1. CAIRO NON VUOLE MORIRE DI TALK, APPESO AI FLOP DI FLORIS O DI SANTORO/INNOCENZI 2. VISTO IL CALO DI ASCOLTI (-1% NELLA GIORNATA, -1,5% NEL PRIME TIME) URBANETTO VUOLE PUNTARE SU CRONACA E INTRATTENIMENTO CON PIÙ TALENT E MENO “SERVIZIO PUBBLICO” 3. I CONTI SONO OK, LE INSERZIONI PUBBLICITARIE A LA7 (CHE LE VENDE A COSTI RIDOTTI) NON MANCANO, MA COSA SUCCEDERÀ (ANCHE A MEDIASET), QUANDO LA RAI RICEVERA’ IL REGALO DI RENZI (CANONE IN BOLLETTA) E AVRA’ GROSSI CAPITALI DA INVESTIRE IN NUOVI CONTENUTI? 4. “ LO SQUILIBRIO È EVIDENTE, PERCHÉ IO CON LA7 VIVO SOLO DI SPOT E A VOLTE FACCIO PIÙ SERVIZIO PUBBLICO DI LORO. LA RAI NON DOVREBBE AVERE PIÙ PUBBLICITÀ SUI SUOI CANALI" 5. CAIRO SMENTISCE MA C'È CHI SOSTIENE CHE, DOPO AVER RISTRUTTURATO LA7 E IN VISTA DELLA SCADENZA DEL LOCK-UP DI APRILE 2015, CAIRO POSSA USCIRE DAL BUSINESS TELEVISIVO

Andrea Montanari per “Milano Finanza

URBANO CAIROURBANO CAIRO

 

Sette talk show per sette serate sono troppi. Dopo i successi della stagione 2013-2014 di La7, ora sembra che Urbano Cairo, visti i risultati d'ascolto meno incoraggianti di settembre e ottobre, sia pronto a rivedere la strategia. Diminuendo il numero di appuntamenti in prima serata dedicati all'informazione e all'approfondimento, per convertirsi, almeno per un giorno a settimana, all'intrattenimento.

 

Insomma: l'editore di La7 e proprietario di Cairo Communication sta per lanciare la formula «meno talk e più talent», o programmi più leggeri, sulla falsariga di quella che attualmente è la trasmissione di punta, ossia lo show del comico Maurizio Crozza del venerdì sera. Un cambio di rotta deciso per invertire la tendenza degli ascolti. Basti dire che rispetto a maggio 2013, ossia il primo mese di gestione Cairo dell'emittente, lo share è calato di un punto percentuale nell'intera giornata e di un punto e mezzo nel prime time, la fascia pubblicitaria più importante.

URBANO CAIROURBANO CAIRO

 

Analizzando gli ascolti quotidiani, il canale in questa fase ha guadagnato telespettatori la domenica sera (con La Gabbia di Gianluigi Paragone), si sta mantenendo in linea rispetto all'anno scorso il lunedì (con Piazzapulita di Corrado Formigli) e il venerdì (con Crozza appunto) e sta crescendo il martedì (diMartedì di Giovanni Floris ha raggiunto Ballarò su Rai3, da cui all'inizio distava di 7 punti percentuali di share), mentre ha perso quota il mercoledì (in seguito allo spostamento de La Gabbia). Il giovedì, che era uno dei giorni di maggior share con Michele Santoro, ora è un problema.

URBANO CAIROURBANO CAIRO

 

Perché dall'11% dell'autunno 2013 Servizio Pubblico è oggi sceso a una media del 5,45%. E anche lo spin-off AnnoUno con Giulia Innocenzi fatica a decollare: è al 3,7%. «Complessivamente abbiamo un livello d'ascolti sostanzialmente stabile dalla domenica al venerdì», analizza Cairo. «Certo, il mercoledì un po' soffriamo e il giovedì è in calo; per questo diminuiremo il numero dei talk-show in prima serata e inseriremo in palinsesto un talent show o un programma di comicità». Senza trascurare l'opzione «di una trasmissione a carattere scientifico o di pura cronaca».

 

URBANO CAIROURBANO CAIRO

Il cambio di rotta è figlio anche delle logiche pubblicitarie e della forte concorrenza di Rai, Mediaset, Sky e Discovery? Cairo non la pensa così. «Viaggiamo a una media di share del 3,3% su base annua, che sale al 4% in prime time, oltre allo 0,5% di La7d», fa notare l'imprenditore. «I sei primi canali di Discovery (5,36% nel giorno medio, ndr) in questa fascia sono al 3,6-3,7%. Sul target pubblicitario migliore, quello alto-spendente (in gergo AA) che fa il 70% di consumi ed è composto da 10 milioni di italiani, siamo al 7% in prime time, al pari di Rai2 e contro l'11% di Canale5 e l'8,5% di Rai3».

