maturazione nell'uso delle grammatiche distintive di Twitter". Cresce infatti di 18,5 punti l'uso degli hashtag, che si ritrovano nel 48% dei tweet analizzati. Aumentano anche le menzioni, presenti del 66% dei tweet (+9,5 rispetto al 2013). Inoltre, se il microblog è sicuramente un modo per condividere notizie, solo il 35% dei tweet italiani analizzati contiene un link ad una fonte esterna.

 

Selfie matteo renzi twitter poi cancellato Selfie matteo renzi twitter poi cancellato

Secondo la ricerca, l'account più citato è stato quello di Matteo Renzi (oltre 3,3 milioni di volte); seguito da quello di YouTube, usato per condividere video su Twitter per oltre 2 milioni di volte. Infine, l'analisi semantica dei tweet ha rivelato anche le emozioni espresse dagli utenti. "Mediamente - spiega lo studio di Blogmeter - i pensieri condivisi sono critici. Gli unici due giorni nei quali si è registrato un saldo di commenti positivi sono stati il Capodanno e il giorno della partita Inghilterra-Italia, durante i Mondiali".

 

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