GIORNALI IN EDICOLA: IL (TRAGICO) BOLLETTINO MENSILE DI ‘BLITZ’ - ‘REPUBBLICA’ A GENNAIO HA PERSO 35MILA COPIE RISPETTO ALL’ANNO SCORSO E SCENDE A 151MILA. I LETTORI HANNO IDEE CHIARE SUL RESTYLING - ‘CORRIERE’ -10MILA, IL ‘FATTO’ -3MILA NONOSTANTE IL TRIONFO GRILLINO - SOLO 4 CRESCONO: LA ‘NUOVA’ DI VENEZIA, ‘IL GIORNO’ DI MILANO, ‘IL TEMPO’ DI ROMA E ‘IL TELEGRAFO’ DI LIVORNO - DECLINO DI ‘TUTTOSPORT’ NONOSTANTE L’EGEMONIA JUVE (O PROPRIO PER QUELLA?)

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Sergio Carli per www.blitzquotidiano.it

 

repubblica prima e dopo il restyling repubblica prima e dopo il restyling

Quattro quotidiani in Italia crescono, mese dopo mese, anche nel gennaio 2018. Sono il Giorno di Milano, la Nuova di Venezia e Mestre, il Telegrafo di Livorno e il Tempo di Roma. Il Giorno passa a 41.333 copie dalle 40.185 di un anno fa. La Nuova a 7.774 da 7.641. Il Telegrafo a 1.266 da 1.106. Il Tempo ne ha vendute 14.334, solo 33 in più del gennaio 2017. Un’inezia, ma di questi tempi è un trionfo. Pochi altri giornali reggono abbastanza bene, perdendo un massimo di poche centinaia di copie. Elenco il Centro di Pescara, il Corriere delle Alpi di Belluno, il Corriere dell’Umbria, la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari, la Gazzetta di Modena, la Nuova Ferrara, la Tribuna di Treviso. Per gli altri è profondo rosso. Più o meno profondo. Col rosso che piace sempre meno.

repubblica prima del restyling repubblica prima del restyling

 

Precisiamo subito che i numeri ai quali facciamo riferimento sono quelli delle vendite in edicola. Sono decisivi per due ragioni. Che ogni copia venduta corrisponde a un deliberato atto d’acquisto, a prezzo pieno (abbonamenti a parte); questo ha un impatto sul conto economico dell’editore che più scende il contributo della pubblicità più diventa rilevante. Che solo le copie stampate, comprate e sfogliate permettono la diffusione del messaggio pubblicitario nella linea dei “persuasori occulti”.

 

repubblica dopo il restyling repubblica dopo il restyling

C’è un altro dato di diffusione dei giornali che può dare la misura della loro penetrazione e influenza, quello che somma alle copie di carta quelle digitali. Dal punto di vista pubblicitario per me valgono meno di quelle cartacee. Dal punto di vista dei ricavi nessuno ci dirà mai quanto valgano le copie digitali e solo un super calcolo di un super controller potrebbe indicarcelo. Se però vogliamo avere un’idea di quante persone apprendono il verbo di quel tale giornale il dato complessivo carta+digitale è importante. A questa seconda opzione si attiene Prima, che ogni mese pubblica una sua classifica, poco diversa dalla nostra se non nei numeri e in alcune posizioni.

 

Torniamo alle nostre vendite in edicola. Prendersela con Repubblica è un po’ come sparare con la Croce Rossa. Vorrei vedervi a voi a fare un giornale che per 15 anni ha attribuito tutti i mali d’Italia a Berlusconi, ha fatto dei vizi provinciali di un venditore di pubblicità una categoria dello spirito, il Berlusconismo, e ancora 7 anni dopo la fine politica, se mai c’è stata una sua politica, di Berlusconi, continua a piangere sui poveri, sui disoccupati, sui diritti degli altri. I lettori ti credono per un po’. Poi si stancano.

 

Mario Calabresi e Dario Cresto-Dina (foto Stefania Casellato) Mario Calabresi e Dario Cresto-Dina (foto Stefania Casellato)

Vorrei vedervi a fare un giornale, per 40 anni bandiera della sinistra unita contro bersagli come Craxi e Berlusconi, unita dietro le barricate per l’articolo 18 e lo Statuto dei Lavoratori, improvvisamente spaccata dal frazionismo più devastante, dallo scontro generazionale nel partito. L’Italia è soffocata dalle tasse e Repubblica le difende. Si parla di flat tax e tutto quello che sa fare Repubblica è pensare a quanto risparmierebbero i ricchi. Certo metà dei suoi affezionati lettori la pensa così ma l’altra metà smette di comprarla. Per non parlare del referendum costituzionale.

