gianfranco semproni

"CI VUOLE LA NERCHIA, NO LA BARBA" - L’ANALISI DI GIANFRANCO SEMPRONI, OPINIONISTA DI "TVQ PESCARA", SUGLI HIPSTER: “TAGLIATEVI ‘STI PELI, PUZZATE! LE DONNE CREDONO CHE LE BARBE SO’ VIRILITÀ, MACCHÉ: ALLA FINE, LA PROVA DELLA VERITÀ, E’ SEMPRE QUELLA COSA LA'. SE NON SI ALZA...” - (VIDEO)

1 - SEMPRONI E LA NERCHIA

 

 

2 - «HO FATTO PURE IL GIGOLÒ», PAROLA DI SEMPRONI

Simona De Leonardis per http://ilcentro.gelocal.it

 

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

È diventato un personaggio interpretando se stesso, trainato dalla fama dei suoi tormentoni (da «stai sul pezzo» a ’ndundì) e delle sue invettive (memorabile quella contro i tedeschi “nzapete manghe che è lu timbal”). Sparate che, dagli studi di Telemax, dove l’opinionista Gianfranco Semproni porta avanti da dieci anni la sua trasmissione a “Muso duro” con il giornalista Sergio Mancini, continuano a raccogliere decine di migliaia di visualizzazione su youtube, con commenti da ogni parte del mondo.

 

Semproni, è finito su Striscia la notizia, su Radio 24 alla Zanzara, ha una pagina facebook come personaggio pubblico, un’altra sui suoi aforismi. È un personaggio, ok, ma ci fa o ci è?

Tutte le battute che faccio mi escono all’istante, non me le scrivono Castellano e Pipolo, mi escono in diretta.

 

Anche quello sfogo contro i tedeschi? Perché ce l’aveva con loro?

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

La Merkel ci offese dicendo che eravamo tutti come Schettino e non ci ho visto più. Io sono ancora quello che quando sente l’inno italiano piange, si emoziona, soprattutto quando dice “siam pronti alla morte”. Poi che ne so, c’è sempre qualcuno che appena sente le mie battute le ficca sul computer, che non so neanche usare. Mi dicono che mi cliccano a livello mondiale.

 

Ma prima di diventare Semproni chi era, che faceva?

È lunga la storia.

 

Partiamo dalla famiglia.

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

Padre di Roccamorice e madre sarda, della Barbagia. Papà stava lì a fare il soldato, era bellissimo ma in Sardegna soffriva. Si mise con questa ragazza benestante, che gli assicurava sempre da mangiare, da lavarsi. Ma quando decise di tornare in Continente si trovò i suoi tre fratelli con il fucile puntato dietro il cozzetto, che se la doveva sposare. E suo malgrado se la sposò. Io sono nato in Sardegna, ad Anela, il paese di mia madre in provincia di Sassari. Ho una sorella più grande di due anni. Mia nonna paterna, una D’Alimonte, aveva le poste private e gestiva la zona di Scafa, San Valentino e Roccamorice e quando le Poste divennero statali ottenne di avere un posto per tre generazioni della famiglia. Anche mio padre fu impiegato alle Poste, prima a Bussi, poi a Torre de’ Passeri e poi a Città Sant’Angelo, dove ho vissuto dai 6 ai 14 anni prima di arrivare a Pescara. Solo io non sono voluto entrare alle Poste.

 

E che cosa ha fatto?

Volevo fare il documentarista. Sono perito fotografo, mi sono diplomato alla Di Marzio. Poi andai a Roma per diventare operatore cinematografico. Tra i miei maestri c’era l’attore Antonio Cifariello. Poi morì e arrivarono persone nuove. E dovetti andarmene.

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

 

Perché?

Perché mi successe come succede alle donne. Una checca si era innamorata pazza di me, e alla fine ho lasciato perdere. Però poi successe che in via Veneto mi fermò uno di un’agenzia. Ero un bel ragazzo, mi propose di fare l’accompagnatore delle turiste, donne molto ricche ma di una certa età. Mi davano 250mila lire alla giornata, ci sceglievano sul catalogo, facevo il gigolò. Come Richard Gere nel film American gigolò. Ma il dramma mio è che non accettavo di fare sesso con loro, erano vecchie, 45-50 anni di una volta, mica come quelle palestrate di oggi. E me ne tornai a Pescara.

 

A fare che?

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

Feci un colloquio con la Plasmon e presi il lavoro da rappresentante. Andai subito fortissimo: fui premiato a Milano come miglior agente d’Italia, capii che potevo farlo. Poi vennero la Buitoni, Yomo, Perugina, Burgo Scott. Con quest’azienda di pannolini fui premiato all’Empire di New York come miglior agente mondiale per rapporto tra numero di abitanti e vendite. Ho girato l’Italia come ispettore, capo area, direttore vendite, direttore commerciale di tante aziende. Oggi sono in pensione ma lavoro ancora con la partita Iva.

 

E il calcio che c’entra?

Il calcio è la mia passione. Io stesso giocavo. Ho iniziato con l’Angolana, poi con il Pescara Portanuova, nei Dilettanti. Ma ho fatto pure arti marziali e ho giocato a pallanuoto a metà degli anni ’70. Giocavo con il figlio di Tanino La Porta, con Paolone, Baldacci, i fratelli D’Ercole, c’era Gabriele Pomilio. Ero un nuotatore esperto. Mi piace il mare. Quando ci andavo con mio padre, da bambino, mi diceva sempre che lo dovevo chiamare zio. Era un “acchiappone”, ma aveva ragione, assomigliava a Clark Gable, dieci volte meglio.

