1. LA DOMANDA SENZA RISPOSTA È QUESTA: FATTO UNO SCIOPERO GENERALE, POI, CHE SI FA? 2. PER RENZI SI TRATTA DI PAZIENTARE UN GIORNO E POI ARCHIVIARE TUTTO GIÀ DA DOMANI. PER CGIL RICOMINCIA LA RICERCA AFFANNOSA DI UN MODO PER PROVARE A INCIDERE SUL GOVERNO 3. LA FIGURACCIA DEL MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) MAURIZIO LUPI, COSTRETTO A RIMANGIARSI LA PRECETTAZIONE DEI FERROVIERI, AVREBBE FORSE MERITATO LE DIMISSIONI 4. LA REALTÀ È CHE SI TRATTA DI UNO SCIOPERO CHE NON VA DA NESSUNA PARTE, UNA MERA TESTIMONIANZA IN UNA FASE DI ISOLAMENTO POLITICO INNEGABILE. IL GROSSO DEL PD È ORMAI LONTANO DALLA CGIL DELLA CAMUSSO E PERFINO LE MINORANZE SI DIVIDONO SULLO SCIOPERO 5. PER RENZI SI TRATTA DI PAZIENTARE UN GIORNO E POI ARCHIVIARE TUTTO GIÀ DA DOMANI

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

MATTEO RENZI BY VINCINO MATTEO RENZI BY VINCINO

La figuraccia del ministro Maurizio Lupi, costretto a rimangiarsi la precettazione dei ferrovieri, avrebbe forse meritato le dimissioni, ma in ogni caso sposta poco nella dialettica tra governo e sindacati. Oggi c’è lo sciopero generale della Cgil e della Uil contro la legge di Stabilità e il Jobs Act e sarà sicuramente “un successo”. Nel senso che ci sarà la piazza piena a Torino, scelta come “sede” della protesta, e ci saranno manifestazioni in tutte le principali città. Il governo prevede tre milioni di persone in piazza, ma fossero anche il doppio, cambierebbe poco.

 

Non c’è un tavolo aperto tra la Cgil e il governo e Renzie, pur manifestando “rispetto” per la protesta di oggi, intende tirare dritto per la sua strada, convinto di avere dalla sua parte “gli altri 57 milioni di italiani” che oggi non sciopereranno. E che magari smoccoleranno per il traffico impazzito o paralizzato a causa dello sciopero.

 

GIUSEPPE MUSSARI E SUSANNA CAMUSSO GIUSEPPE MUSSARI E SUSANNA CAMUSSO

La realtà è che si tratta di uno sciopero che non va da nessuna parte, una mera testimonianza che arriva in una fase di isolamento politico innegabile. Il grosso del Pd è ormai lontano dalla Cgil della Camusso e perfino le minoranze si dividono sulla partecipazione all’iniziativa di oggi.

 

Per Renzie si tratta di pazientare un giorno e poi archiviare tutto già da domani. Per la Cgil, sempre da domani, ricomincia la ricerca affannosa di un modo per provare a incidere sul governo e sulla maggioranza che lo sostiene. La domanda a cui nessuno sa rispondere è questa: fatto uno sciopero generale, poi, che si fa?

 

 

2. TUTTI IN PIAZZA (PIÙ O MENO)

maurizio lupi pennarello argento maurizio lupi pennarello argento

Il capolavoro di Lupi oscura le ragioni dello sciopero un po’ su tutti i giornali. Corriere: “Oggi lo sciopero, revocata la precettazione. Cgil e Uil contro la stretta sui ferrovieri. Renzi: diritti sindacali sacrosanti. Poi l’intesa e Lupi annulla il provvedimento. L’astensione dsal lavoro per il settore dei treni finirà alle 16, un’ora prima del previsto” (p. 8). La Repubblica dei renziani titola: “Renzi: ‘Lo sciopero è un diritto’. Treni, precettazione sospesa. Oggi la protesta Cgil e Uil” (p. 10). “La sinistra dem si divide. Civati e Fassina in piazza, ma Damiano non ci sta” (p. 11). La Stampa dedica un solo titolo allo sciopero di oggi, questo: “Renzi media sullo sciopero. Revocata la precettazione” (p. 10). L’altro pezzo è sui disagi nei trasporti.

