DE BORTOLI AI GIARDINETTI – FLEBUCCIO HA IMPERSONATO QUELLA FASE DECADENTE DEL GIORNALISMO ITALIANO CHE SI POTRÀ CHIAMARE “GIORNALISMO DI RELAZIONE”, IL CORRISPETTIVO MEDIATICO DEL “CAPITALISMO DI RELAZIONE” (RAPPRESENTATO DAGLI AZIONISTI DEL “CORRIERE”). SE QUESTA FORMA DI CAPITALISMO NON CONTAVA LE AZIONI MA LE PESAVA, NEL CORRISPETTIVO GIORNALISTICO LE NOTIZIE NON SI DAVANO, MA SI SOPPESAVANO. E, SE NECESSARIO, SI EVITAVANO O SI MARGINALIZZAVA CHI LE VOLEVA DARE

DAGOANALISI

de bortolide bortoli

 

Dire che cosa sia stato per il giornalismo il ventennio debortoliano sarà compito degli storici; ma sul Ferruccio che prende posto ai giardinetti con due milioni e mezzo di euro in saccoccia, magari ai Giardini pubblici, cercando di allungare la sua ombra sulla statua di Montanelli (che per la libertà di stampa si dimise due volte: dal “Corriere” diventato comunista e dal “Giornale” diventato berlusconiano), si può anticipare qualcosa.

 

han 42 debortolihan 42 debortoli

De Bortoli pare aver impersonato quella fase decadente del giornalismo italiano che si potrà forse chiamare “giornalismo di relazione”, il corrispettivo mediatico del “capitalismo di relazione” (rappresentato dagli azionisti del “Corriere”). Se questa forma di capitalismo non contava le azioni ma le pesava, nel corrispettivo giornalistico le notizie non si davano, ma si soppesavano. E, se necessario, si evitavano o si marginalizzava chi le voleva dare.

ygi01 debortoli g lettaygi01 debortoli g letta

 

Di famiglia originaria del bellunese, vacanze da ragazzo dalla zia a Morbegno, Ferruccio De Bortoli (con la D maiuscola all’origine) potrebbe celebrare la sua vita come quella di un self-made-man se la sua carriera, a un certo punto, non avesse intrapreso, dicono i detrattori, la strada dell’ipocrisia, cancellando le tracce per fingersi altro da sè.

 

ygi18 veltroni debortoliygi18 veltroni debortolisgp48 a bernard depace debortolisgp48 a bernard depace debortoli

Il padre lavorava nella segreteria del rettore dell’Università Statale di Milano, la madre era casalinga. Lui studia all’Istituto Feltrinelli e vivrà sempre male questi studi tecnici maturando un rapporto con la cultura sospeso tra arte da salotto, esibizione di nomi ottuagenari che non hanno nulla da dire e tentativi di aggrapparsi a novità “social”.

 

Mai la cultura trattata come disciplina con competenze. Da qui la lamentela per i suoi giornalisti che scrivono libri. Per fdb i libri sono prodotti tutti uguali, ma non gli autori: se a scrivere sono amici suoi, allora i libri si possono scrivere e lui fa l’introduzione e li presenta.

ygi04 debortoli gifuniygi04 debortoli gifuni

 

Con il padre in Statale, iscriversi all’Università era doveroso. Così si laurea in quella che era la laurea di quelli che non sapevano cosa scegliere: Giurisprudenza. E a laurea conseguita c’è da pensare al lavoro. Dicono che sia stata una zia a indirizzarlo verso il “Corriere dei piccoli”, come praticante.  

ygi15 debortoli letta casavolaygi15 debortoli letta casavola

 

A fine anni Sessanta fdb – al pari di Carlito Rossella - era un ragazzo gruppettaro, non girava in grisaglia e cravatta Ferragamo o maglioncini di cachemire, ma vestito come quelli di sinistra che andavano in manifestazione con Capanna. Ma l’uomo è disciplinato e astuto. Il primo balzo è al “Corriere d’informazioni”, palestra pomeridiana del “Corrierone”.

 

a ferruccio debortoli francesco michelia ferruccio debortoli francesco micheli

Lui fa il cronista assieme a molti altri colleghi che, pochi anni fa, ha messo alla porta con gli stati di crisi del giornale. Vicino (con cautela) alla sinistra, entra nel sindacato, palestra di lancio per molti giornalisti. Infatti fa carriera anche per la sua capacità di controllare il sindacato e di presentarsi ai colleghi  come “uno di loro” (molti hanno sempre creduto in questa leggenda).

libmaz 06 dacia maraini debortolilibmaz 06 dacia maraini debortoli

 

Inizia anche il sodalizio con lo storico sindacalista del “Corriere” Raffaele Fiengo: apparentemente oppositori, Fiengo in eschimo e lui in grisaglia; ma sottobanco la co-gestione è stata a tratti strisciante.

