CAFONALINO DOPPIA LIBIDINE - I GATTI DI VICOLO MIRACOLI, KARINA HUFF, SABRINA SALERNO E GLI ANNI ’80, PARLA JERRY CALA’: “GLI YUPPIES ERANO CAZZONI MA IL LORO ENTUSIASMO SERVIREBBE ALL’ITALIA" - LA FRASE TRASH DEL BRANO RAP "OCIO": "TU TI FACEVI LE SEGHE, IO LA VENIER" - VIDEO - -

Ha baciato Stefania Sandrelli, ha preso 10 schiaffi da Virna Lisi, ha flirtato con Marina Suma ma nel cuore di Jerry Calà un posto speciale lo occupa Karina Huff: “E’ stata l’icona femminile degli anni ’80” - "Con gli incassi del film di Zalone, come con i miei tanti anni fa, alla fine ci faranno altri 20 film da Festival. Non è cambiato nulla”... -

Condividi questo articolo


 

 

 

jerry cala claudio bonivento sarina biraghi e franco oppini jerry cala claudio bonivento sarina biraghi e franco oppini

Foto: Luciano Di Bacco per Dagospia

Francesco Persili per Dagospia

 

Qualcosa, non tutto, può durare. L’amicizia che oggi lo lega agli altri Gatti di un vicolo veronese poco lontano dall’Arena, la voglia di nuovo e il continuo ritorno al futuro che scatta ogni volta con le battute di “Sapore di Mare” e “Vacanze di Natale” o sulle note di “Maracaibo”. Fuggire sì ma dove? Negli anni ’80, naturalmente. Forse perché per Jerry Calà quel decennio - un po’ come l’estate - è prima di tutto uno stato d’animo. Nessuna nostalgia canaglia, solo allegria nelle sue parole a Dagospia.

 

marina suma claudio bonivento jerry cala marina suma claudio bonivento jerry cala

«Gli yuppies erano dei cazzoni e hanno fatto qualche danno al nostro Paese ma il loro entusiasmo servirebbe per rimettere in carreggiata l’Italia. Naturalmente mi riferisco all’atteggiamento perché gli yuppies avevano fame e sogni e non aspettavano, come tanti ragazzi di oggi, che qualcuno li scodellasse il futuro sul tavolo ma se lo andavano a prendere con le unghie e con i denti. Poi anche loro hanno fatto un sacco di cazzate».

 

La parola chiave è cambiamento. «Mio padre ascoltava Claudio Villa, io i Beatles e poi sempre cose nuove. Ancora oggi sono così: faccio quel che mi pare, non piango sul vinile, sono curioso del mondo che cambia», scrive l’attore nel suo primo libro “Una vita da libidine” (Sperling&Kupfer).

marina suma marina suma

 

Un armadio di sorrisi, canzoni e leggerezza che tiene dentro 65 anni di vita, 40 di film e 20 di serate alla Capannina, e una varietà di generi: il beat di Verona, «la Liverpool italiana», il progressive anni ‘70 dei Gatti di Vicolo Miracoli, il pop anni ’80, il revival, fino al rap di Jerry Calàshnikov con J-Ax che di recente ha conquistato il web. «Tu ti facevi le seghe, io la Venier». Il manifesto della libidine coi fiocchi.

 

jerry cala con katia noventa jerry cala con katia noventa

Già, perché negli anni ’80 Calogero Calà in arte Jerry (omaggio a Jerry Lewis) è diventato uno dei volti cinematografici più amati da una generazione cresciuta a pane e commedia. Ha baciato Stefania Sandrelli, ha preso 10 schiaffi da Virna Lisi, ha descritto “quel certo piacersi” con Marina Suma con uno sguardo sul finale di “Sapore di Mare” che alla prima del film strappò gli applausi anche di Carlo Verdone ma nel cuore di Jerry Calà un posto speciale lo occupa Karina Huff: «La sua morte è profondamente ingiusta. Era una ragazza solare, piena di vita. Con la sua allegria è stata l’icona femminile degli anni ’80 insieme a Sabrina Salerno che aveva una dimensione internazionale e spopolava con i suoi successi dance in tutta Europa».

