C’È POCO DA STARE ALLEGRI - GLI SCAZZI DEL BANANA DURANTE MILAN-BARCELLONA PER IL GIOCO NON SPUMEGGIANTE DELLA SUA SQUADRA SONO I CAPRICCI DI UN VECCHIO INSAZIABILE - HA GIOCATORI IN ETÀ DA INPS, RASTRELLA PRESTITI O PARAMETRI-ZERO, LASCIA CHE PIRLO VADA ALLA JUVE E CHE BARBARA BERLUSCONI SPOLPI PATO, CHE È SEMPRE INFORTUNATO - DITE AL BANANA CHE ALLEGRI HA VINTO UNO SCUDETTO AL PRIMO COLPO E RISCHIA DI FARE IL BIS QUEST’ANNO…

1 - BERLUSCONI ACCUSA ALLEGRI «AVVERSARI TROPPO LIBERI»
Monica Colombo per il "Corriere della Sera"

Berlusconi is back. Da ieri il Cavaliere è tornato a essere il presidente del Milan: il cda rossonero lo ha eletto per acclamazione presidente onorario, carica che in passato non aveva mai rivestito e che ora ricoprirà anche per motivi strategici. Lo sponsor principale del suo ritorno alla guida del club è la figlia Barbara, che aveva insistito parecchio affinché tornasse a occuparsi in prima persona della squadra.

Numero uno del club dal 24 marzo 1986 al 21 dicembre 2004 e poi ancora dal 15 giugno 2006 all'8 maggio 2008, Silvio Berlusconi era stato costretto - da premier - a lasciare la poltrona di presidente in ottemperanza alla legge sul conflitto di interessi. Secondo i programmi originari, in aprile l'assemblea degli azionisti avrebbe dovuto restituirgli la carica presidenziale, invece il cda ieri ha anticipato i tempi nominando il Cavaliere presidente onorario.

Ora con un minor numero di impegni istituzionali, il leader del Pdl può tornare a dedicare tempo e energie a quello che ha sempre definito «un affare di cuore». Negli ultimi tempi ha ricominciato a mostrare passione verso le vicende della squadra tornando a seguirla ad esempio in trasferta, come a Parma, evento che in campionato non si verificava da 18 anni. Ha ricominciato a frequentare con assiduità le tribune di San Siro e, come ai bei tempi, non ha lesinato giudizi caustici sul modus operandi dell'allenatore di turno.

Mercoledì sera a San Siro durante l'intervallo della partita di Champions con Messi e i suoi fratelli è parso arrabbiatissimo mentre commentava con Adriano Galliani, seduto al suo fianco, i primi 45 minuti. «Così non va bene» diceva sbracciandosi e con un'espressione infastidita il Cavaliere. «Il presidente avrebbe voluto pressing alto e più possesso palla. Si era abituato bene con Arrigo Sacchi» osservava nella notte l'ad rossonero, impegnato mercoledì a difendere le scelte di Allegri.

Spiegando cioè la situazione di emergenza in cui versava la squadra falcidiata dagli infortuni e l'impossibilità di adottare una tattica differente considerando il valore degli avversari. Ieri ha offerto nuovi spunti al dibattito Licia Ronzulli, europarlamentare del Pdl, habituée di San Siro, amica di Silvio Berlusconi, presente allo stadio. Come ha raccontato alla trasmissione radiofonica «Un Giorno da Pecora» (in onda oggi su Radio2), l'ex premier era imbufalito per l'atteggiamento tattico dei suoi. «Io mercoledì a San Siro ero seduta davanti a Silvio Berlusconi.

Vicino a lui c'erano i figli della Marina, i due nipotini. Facevano un sacco di domande e lui doveva stare a rispondere a tutti i loro quesiti...». Quindi il quesito dei quesiti: il Cavaliere era contento di come stava giocando il Milan? «Mica tanto, era un po' incazzato perché non marcavamo a uomo e quelli erano sempre liberi». Di cosa si lamentasse con precisione lo spiega la stessa europarlamentare: «Diceva, con charme ed eleganza: ‘‘Sono liberi, sono liberi!''».