 

Hai voglia a non prendere posizione. Qualunque cosa scrivi, anche solo la parola referendum, perdi lettori. Ci si potrebbe scrivere un saggio su tutte queste amenità ma a che scopo. Le cose seguono una loro traiettoria inesorabile. L’unica cosa concreta è che nel mese di gennaio 2018 ha venduto 151 mila copie, 35 mila in meno di un anno fa, 9 mila in meno del dicembre 2017.

 

cinzia monteverdi marco travaglio giorgia solari cinzia monteverdi marco travaglio giorgia solari

Un po’ meglio del rivale Corriere della Sera, che però a sua volta continua a perdere copie. Ne ha vendute 188 mila in gennaio 2018, 2 mila meno di dicembre, 10 mila meno del gennaio 2017. Troppa politica? Troppo poche notizie? Il declino non risparmia il quotidiano che più si è identificato negli ultimi anni, con la causa grillina, cioè il Fatto quotidiano diretto da Marco Travaglio. In gennaio il Fatto ha venduto 32 mila copie, 3 mila in meno di un anno fa. A confronto con il trionfo elettorale del Movimento 5 stelle, il trend del Fatto può sorprendere i meno accorti o i più giovani. Andate indietro nella memoria: la Dc trionfava alle elezioni e i giornali democristiani chiudevano, il Pci si preparava al sorpasso e Paese Sera chiudeva, Stasera abortiva, l’Unità tagliava e tagliava.

 

Dovrebbe sorprendere di più il declino di Tuttosport. Perde copie, anno su anno, mese su mese mentre la Juventus trionfa sempre. Quando la squadra del cuore va, il giornale tira. Non è più così. Ci pensa Sky a soffocare i giornali sportivi. Non c’è solo internet fra le nemesi de giornali, la tv ha fatto guai maggiori con la pubblicità ma stimolava le vendite. La tv a pagamento assorbe pubblicità e vendite. La tv generalista è gratis, la tv pagamento è una alternativa: a fai l’abbonamento a Sky o compri il quotidiano. Solo i giornalisti, che non pagano il giornale e hanno il telefonino aziendale non se ne accorgono.

IL GIORNO QUOTIDIANO DI MILANO IL GIORNO QUOTIDIANO DI MILANO

 

A proposito di prezzo, questo è un altro elemento che è all’origine della crisi dei giornali. Per un euro e mezzo cosa vi danno? Titoloni fotone disegnoni. E le notizie? Riempiono quel poco di spazio che i grafici assegnano loro.

 

Qualche amministratore di giornale concorda con la tesi che la crisi dei giornali coincide con l’avvento dei grafici. Cominciò nel ’68 al Secolo di Genova, si chiamava Mimmo Torlizzi, un ragazzo romano educato e barbuto in balia di quelle bestie di genovesi. Il suo lavoro era necessario per dare un po’ di pulizia a un giornale affastellato e confuso. Poi però fu il momento di Maoloni, che trasformò il Manifesto da versione italiana della Herald Tribune (poche pagine, tante notizie) a esemplare da concorso. Dal Manifesto l’epidemia si diffuse. Oggi i grafici dominano i giornali. Bellissimi: ma le notizie.

 

tuttosport 30 gennaio 2017 contro cairo tuttosport 30 gennaio 2017 contro cairo

Abbiamo visto sopra che fra i giornali che presentano un segno + nelle vendite di gennaio c’è la Nuova di Venezia e Mestre.Chiedetevi perché. Intanto è stata affrancata dal vergognoso “panino” con Repubblica, insufficiente a frenarne il crollo ma sufficiente a ribadire l’immagine sinistra così poco amata dai bianchi veneti. In più, i veneziani sono scontenti per la nuova grafica del Gazzettino. Belle pagine, poche notizie. I veneziani, sappiatelo, sono tirchi almeno quanto i genovesi, da Shakespeare a Goldoni qualcosa dovrebbero avere insegnato. Nell’insieme, l’establishment veneziano non ama la Nuova, troppo di sinistra.

 

Ma da quando la Nuova ha tagliato il prezzo a un euro, con tutte le sue belle notizie li allineate da un direttore che forse meriterebbe di più, in molti hanno preferito l’euro della Nuova all’euro e 20 del Gazzettino con meno notizie. E poi Paolo Possamai è vicentino, quindi territorio della Repubblica per 4 secoli, non è mai stato comunista e non è meridionale Vedete voi, stiamo parlando di giornali di territorio. E poi ricordate sempre che per 1 euro vi comprate DiPiù (416 mila copie) e per 1,50 Sorrisi e canzoni (471 mila copie). Tante pagine, tante notizie, anche di politica, come piace a molti di noi.

