1. A GIUGNO DELL’ANNO SCORSO GLI SCANDALI DEL MOSE E DELL’EXPO SPINSERO MATTEO RENZI A PROMETTERE UN PROVVEDIMENTO DA PRIMA PAGINA: “IL DASPO AI CORROTTI”. “CHI VIENE CONDANNATO NON POTRA' OCCUPARSI DELLA COSA PUBBLICA CON UN MECCANISMO DI DASPO” 
2. BENE, IERI, DOPO DUE ANNI DI RITARDI, IL SENATO HA DATO FINALMENTE IL VIA LIBERA ALLA LEGGE ANTICORRUZIONE E IL FAMOSO DASPO NON C’È. HANNO PROVATO A INTRODURLO I CINQUE STELLE MA NON È PASSATO. ERA UNA PROPOSTA BUONA PER TWITTER, UNO SLOGAN VUOTO, LA TIPICA SPARATA DEL PREMIER CAZZARO. E OGGI, PER NON DARGLI FASTIDIO, I GIORNALONI NON RIMARCANO CHE IL “DASPO AI CORROTTI” ERA STATO UNA DELLE TANTE PROMESSE DA RENZI

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Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. PROMESSE DA RENZI

le monde veni vidi renzi le monde veni vidi renzi

A giugno dell’anno scorso gli scandali del Mose e dell’Expo occupavano le prime pagine dei giornali. Matteo Renzi non volle farsi trovare impreparato e, con la sua consueta parlantina sciolta, promise un intervento legislativo “immediato” sulla corruzione e una misura di grande effetto, che gli valse i titoloni ai telegiornali: “il Daspo ai corrotti”. Ecco cosa disse il 5 giugno a Bruxelles: “Il punto centrale è garantire che chi viene condannato non torni più ad occuparsi della cosa pubblica con un meccanismo di Daspo”.  

 

Bene, ieri, dopo due anni di ritardi, il Senato ha dato finalmente il via libera alla legge anticorruzione e il famoso Daspo non c’è. Hanno provato a introdurlo i Cinque Stelle ma non è passato. Era una proposta buona per Twitter, uno slogan vuoto, la tipica sparata del premier cazzaro. E oggi, per non dargli fastidio, i giornaloni non rimarcano che il “Daspo ai corrotti” era stato un suo altisonante annuncio.

Matteo Renzi ieri a Venezia con il ministro per la pubblica amministrazione Marianna Madia Matteo Renzi ieri a Venezia con il ministro per la pubblica amministrazione Marianna Madia

 

 

2. IL RITORNO DEL FALSO IN BILANCIO (CHE NON PIACEVA AL BANANA)

Repubblica in festa per la nuova legge: “Anticorruzione, primo sì. Le pene saranno più severe e torna il falso in bilancio. La legge passa al Senato, i 5Stelle votano contro. Ripristinata la norma cancellata da Berlusconi”. “Sconti per i pentiti se restituiscono le mazzette. I nuovi poteri a Cantone” (p. 2). Rodolfo Sabelli, presidente dell’Anm, dice: “E’ un passo avanti ma non basta, la corruzione va combattuta come la mafia” (p. 3).

renzi trova venti euro per terra renzi trova venti euro per terra

 

Sulla Stampa, Ugo Magri fa notare che con il Patto del Nazareno vigente, la legge anticorruzione avrebbe faticato ad arrivare in porto, o comunque vi sarebbe arrivata con molti cambiamenti (p. 1). Mentre Maurizio Carbone, segretario dell’Anm, fa notare che il ritorno del falso in bilancio come reato grave è una buona cosa perché si tratta di un reato che spesso è la spia della corruzione (Stampa, p. 2).

 

 

3. LA BATTAGLIA DELLE INTERCETTAZIONI

D’Alema va ancora all’attacco sulle intercettazioni e se la prende con i giornalisti. Perfido il titolo del Giornale: “D’Alema non regge il vino. Baffino perde le staffe” (p. 1). Sul Corriere, “D’Alema: bisogna tutelare i non indagati. L’ex premier annuncia querele. Ira contro un cronista: ‘Mi dia il nome’. Poi frena: ‘Dispiaciuto’”. Gli risponde Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, che sempre al Corriere dice: “Il punto è come tutelare le persone non indagate, prevedendo una selezione a monte delle conversazioni utilizzabili. Nell’attesa mi auguro che si faccia un uso molto accorto delle intercettazioni nelle ordinanze”. Il messaggio ai magistrati italiani da parte del numero due del Csm è chiaro: occhio a come le maneggiate (p. 8).