 

pippo civatipippo civati

Il Cetriolo Quotidiano prova a dedicarsi allo sciopero in sé: “Ritorno allo sciopero, il problema di Renzi stavolta è a sinistra. Oggi Cgil e Uil, senza la Cisl, rilanciano lo scontro frontale con il governo. Era dai tempi di Berlusconi che non accadeva. Il premier viene messo alla prova del conflitto sociale. Per Camusso inizia una ‘lunga marcia’” (p. 6). Ok, lunga marcia, ma verso dove?

 

 

3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Continua lo scambio di carinerie con Juncker, che ce l’ha un po’ giurata per via di certe spacconate di Renzie: “Juncker: ‘Roma non può lamentarsi’. Il presidente della Commissione: sento molte più critiche per essere stato comprensivo. Il governo prepara gli emendamenti alla legge di Stabilità, meno tasse sui fondi pensione” (Corriere, p. 5). Repubblica ha un titolo più duro (“Juncker: ‘L’Italia non si lamenti, era da procedura di infrazione”, p. 19) e poi ci aggiorna sulla manovra: “Legge di Stabilità corretta. Un miliardo alle Regioni e sconti Irap estesi a tutti. Slittano gli emendamenti del governo. Quelli totali sono 3.800, ridotti alla fine a 500. Tra le proposte più strane: Iva agevolata sull’origano. Tetto ai regali per dipendenti Pa” (p. 18).

Stefano Fassina Stefano Fassina

 

 

4. MONITI DI RE GIORGIO

Titolone del Corriere: “L’appello a italiani e tedeschi: ‘Basta con giudizi sprezzanti’. Napolitano ha avuto momenti di commozione parlando del rapporto tra i due Paesi” (p. 2). Grande emozione anche in Germania, finalmente destinataria di un monito del Quirinale. Il Corriere si incarica poi di amplificare e spiegare il monito con un’altra paginata didattica così titolata: “Il muro di diffidenza e il limite delle critiche da non oltrepassare. Qual è il ruolo che il capo dello Stato si è riservato” (p. 3). In effetti, la gente si è sempre chiesta quale sia il ruolo del capo dello Stato su questo importante tema.

 

Molto monitoso anche il titolone della Stampa: “Napolitano: ‘L’Europa scongiuri la deriva populistica” (p. 2). L’Europa prende nota.

 

 

cesare damiano manifestazione cgilcesare damiano manifestazione cgil

5. MARCIO SU ROMA

Un clan famelico. Gli appetiti finanziari di “Mafia Capitale” si apprezzano bene anche da certi dettagli: “Buon anno pieno di profughi e sfollati’. L’sms di Buzzi per le feste del 2013 in cui si augura emergenze: ‘Evviva la cooperazione sociale’. Due fermi di ‘ndrangheta: secondo gli inquirenti è la prova dei legami tra cupola romana e clan” (Corriere, p. 11). Il Corriere dedica uno spazio anche all’accorata autodifesa della Melandrina: “Fondazione Human. La replica di Melandri: ‘Addolorata e furiosa. Noi una casa di vetro” (p. 10). Ha solo sbagliato il commercialista, e di grosso. Repubblica invece si segnala anche oggi per l’assoluto silenzio sulla vicenda. Complimenti.

 

jean claude junckerjean claude juncker

Sul fronte dell’inchiesta, a parte gli arresti, ecco altri particolari sui soldi ai politici. “Quei soldi per Alemanno. ‘Alla sua fondazione 265mila euro in tre anni’. Le nuove accuse dei pm: nei video le mazzette a Panzironi. Buzzi: ‘Tutto il consiglio comunale prende denaro’. ‘Quando ci fu il cambio da Veltroni a Gianni ci ho rimesso centomila euro’” (Repubblica, p. 3). Titolo minaccioso sul Messaggero: “Pignatone: l’inchiesta non finisce qui” (p. 7). E poi eccoci ancora ad Alè-danno: “Buzzi pagava anche l’affitto alla fondazione di Alemanno: è a secco’. Scoperta dal Ros la contabilità segreta del re delle coop. Il ruolo di Panzironi e le pressanti richieste al mediatore” (p. 10).