Ed ecco la tabella ormai consueta, desunta da Ads, l’istituto che da 40 anni certifica le tirature e le vendite dei giornali in Italia. Per ogni testata ci sono 3 righe. Si riferiscono rispettivamente a ottobre 2017, ottobre 2016 e settembre 2017. Clicca qui per i dati del mese precedente.

Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale:

Quotidiani

nazionali

Vendite  gennaio 2018

Vendite  dicembre 2017

Vendite

gennaio 2017

Il Corriere della Sera

188.628

190.276

198.095

La Repubblica

151.214

160.025

185.285

La Stampa

116.342

118.495

120.804

Il Giornale

53.041

53.267

57.866

Il Sole 24 Ore

49.357

49.643

58.407

Il Fatto Quotidiano

32.045

32.557

35.063

Italia Oggi

24.027

18.819

29.758

Libero

22.666

22.959

24.232

Avvenire

24.232

22.643

23.382

Il Manifesto

7.566

7.697

8.239

La Verità 

20.329

20.845

24.490

Hanno dimezzato le copie, rispetto al 2007, anche i giornali locali. Che comunque hanno retto l’urto della crisi e dell’avvento delle news online meglio dei giornali a diffusione nazionale. Nella tabella che segue li ordiniamo per numero di copie vendute.

Quotidiani

locali

Vendite  gennaio 2018

Vendite  dicembre 2017

Vendite  gennaio 2017

Il Resto del Carlino

89.048

89.186

94.355

Il Messaggero

81.110

81.139

87.829

La Nazione

64.606

65.145

70.027

Il Gazzettino

42.416

42.585

47.604

Il Secolo XIX

38.604

39.975

41.583

Il Tirreno

35.776

36.159

39.393

L’Unione Sarda

34.148

34.472

37.166

Messaggero Veneto

36.547

36.678

37.786

Il Giorno

41.333

40.654

40.185

Nuova Sardegna

29.892

30.379

32.704

Il Mattino

28.654

27.944

32.066

L’Arena di Verona

21.535

22.573

23.607

L’Eco di Bergamo

22.086

22.643

23.702

La Gazzetta del Sud

19.864

19.598

21.256

Il Giornale di Vicenza

20.374

21.008

22.471

Il Piccolo

19.683

20.143

20.949

La Provincia (Co-Lc-So)

17.824

18.071

19.591

Il Giornale di Brescia

18.231

18.707

19.625

Gazzetta del Mezzogiorno

18.006

17.884

18.615

Libertà

17.378

17.779

19.029

La Gazzetta di Parma

16.868

17.467

18.710

Il Mattino di Padova

17.094

17.191

18.626

La Gazzetta di Mantova

16.421

16.668

17.330

Il Giornale di Sicilia

13.611

13.622

14.301

La Sicilia

14.108

14.624

15.913

La Provincia di Cremona

12.523

12.584

13.242

Il Centro

11.560

11.082

11.893

Il Tempo

14.334

14.345

14.301

La Provincia Pavese

11.118

11.275

12.124

Alto Adige-Trentino

9.677

10.036

12.012

L’Adige

11.905

12.080

12.337

La Nuova Venezia

7.774

7.803

7.641

La Tribuna di Treviso

10.231

10.357

10.564

Nuovo Quot. di Puglia

9.238

9.146

9.490

Corriere Adriatico

12.543

12.491

13.493

Corriere dell’Umbria

9.959

10.148

9.584

La Gazzetta di Reggio

8.322

8.603

8.837

La Gazzetta di Modena

7.236

7.368

7.693

La Nuova Ferrara

6.061

6.220

6.419

Quotidiano del Sud

5.492

5.064

5.882

Corriere delle Alpi

4.722

4.687

4.814

Quotidiano di Sicilia

6.149

6.408

5.882

Il Telegrafo

1.266

1.106

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Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta.

Quotidiani

sportivi

Vendite  gennaio 2018

Vendite dicembre 2017

Vendite

gennaio 2017

Gazzetta dello Sport Lunedì

143.715

151.736

155.803

Gazzetta dello Sport

133.652

137.994

140.827

Corriere dello Sport Lunedì

80.483

84.629

99.210

Corriere dello Sport

70.737

74.836

85.079

Tuttosport Lunedì

46.815

49.125

63.022

Tuttosport

46.464

48.828

51.972

 

 

 

 

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