 

urbano cairo la7urbano cairo la7

Tradotto: il calo d'ascolti c'è, ma non impatta sugli spot. «Settanta aziende, con 120 prodotti, programmano inserzioni con noi in esclusiva, anche perché costiamo un quarto di Mediaset e la metà della Rai sul target AA». A ciò va aggiunto, dice Cairo, che La7 «ha un power ratio (rapporto tra quota pubblicitaria e quota di ascolti) di 130, mentre Mediaset e Sky sono al 180: abbiamo spazio per crescere».

 

Insomma, per il suo editore La7 è in forma anche se periodicamente tornano voci di problemi con qualche star del piccolo schermo. E gli analisti, che hanno promosso i conti trimestrali di Cairo Communication, ancora una volta in crescita, segnalano che il calo dello share in prospettiva può rappresentare un problema. Tanto più se Rai (37,9%) e Mediaset (33,9%) ritroveranno lo smalto sul fronte pubblicitario e investiranno in contenuti. Per questo c'è chi sul mercato sostiene che, dopo aver ristrutturato La7 (oggi ha un ebitda positivo per 5,9 milioni, mentre a settembre 2013 era negativo per 28,5 milioni) e in vista della scadenza del lock-up ad aprile 2015, Cairo possa decidere di uscire dal business televisivo.

urbano cairo giulia innocenziurbano cairo giulia innocenzi

 

 Al proposito l'interessato smentisce: «La7 non la vendo a nessuno; è un'attività che mi piace tantissimo. Anzi, la cassa del gruppo (132 milioni, ndr) è pronta per cogliere opportunità di mercato. E noi siamo rapidi». Anche perché il gruppo è solido, non ha debiti e fa profitti: la sola Cairo Editore (i periodici) nei 9 mesi ha registrato un utile superiore di oltre il 50% a quello dell'intero Gruppo L'Espresso (4,6 milioni), che è stato superato anche in termini di capitalizzazione: 433 milioni per Cairo Communication rispetto ai 397 milioni della casa editrice controllata dai De Benedetti.

urbano cairo giovanni florisurbano cairo giovanni floris

 

Ora l'obiettivo è raggiungere Rcs (515 milioni di capitalizzazione), che nei 9 mesi ha perso 93 milioni. Di Rcs lo stesso Cairo detiene il 3,6%, ma oggi il cruccio dell'editore è un altro: il potenziale rafforzamento sul mercato della Rai, che sta per ottenere dal governo Renzi un assist fondamentale rappresentato dalla decisione di inserire in bolletta il canone da pagare per la tv di Stato.

 

«Un'azienda come la Rai, che parte da una base di 1,6-1,7 miliardi rappresentati dal canone, ossia 15 volte i ricavi di La7, non dovrebbe avere più pubblicità sui suoi canali», conclude infatti Cairo. «Lo squilibrio che si verrebbe a creare sul mercato è evidente, perché io con La7 vivo solo di spot e a volte faccio più servizio pubblico di loro».

urbano cairo la7urbano cairo la7

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - C’ERA UNA VOLTA LA LEGA DI SALVINI - GETTATO ALLE ORTICHE CIÒ CHE RESTAVA DEI TEMI PIÙ IDENTITARI DEL CARROCCIO, DECISO A RIFONDARLO NEL PARTITO NAZIONALE DELLA DESTRA, SENZA ACCORGERSI CHE LO SPAZIO ERA GIÀ OCCUPATO DALLE FALANGI DELLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, HA PERSO IL LUME DELLA RAGIONE: UNA FURIA ICONOCLASTA DI NAZIONALISMO, SOVRANISMO, IMPREGNATA DI RAZZISMO, XENOFOBIA, MASCHILISMO E VIOLENZA VERBALE - SECONDO I CALCOLI DEI SONDAGGISTI OGGI QUASI LA METÀ DEI CONSENSI DELLA LEGA (8,8%) APPARTIENE AI CAMERATI DEL GENERALISSIMO VANNACCI CHE MICA SI ACCONTENTA DI ESSERE NOMINATO VICESEGRETARIO DEL CARROCCIO: CONSAPEVOLE CHE L’ELETTORATO DI ESTREMA DESTRA, AL SURROGATO, PREFERISCE L’ORIGINALE, SI È TRASFORMATO NEL VERO AVVERSARIO ALLA LEADERSHIP DEL CAPITONE, GIÀ CAPITANO - OGGI SALVINI, STRETTO TRA L’INCUDINE DELL'EX GENERALE DELLA FOLGORE E IL MARTELLO DI MELONI, È UN ANIMALE FERITO, QUINDI PERICOLOSISSIMO, CAPACE DI TUTTO, ANCHE DI GETTARE IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA...

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...