jerry cala col suo libro jerry cala col suo libro

 

Dal Derby di Milano alle serate al "Ciucheba" di Castiglioncello con lo storico patron del locale Mauro Donati, il primo a far esibire Renato Zero, e Beppe Grillo (che dopo l’incidente d’auto gli mandò il biglietto più spiritoso: “Jerry, resisti o ci toccherà vedere tutta la tua retrospettiva”), l’attore “che non ha paura del nuovo” nel libro squaderna aneddoti su film, colleghi (vince per distacco Angelo Infanti con la frittatona di cipolle su un aereo per la Norvegia), su una serata americana con Woody Allen e sul passaggio al cinema d’autore con Marco Ferreri.

 

La partecipazione a “Diario di un vizio” gli valse una ovazione in un ristorante di Berlino da parte di quei critici spocchiosi che non gli hanno mai perdonato nulla e che Ferreri demolì con una frase: «Se io in mezzo a una scena ce faccio passà un nano, quei cojoni ci scrivono sopra quattro libri. E invece ce faccio passà un nano perché non avevo altro da mettece».

franco oppini franco oppini

 

Dalle stroncature alle scuse, una bella rivincita: «Nella mia vita non sono mai andato a caccia di rivincite – spiega Jerry Calà – mi sono sempre sentito un vincitore». Anche quando una certa critica cinematografica con la puzza sotto il naso snobbava le sue commedie. «E’ sempre stato così – prosegue Calà – basti vedere come è stato trattato Zalone ai David di Donatello. Non ha vinto neanche un premio ma con gli incassi del film del comico pugliese, come con i miei tanti anni fa, alla fine ci faranno altri 20 film cosiddetti da Festival. Non è cambiato nulla. Per questo dico viva Zalone».

marina suma (2) marina suma (2)

 

libro presentato libro presentato franco oppini (2) franco oppini (2) sarina biraghi sarina biraghi franco oppini e sarina biraghi franco oppini e sarina biraghi gerry cala accolto dai suoi fan (1) gerry cala accolto dai suoi fan (1) marina suma (2) marina suma (2) marina suma claudio bonivento jerry cala marina suma claudio bonivento jerry cala sarina biraghi con jerry cala sarina biraghi con jerry cala gerry cala al suo arrivo alla feltrinelli (1) gerry cala al suo arrivo alla feltrinelli (1) gerry cala accolto dai suoi fan (2) gerry cala accolto dai suoi fan (2) katia noventa katia noventa jerry cala si specchia jerry cala si specchia gerry cala al suo arrivo alla feltrinelli (2) gerry cala al suo arrivo alla feltrinelli (2) gerry cala al suo arrivo alla feltrinelli (3) gerry cala al suo arrivo alla feltrinelli (3) franco oppini sarina biraghi jerry cala claudio bonivento franco oppini sarina biraghi jerry cala claudio bonivento sarina biraghi con jerry cala sarina biraghi con jerry cala

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VANNACCI, MA LI MORTACCI! - È BUFERA NELLA LEGA PER LE CONTINUE MINCHIATE DEL GENERALE AL CONTRARIO, CHE LA DISPERAZIONE DI SALVINI HA CANDIDATO ALLE EUROPEE. OGGI L’INCURSORE PARACADUTATO È ARRIVATO A PROPORRE LE CLASSI SEPARATI PER I DISABILI (FREGANDOSENE CHE IL MINISTRO DELLA DISABILITÀ È LEGHISTA). UNA PROPOSTA TALMENTE ALLUCINANTE DA FAR SBIANCARE PURE CEI E FDI. MA IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE: I LEGHISTI SONO INFATTI CONVINTI CHE UNA VOLTA ELETTO… - ANCHE QUEL SEMOLINO DI GIANCARLO GIORGETTI PRENDE POSIZIONE: "VANNACCI NON È DELLA LEGA. NON CONDIVIDO LE SUE AFFERMAZIONI"

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...