 

libmaz 29 rosetta alberoni debortolilibmaz 29 rosetta alberoni debortoli

De Bortoli, passata l’età del “Corriere dei Piccoli”, diventa il corrierino dei banchieri e degli industriali. Soprattutto del salvatore del gruppo dopo la P2: Abramo Bazoli. Passa a occuparsi così di economia al “Corriere”, poi a un settimanale del gruppo, quindi ancora al “Corriere” come capo della redazione e come vicedirettore. Controllerà sempre l’economia e chi non capisce che le notizie le seleziona lui in base a quel che si deve (vedi il libro “Il direttore” di Bisignani) viene silenziato o esiliato a Bruxelles.

libmaz 27 debortoli x suni agnellilibmaz 27 debortoli x suni agnelli

 

Se commette un errore, si scusa con i lettori uno a uno, al telefono o con laconiche mail con scritto “scusi” oppure “grazie”. Solo un bresciano bazoliano gli sfugge di mano, Massimo Mucchetti (ora senatore Pd), il giornalista che voleva “Licenziare i padroni”.

Dal punto di vista privato, gli incidenti familiari sono gravi, ma chi è senza peccato? Tuttavia, anni dopo de Bortoli (che nel frattempo si è abbassato la d per rendersi più nobile) si trova a discettare di famiglia con i cardinali e a imporre al giornale una svolta femminista ispirata al boldrinismo più duro e conformista: aveva la patente per farlo?

is90 debortoli mario cerviis90 debortoli mario cervi

 

Permalosissimo dietro al bel ciuffo, “debole coi forti e forte coi deboli” e capace di esclusioni immotivate (dice chi l’ha provato), un po’ snob (memorabile quando da Vespa disse a Berlusconi che non era consono farsi fotografare con un pizzaiolo di Casoria), de Bortoli segue il potere.

is73 debortoli corriereis73 debortoli corriere

 

Lascia perdere il tifo milanista (Berlusconi non è chic) e prende a frequentare le cene romane a casa dell’Angelillo con Bisignani, Letta, i politici, poi il Premio Strega, i salotti, i presidenti della Repubblica (re Giorgio, suo sostenitore)… Se la d minuscola lo fa più nobiliare, la presidenza di Binario 21 lo consacra agli occhi della comunità ebraica dalle cui fila escono da sempre direttori e proprietari dei giornali (anche quello di via Solferino). 

 

is74 debortoli mois74 debortoli mois83 debortoli asciugamanois83 debortoli asciugamano

A questo punto è diventato tutto: nobile senza esserlo, ebreo senza esserlo, banchiere senza esserlo. In redazione vuol fare piazza pulita con chi lo conosce, con i vecchi corrieristi milanesi simili a lui (oggi il Corriere è romano-campano); per dirla alla Pigi Battista vuole “cancellare le tracce”.

 

Così, quando a furia di mail di Caizzi che segnala la “caduta delle copie” un giorno fdb si decide ad andare in assemblea si mette a ricordare a una banda di timorosissimi giornalisti che loro sono stati assunti quasi tutti da lui e che ha dato loro diversi aumenti. Questi si intimoriscono e fdb finisce l’assemblea invitandoli a sostenere economicamente l’azienda (già nelle mani di John Elkann), che veniva dallo scandaloso affare Recoletas.

Ferruccio De BortoliFerruccio De Bortoli

 

is75 debortoli mois75 debortoli mo

Secondo i più livorosi, De Bortoli ha trasformato il “Corriere” da Bibbia della notizia (“L’ha scritto il Corriere”) in cattedrale dell’ipocrisia e lascia un giornale in perdita di copie cartacee (secondo Caizzi la più alta mai accaduta), dominato da collaboratori inamovibili e giovani che lavorano sottobanco in redazione, colleghi marginalizzati e clan che si autosostengono, che promuovono mogli e mariti, che hanno piazzato una carrettata di “figli di…”, di amici (appartenenti a varie élite e lobby) e che quasi mai hanno favorito merito e competenza (lobbismo, familismo, appartenenze e il resto lo lasciamo immaginare).

 

is62 romiti magnaschi debortoliis62 romiti magnaschi debortoliis71 debortoliis71 debortoli

Le promozioni? Lo stesso: conformismo, finto allineamento. Con fdb hanno comandato, dicono i suoi critici, il clan dell’ex “Unità”, il clan neofemminista-modaiolo-boldrinesco, quello che traffica con il Cdr, gli amici dei giudici e dei servizi e il gruppo dell’on-line costituito da giornalisti poco integrati con i colleghi nati della carta (e viceversa) e da questi accusati di realizzare da dieci anni un prodotto che fa traffico ma non reddito (con tanto di disastroso restyling) e che a furia di copia/incolla ha contribuito a cancellare il core-business del giornale di via Solferino: la reputazione.

st31 bambi parodi debortolist31 bambi parodi debortoli

 

Cosa sia stato de Bortoli lo dirà, se lo dirà, la piccola storia del giornalismo: il recupero della Fallaci, la lotta a Berlusconi (i due non si parlavano e il cavaliere lo saluto un giorno dicendogli. “Ecco il direttore del manifesto”)...

 

Una dozzina di anni fa, alla fine del suo primo quinquennio di direzione, i “suoi” giornalisti scioperarono per difenderlo e difendere con lui la libertà di stampa contro l’aggressione di Tremonti che, si diceva, ne avesse chiesto la testa a Romiti. Questa volta nessun sciopero. Non c’è più il cattivo Berlusconi e in pochi credono che se ne vada un difensore della libertà di stampa. Per qualcuno è un 25 aprile, ma senza speranze di libertà.

st29 romiti debortolist29 romiti debortoli

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...