DAZN CHE BRUTTA 'PERFORM'(ANCE) - CHI E' LEONARD BLAVATNIK, IL NUOVO SIGNORE DELLA SERIE A - L’OLIGARCA UCRAINO (E CITTADINO USA) A CAPO DELLA PIATTAFORMA STREAMING CHE TRASMETTERA’ 3 PARTITE ALLA SETTIMANA DEL CAMPIONATO, SI E’ ARRICCHITO CON LE PRIVATIZZAZIONI DI ELTSIN. MA LE PERDITE DEL GRUPPO NON SONO TRASCURABILI E LO SCORSO ANNO FISCALE SI È CHIUSO CON UN ROSSO DI 418,7 MILIONI

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Isidoro Trovato e Maria Elena Zanini per L’Economia – Corriere della Sera

 

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Sport, informazione e digitale. Il Murdoch dell' Est che controlla Perform è al debutto sul mercato italiano. Leonard Blavatnik è ricco. Esageratamente ricco. Possiede un impero che spazia dal real estate alle telecomunicazioni. E investe (molto) nello sport da anni grazie ad Access Industries, la holding con cui controlla l' 85% della inglese Perform Group e quindi anche Dazn, la piattaforma streaming che si è aggiudicata, in Italia, una fetta dei diritti della serie A e tutta la serie B per 193,3 milioni.

 

Cambiate le regole, cambiano anche i protagonisti: da quest' anno infatti l' Italia, allineandosi agli altri Paesi europei, ha spacchettato l' offerta per la visione delle partite assegnando sette match a settimana a Sky e tre (due anticipi del sabato e uno della domenica) a Dazn.

 

Ma chi è l' oligarca ucraino che sta dietro questo nuovo player mondiale dei media sportivi? Sir Blavatnik (cittadino Usa residente nel Regno Unito) è l' uomo più ricco d' Inghilterra con un patrimonio di 20,4 miliardi di dollari, padrone di Warner music, il colosso che produce (tra gli altri) i Coldplay, Madonna, Ed Sheeran.

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Ma Blavatnik è molto di più. Arrivato negli Usa nel 1978 a 21 anni, la leggenda vuole che nel 1986 abbia fondato, nella cucina del suo piccolo appartamento a Brooklyn, la Access Industries. Più prosaicamente, deve la sua fortuna alla serie di privatizzazioni concesse dal governo di Boris Eltsin durante gli anni 90. Oggi Blavatnik, oltre a Perform, vanta partecipazioni in Snapchat, Yelp, Alibaba, Deezer, Spotify e Zalando.

 

Come recita il manuale del buon miliardario, non può mancare la filantropia. Il miliardario ucraino fa parlare di sé anche in questo campo: con la Blavatnik Family Foundation ha finanziato la National Gallery, il Metropolitan Museum, la Royal Academy. E a Oxford ha donato addirittura 117 milioni di dollari per creare la Blavatnik School of Government.

In Perform, Blavatnik arriva nel 2014, acquisendo quota dopo quota, fino a ottenere circa l' 85% del capitale del gruppo nato sette anni prima dalla fusione di Premium Tv Limited (network sportivo) e Inform Group (agenzia di diritti sportivi).

 

PAOLO MALDINI DAZN PAOLO MALDINI DAZN

Grazie a una «campagna acquisti» milionaria, Perform è diventato un player mondiale dei diritti in streaming e grazie alla piattaforma Dazn trasmette 16 mila eventi l' anno.

Un diluvio di contenuti che fa di Dazn la «Netflix dello sport».

 

A oggi la piattaforma «svod» è attiva in sette Paesi con alcune specifiche: negli Stati Uniti si è accaparrata i diritti della boxe, in Giappone detiene quelli della Premier J e in Germania quelli della Bundesliga. Adesso però la scommessa si chiama Italia, un Paese per niente abituato a guardare il calcio su diversi device. Insomma dall' anno prossimo scordatevi di emulare Fantozzi, canottiera e frittatona, davanti a uno schermo per vedere la partita.

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Seguire tutta la serie A sarà un po' più complesso. «In realtà, per aggregare le varie offerte, stiamo concludendo una serie di partnership con diversi operatori - spiega Jacopo Tonoli, chief commercial officer di Perform Group -. Con Mediaset Premium abbiamo raggiunto un accordo che permette agli abbonati alla pay di vedere, dal primo agosto, anche il pacchetto di Dazn su tablet, smartphone, smart tv o game consolle. Siamo anche in trattative con i principali operatori di telecomunicazioni per individuare partner adatti al nostro business».

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Intanto è arrivato l' accordo con Sky.

 

Anche per la pay di Murdoch la partnership si concentrerà esclusivamente sullo streaming. L' obiettivo per Sky è offrire ai tifosi l' intero cartellone della serie A. Naturalmente i costi lieviteranno, ma in base all' accordo, il prezzo per un abbonato Sky alla piattaforma Dazn, sarà scontato. Di sicuro sulla scelta della media company pesa l'«effetto Ronaldo»: gli anticipi serali del sabato infatti saranno appannaggio delle squadre che giocano in Champions (Juventus, Napoli, Roma, Inter).

 

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Solo calcio? Non proprio. Negli altri paesi Dazn trasmette 16 mila eventi live all' anno tra calcio, rugby, tennis e boxe.È verosimile quindi che anche in Italia verrà replicato lo stesso modello con un pacchetto di proposte che diventerà di mese in mese più ricco: «Abbiamo molte aspettative - prosegue Tonoli -. Non avremmo investito tanto se non credessimo nella potenzialità del mercato italiano. Stiamo anche ampliando la nostra squadra: al momento siamo circa 150 nel nostro quartier generale in piazza San Babila a Milano.

 

Diletta Leotta sarà il volto di Dazn, Paolo Maldini il testimonial sportivo. Ma presto allargheremo il team». La sfida però non sarà solo conquistare la platea patinata degli spettatori della serie A, ma portare la serie B nelle piccole città dove le infrastrutture di rete non sempre garantiscono uno streaming veloce. La potenza di fuoco per la campagna d' Italia non manca. Il gruppo Perform ha chiuso il 2017 con 496 milioni di euro di ricavi in cassa (+53% sul 2016), di cui 102 portati in dote proprio da Dazn.

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Le perdite però non sono trascurabili e lo scorso anno fiscale si è chiuso con una perdita 418,7 milioni. Intanto il 18 agosto è già campionato. E per Dazn sarà tempo di prime valutazioni: Premium gli porta in dote circa un milione di abbonati. Sky circa 5. La partita è complicata, Dazn gioca in trasferta e già il pareggio (di bilancio) sarebbe un bel risultato.

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