 

giorgio napolitanogiorgio napolitano

E sullo scandalo interviene oggi Goffredo Bettini, storica eminenza grigia del Pd a Roma: “Ora è peggio che nel ’92. Marino? Lasci e si ricandidi. Le parlamentarie sono state una farsa: era tutto deciso prima dai capibastone. Alemanno aveva le cambiali di una vita politica da pagare: non dico fosse ricattato; diciamo che era premuto da personaggi che l’hanno portato al disastro”. Bettini elargisce consigli anche a Renzie:  “Deve restare al governo se ha i mezzi per produrre il cambiamento che ha promesso. Altrimenti ci conviene andare dritti a votare. E io credo che in questo momento sia meglio andare dritti a votare” (p. 13)

 

E oggi dovrebbe arrivare la risposta d’emergenza del governo al clamore suscitato dall’inchiesta romana: “Pene più alte e beni da restituire. I nodi delle norme anticorruzione. Le misure in Consiglio dei ministri. Ma Ncd frena sulla prescrizione” (Corriere, p. 10). Ma sulla prescrizione non si doveva già intervenire subito dopo la sentenza Eternit?

 

Gianni Alemanno Gianni Alemanno

 

6. PD, POLLAIO DEMOCRATICO

Volano le ciabatte in casa piddina, tanto per cambiare. Corriere: “Delrio-D’Alema, lite sulle urne anticipate. ‘La minoranza vuole le elezioni, fa vecchia politica’. L’ex premier: basta minacce ai parlamentari”. Quindi passa Maria Teresa Meli e si fa latrice di una minaccia di Renzie alle minoranze: “L’idea di pubblicare le spese delle segreterie Bersani e Epifani” (p. 15). Lo specchio delle tensioni anche su Repubblica, il giornale-partito: “La resa dei conti di Renzi con la minoranza del Pd. ‘Basta con D’Alema e Bindi, in Assemblea chiudo i giochi” (p. 12). Il Cetriolo Quotidiano lancia l’allarme: “Idea poco Dem: fare fuori la minoranza” (p. 9).

 

 

7. GLI AMERICANI LA SANNO SEMPRE LUNGA

Viste le titubanze dell’Italia sul programma di acquisto degli F-35, che potrebbe essere dimezzato, arriva un bello zuccherino per Roma: “Alenia conquista la supercommessa. Il ‘check up’ agli F-35 si farà in Italia. Scelto dagli Usa lo stabilimento di Cameri (Novara) per logistica e manutenzione” (Corriere, p. 17).

 

Bettini Goffredo Bettini Goffredo

 

8.LINGOTTI IN FUGA

Era un ballon d’essai ed è stato prontamente ritirato. “Dietrofront Ferrari: sede fiscale in Italia. Nota di Fca: nessun progetto di delocalizzazione all’estero”. Repubblica (p. 39) ipotizza che i vertici di Fiat abbiano lasciato circolare l’indiscrezione per saggiare le reazioni in Italia e che “nelle ultime ore sia intervenuta anche la politica”. Magari, ci fosse un governo capace di impuntarsi su scelte del genere.

 

 

9. GIALLONE RAI

Il Giornale racconta una storia piuttosto intricata che tocca la Rai: “L’acquisto di film russi inguaia Mamma Rai. Indagato alto dirigente. Diritti gonfiati per ricavare mazzette, sotto accusa il vicedirettore di Rai Movie. Giallo su un duplice omicidio” (p. 4). Il dirigente indagato si chiama Enzo Sallustro e il reato è per ora abbastanza fumoso: induzione indebita a dare o promettere utilità.

GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO

 

10. MISSING

Anche sul Giornale è sparito Berlusconi. Un segno dei tempi?

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