 

E lei, com’è andata con le donne?

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

Ero un bel ragazzo, mi piacevano. Poi ho incontrato mia moglie, Abelsavia Baldacci, famiglia di protestanti luteranensi, pescarese dei Colli.

 

Come vi siete conosciuti?

Li so stuppat’ per la strada lungo la salita che da via Ferrari porta a via del Santuario. Siamo stati insieme per un paio di anni ma era molto gelosa, io volevo fare un po’ di esperienza e ci siamo lasciati. Ci siamo rimessi insieme 4, 5 anni dopo nel 1972 e abbiamo avuto nostro figlio Igor.

 

La carriera televisiva: chi l’ha lanciata?

Enrico Rocchi. 25-30 anni fa telefonavo sempre alle sue trasmissioni, ero molto tosto, e iniziarono a invitarmi. Da lì sono stato dappertutto. All’Aquila, con Giulio Nardi con la trasmissione Stadium erano impazziti ma poi la televisione è stata venduta. Allora mi sono registrato un marchio mio, mi trovo la pubblicità da solo e mi finanzio la trasmissione su Telemax almeno fino a dicembre. Il titolo, a Muso duro, l’ho inventato pure io, ci ho messo 25 secondi.

GIANFRANCO SEMPRONI GIANFRANCO SEMPRONI

 

Ha anche il tesserino da giornalista.

Sì, 3-4 fa ho preso quello da pubblicista quando l’addetta stampa del Pescara non mi fece partecipare a una conferenza di Zeman. Ci rimasi molto male, quella tessera fu una rivalsa.

 

La prima volta allo stadio?

13 agosto 1960: eravamo andati ad abitare in via D’Avalos, a 200 metri dallo stadio. Da casa si sentiva un macello, scesi, andai, scavalcai l’inferriata e da allora sono sempre andato allo stadio. Sono un tifoso biancazzurro da 55 anni.

 

Qual è, secondo lei, il più bel Pescara di tutti i tempi?

Quello di Tom Rosati, un grande padre di famiglia, un uomo eccezionale, ci ha portato dalla serie D alla B. È stato il più grande, non esiste paragone. Il suo centrocampo - Orazi, Nobili, Zucchini e Repetto - è stato il più grande di tutti i tempi: con loro ci potevi mettere chi ti pare in campo.

 

Il giocatore preferito?

Gaudenzi, per forza fisica e onore della maglia. Non ha fatto tanti gol ma quando usciva dal campo aveva la maglia sudata.

 

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

Il difetto dei tifosi.

La mancanza di rispetto tra di noi, invece ci vorrebbe per la sofferenza calcistica che ci accomuna. Ma sono contrario ai gemellaggi, sono ipocriti: se ti posso battere, ti batto.

 

Scaramanzie?

Nessuna.

 

Fuori dagli studi tv com’è?

Sono buono, caro e meraviglioso, ma se m’accimenti divento di una violenza inaudita. Mi piace il rispetto.

 

È credente?

Sono un cristiano non cattolico. Cerco di rispettare in tutti i modi i dieci comandamenti, prego ogni giorno.

 

Ma in tv litiga spesso. O no?

Mai litigato con nessuno. Il fatto è che nello sport non ti perdonano: lo sport vuole da te rinunce, sacrifici, applicazione. Solo dopo ti premia. Se non c’è questo, lascia perdere. Questo pretendo dai giocatori.

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

 

Di che partito è?

Sono sempre stato di destra, ma la destra di Almirante. Quando è morto, non mi sono più riconosciuto in nessuna idea. L’unica alternativa adesso sono i 5 Stelle.

 

Le hanno mai chiesto di candidarsi?

Tante volte, sempre da destra, ma non ho mai accettato. Sono della destra che ama il popolo, quella di Almirante, non di Fini.

 

Un pregio e un difetto.

Il pregio, l’onestà. Il difetto, non lo so: non bevo, non fumo, non sono invidioso, i sette vizi capitali non ce l’ho. Non ce l’ho un difetto.

 

Bugie ne dice?

Quelle che non fanno male. Ma nel calcio mai.

 

Un rimpianto?

Di non aver fatto il calciatore pur avendo tantissime doti. Potevo rassomigliare a Boninsegna. E poi di non aver mai fatto parte di una società di calcio. Io sono di quelli che pensa che se si punta sui giovani, nel calcio si guadagna.

 

Ma l’espressione “sul pezzo”, da dove arriva?

GIANFRANCO SEMPRONIGIANFRANCO SEMPRONI

Dal periodo del militare, nell’artiglieria leggera, a 18 anni e mezzo, a Palermo. Era estate, marciavamo a 50 gradi.

 

Le hanno mai chiesto l’autografo?

Se avessi preso un centesimo per ogni foto o autografo, avrei un conto in banca che non finisce mai. Ora mi fanno le riprese con i telefonini: i genitori mi mettono vicino il figlio e mi dicono “Digli qualcosa”. Diciamo che per i giovani Semproni è un po’ come Sacco e Vanzetti.

 

In realtà com’è?

La gente mi vede allegro, gioviale, sempre generoso, ma lo so io quante amarezze, quanti sacrifici: dentro è durissima. Per tanti motivi.

 

Dica la verità, domani compie 69 anni: per quale squadra tifa, oltre al Pescara?

Solo e sempre Pescara, l’amore si può dare solo e sempre a una persona.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO