strega moresco parente

IL COLPO DELLO "STREGA" - ANTONIO MORESCO, ESCLUSO DALLA CINQUINA DEL PREMIO, ROSICA: “QUANDO IL GIOCO È TRUCCATO, L’UNICA È NON GIOCARE. IL MONDO CULTURALE ITALIANO MOSSO DA INTERESSI E DELIRI DI PICCOLO POTERE" - PARENTE: “L’ESCLUSIONE DI MORESCO DALLO STREGA? CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA AL PREMIO DEI MORTI VIVENTI”

1. IO ESCLUSO DALLO STREGA VI DICO CHE E’ TRUCCATO

ANTONIO MORESCOANTONIO MORESCO

Antonio Moresco per la “la Repubblica”

 

 

Baci, abbracci e pugnalate alle spalle, cabaret che si muovevano a stento nella ressa, file di calici, scrittori e scrittrici in fibrillazione, omaggi insinceri, uomini potenti nella piccola cerchia dell’editoria, dei media e dell’accademia, novantenni con il bastone che vantavano la loro longevità di uomini e di giurati, ragazze e signore in abiti da sera, astrologhe...

CINQUINA STREGACINQUINA STREGA

 

Nelle stanze e nelle terrazze sovraffollate della Fondazione Bellonci, in un situazione di estraneità, ho assistito al consumarsi di un antico rito, quello della votazione per eleggere la cinquina dei finalisti dello Strega, dalla quale è stato escluso il mio ultimo romanzo intitolato L’addio, che — se può valere qualcosa l’opinione dell’autore — a me pare il più ardimentoso dei miei romanzi brevi. Qualcuno in rete, nelle settimane scorse, mi aveva così definito: «Un alieno al Premio Strega» Per come sono andate le cose, aveva visto giusto.

 

«Come fate a vivere così?» mi veniva da domandare guardandomi attorno. «Perché state con le gambe così piantate dentro questa melma? Perché avete dato a questa melma il nome di cultura? Non lo sapete che quello della poesia e della letteratura è il più grande e irradiante sogno che sia mai stato sognato? ».

 

STREGA ROMANZI FINALISTI 2016STREGA ROMANZI FINALISTI 2016

Certo, non mi aspettavo niente, tanto più che ho presentato questo libro non con il potente editore con cui avevo pubblicato i precedenti ma con un altro, per rispondere all’invito di un amico cui mi legava un debito di riconoscenza, perché gli scrittori non sono o non dovrebbero essere dei robot tesi soltanto alla loro promozione e “carriera”, a mio parere, e anche perché, se la situazione è tale per cui l’unica alternativa che viene data è tra vincere male e perdere bene, allora preferisco perdere bene.

 

Certo, non sono una persona ingenua al punto di non sapere come stanno le cose e non mi faccio illusioni. Ma quello che ho visto è stato più prevedibile e desolante di quanto avessi immaginato. Tutti sanno e tutti fanno finta di niente, come se fosse naturale un simile orrore.

 

Sapevo quanto il gioco fosse truccato. Eppure, certo per mia inguaribile ingenuità, a 68 anni e dopo avere scritto tanti libri e dopo quello che sta iniziando a succedermi all’estero, mi ha impressionato il fatto di non essere stato neppure ritenuto degno di entrare nella cinquina degli attuali finalisti, come mi ha impressionato che nel più noto premio nazionale tutti i finalisti, tutti, nessuno escluso, abitino a Roma.

 

STREGA CINQUINA 2016STREGA CINQUINA 2016

Nella mia vita ho fatto ampiamente esperienza di questo rigetto da parte della società della cosmesi culturale, che ho anche raccontato in modo diretto in Lettere a nessuno, ed è anche vero che quella dei rifiutati ( refusés) è una storia lunga e che è spesso proprio dalle loro schiere che ci arriva ancora adesso ciò che può portare il terremoto nelle nostre vite e far rivivere le nostre anime. Eppure, se non sei disattivato, il fatto di saperlo non mette evidentemente al riparo dal provare dolore e scandalo.

 

Diversi anni fa avevo scritto da qualche parte: «Quando il gioco è truccato, l’unica è non giocare. O fare un gioco diverso ». Ho sbagliato a dimenticarmi di quelle mie stesse parole. Non mi succederà una seconda volta di andarmi a cacciare in una situazione simile. Ma è certo che continuerò a fare un gioco diverso. Per allargare un po’ l’orizzonte, ripeto qui quello che vado scrivendo da tempo: il mondo culturale italiano partecipa delle stesse logiche e comportamenti che vengono invece esecrati con aria di superiorità nella politica.

 

Ogni cosa, anche nata con le migliori intenzioni, viene piegata a logiche di cerchia, snaturata nella sua essenza, resa funzionale a interessi o deliri di piccolo potere terminale e gregario, in un gioco chiuso e di sponda tra editoria, accademia e media. Libertà e coraggio sono una merce rara, così come lo sono in altri campi dove il rischio che si corre è molto più grande. Anche per questo la cultura italiana di questi decenni ha chiuso gli orizzonti invece di spalancarli e sfondarli, si è attestata in una zona morta e ha preteso che tutto fosse a propria immagine e somiglianza, per questo non è riuscita a fare argine al male ma è diventata essa stessa una forma di questo male.

STREGA FINALISTI 2016STREGA FINALISTI 2016

 

Ringrazio i miei due coraggiosi presentatori, Daria Bignardi e Tiziano Scarpa, per la loro libertà, convinzione e fervore, Antonio e Jacopo che mi sono stati vicini in questa battaglia, senza speranza come quella del protagonista del libro che abbiamo inalberato, l’editore Giunti e le ragazze toste che mi hanno seguito, le persone che hanno dato il loro appoggio e il loro voto a questo libro così anomalo e poco accomodante, per le cose sincere e toccanti che mi hanno detto a voce durante la mia serata catatonica e poi per telefono.

 

 

massimiliano parente 8massimiliano parente 8

2. PER LO STREGA IL MONDO SI È FERMATO A ROMA

Massimiliano Parente per “il Giornale”

 

Cronaca di una morte annunciata al premio dei morti viventi: Antonio Moresco. Escluso dalla cinquina, come era prevedibile e come avevo scritto sul Giornale in tempi diciamo non sospetti (quelli dello Strega sono sempre sospetti, con anni di anticipo durante i quali si decidono i vincitori con accordi tra i soliti editori), è il vero sconfitto morale.

 

In sintesi, dopo aver passato una vita a denunciare il potere editoriale e le massonerie letterarie, Moresco ha convinto Antonio Franchini (passato a Giunti) a farlo partecipare allo Strega, con un romanzo che si intitola L' addio. Primo paradosso: sei così distante dalla mondanità e brighi per andare allo Strega?

 

Secondo paradosso: nessuno crede all' addio di Moresco. Dopo la retorica dell' esordio (Moresco per due decenni ha continuato a esordire, ogni libro un piagnisteo), ci aspetta un' altra sfilza di romanzi sull' addio.

 

PREMIO STREGAPREMIO STREGA

Intanto a prendere più voti sono stati due: Edoardo Albinati e Eraldo Affinati. Non si saprà mai chi dei due vincerà, tra i giurati catatonici chi penserà di aver votato Affinati avrà votato per Albinati e viceversa, e io stesso non ho mai capito la differenza. In compenso Mondadori quest' anno ha optato per il fair play: anziché saltare il turno per dimostrare qualcosa all' antitrust, prende tutto, il primo e il secondo posto, tanto sono uguali.

 

Con due foglie di fico: Giordano Meacci, edito da minimum fax, e Elena Stancanelli, la femmina nuda su La nave di Teseo, sebbene la più bella resti Elisabetta Sgarbi, femme fatale sempre vestita e sempre smaltata di rosso. C' è anche Vittorio Sermonti, una cinquina tutta di romani, un premio regionale (la Stancanelli è l' unica nata a Firenze, ma romana d' adozione).

 

Tornando al povero escluso, Thomas Bernhard l' aveva spiattellata lì perfetta: «Ricevere un premio è come farsi cagare in testa». Di premi ne ricevette senza neppure candidarsi, sbranando ministri e portandosi via del denaro. Aldo Busi, più pragmatico: «Siate contrari solo ai premi che non danno a voi». Moresco inaugura un nuovo paradigma: sono vecchio, questo è il mio ultimo romanzo, datemi questa merda di premio. Facendosela fare in testa gratis.

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