Allegri non è il primo allenatore che entra in rotta di collisione con il presidente che in passato diede del sarto incapace a Zaccheroni, di «uno che canta a Sanremo» a Tabarez; fece pubblicare sul libro di Bruno Vespa «Il Cavaliere e il Professore» gli schemi (di Carlo Ancelotti che poi ne rivendicò la paternità) della finale di Atene del 2007 e finì per farsi dare del Narciso da Leonardo. Nell'agosto 2010 Berlusconi voleva Van Basten sulla panchina del Milan ma il Divino fu costretto a declinare l'invito per i forti dolori alla caviglia («Non voglio allenare da seduto» disse allora).

La scelta quindi ricadde su Allegri, fortemente pubblicizzato da Adriano Galliani. Che ora si ritrova stretto in questo ruolo di mediatore fra un presidente eccessivamente critico e un allenatore colpevole solo di non effettuare gioco champagne contro i più forti del globo.
Finora i risultati sono stati il miglior biglietto da visita per Allegri ma non vorremmo essere al posto del tecnico nell'eventualità di un clamoroso sorpasso della Juve in classifica. Ci si consola con le notizie dall'America: Pato domani tornerà in Italia con buone possibilità di essere convocato per il Camp Nou.

2 - I MALUMORI IMMOTIVATI DEL CAVALIERE...
Alberto Costa per il "Corriere della Sera"

La storia del calcio ci ha insegnato che di Silvio Berlusconi sono sovente più pesanti i silenzi delle parole. Dopo avere accuratamente dribblato qualsiasi intervento pubblico sulla dura sconfitta di Londra con l'Arsenal caratterizzata da superficialità diffusa (prova generale a Milanello e non all'Emirates, due portieri in panchina e via di questo passo), mercoledì sera a San Siro il patron rossonero ha faticato a mascherare la propria irritazione pur riuscendo di fatto a cucirsi la bocca.

Berlusconi in effetti è concettualmente legato a un calcio di grande qualità, spettacolare, arioso. Un calcio in cui la sua squadra deve sapersi impadronire del campo. Era il calcio di un Milan che non c'è più, alimentato da copiosi investimenti: ma se la politica di oggi è quella di lasciare che Pirlo se ne vada alla Juve per rastrellare soprattutto giocatori a parametro zero, è evidente che pretendere un prodotto in grado di mantenere nel tempo la qualità originale costituisca pura utopia.

Entrando nello specifico della sfida pareggiata con il Barcellona, le doglianze dell'ex premier fanno riferimento a una errata convinzione, quella di una presunta superiorità dell'organico rossonero nei confronti di quello blaugrana. Affrontare Messi e i suoi fratelli a viso aperto avrebbe significato un dispendio energetico non tollerabile da parte di una formazione con troppa gente ancora a corto di rodaggio (Robinho, Boateng, Seedorf e Nesta ad esempio), con il rischio aggiuntivo, a ogni passaggio errato, di ritrovarsi affettati dai rovesciamenti ospiti.

Avendo invece scelto di opporsi alla squadra più forte del mondo come aveva fatto Mourinho consentirà ai rossoneri di presentarsi martedì al Camp Nou partendo dallo 0-0, quasi fosse una sfida secca, dentro o fuori, in cui tutto può accadere, pure che a vincere non sia il favorito. Il gusto estetico di Silvio Berlusconi riferito al calcio è certamente apprezzabile ma per esprimere valutazioni attendibili servirebbe essere più sul pezzo. E invece, da quando si è fatto assorbire dalla politica, l'ex premier resta un presidente (onorario) a metà.

 

 

ALLEGRIsuper allegri foto mezzelani gmt allegri berlusconi foto mezzelani gmt Silvio BerlusconiBARBARA BERLUSCONI E PATO ibrahimovicMILAN BARCELLONA AMBROSINI IN CONTRASTO jpeg

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)