raffaele cantone raffaele cantone

 

Repubblica riporta che il governo non prepara alcun blitz sulle intercettazioni: “Niente decreto sulle intercettazioni. Gratteri: sì al reato di pubblicazione. Le toghe contro la stretta: basta applicare le norme attuali” (p. 7). Molto diverse le notizie del Messaggero: “Renzi pronto allo stralcio: ora accelerare sugli ascolti. Palazzo Chigi, si rafforza la proposta Nordio: sì per indagare, ma senza più valore di prova. L’ipotesi di vietare la pubblicazione dei colloqui nei fascicoli dell’autorità giudiziaria” (p. 3).

RODOLFO SABELLI RODOLFO SABELLI

 

 

4. INCHIESTE ALLA WOODCOCK

Tolti i nomi grossi del primo giorno (D’Alema, Tremonti e Lotti, tutti non indagati) la nuova inchiesta napoletana fatica a tenere il ritmo imposto dai giornali, che vogliono sempre nuove intercettazioni e suggestioni. Il Corriere prova a tenere alta l’attenzione con un paginone così titolato: “Certificati antimafia, soffiate e appalti. Così la rete di Simone favoriva la coop”, ma dentro c’è roba da piccolo cabotaggio (p. 9). Il Messaggero quasi si arrende a una certa leggerezza: “Tangenti, le telefonate della coop rossa per cancellare multe e avere onorificenze” (p. 4).

 

MASSIMO D ALEMA PIERCARLO PADOAN LUCA DI MONTEZEMOLO MASSIMO D ALEMA PIERCARLO PADOAN LUCA DI MONTEZEMOLO

Repubblica mascaria la Lega Nord: “La coop ha allacciato anche quelli della Lega’. I pm: così scambiavano i voti con gli appalti”. Nell’inchiesta anche multe per eccesso di velocità annullate (p. 4). E anche la Stampa punta sui lumbard: “La rete si allarga a Milano. ‘Rapporti con i leghisti’. Nell’informativa anche un appalto per l’ospedale di Melegnano e un capitolo sulla prefettura di Modena. Oggi gli interrogatori” (p. 5).

 

Il Giornale torna sul telefonino di Renzi: “Il giallo del telefono di Renzi e dei verbali sbanchettati.L’anomalia di un premier che usa un cellulare privato si intreccia con la stranezza di un’informativa Ros zeppa di omissis sul generale Adinolfi e la Cpl. Il ruolo di Minniti e Naccarato. E spunta pure Poletti” (p. 2).

dalema con il suo vino dalema con il suo vino

 

Il Cetriolo Quotidiano prova ad alzare il tiro e punta su Lotti: “Metano a Ischia, i soldi alle coop arrivano dal governo Renzi. I 140 milioni per completare il progetto li ha stanziati a gennaio 2015 il Cipe, regno di Luca Lotti, che è in ottimi rapporti col sindaco arrestato Ferrandino” (p. 6).

 

 

5. UN’ALTRA DONNA PER MATTEUCCIO

Come sostituire il fidato Delrio? La scelta pare che sia tutta fra donne. Corriere: “Renzi al Colle con il nome di Delrio. L’ira di Ncd (che prende tempo). In corsa per il posto di sottosegretario Finocchiaro, Sereni e Manzione” (p. 13). Secondo Verderami, la Manzione “sarebbe entrata in rotta di collisione con il ministro Boschi” (p. 13). Scelta femminile, pare, anche per Alfano: “Alfano sceglie la Bianchi, malumori fra i centristi. Sarà lei a prendere il posto della Lanzetta agli Affari regionali” (Stampa, p. 7).  

Antonella Manzione Antonella Manzione

 

 

6. ULTIME DA FARSA ITALIA

“Chiuso l’accordo Lega-Forza Italia con Zaia in Veneto e Toti in Liguria. Salvini non presenterà liste autonome in Campania. Nessuna alleanza in Toscana” (Corriere, p. 15). Cosa sappia Toti della Liguria è tutto da scoprire. Intanto resta il problema di un partito che rischia di andare in mille pezzi. Repubblica scrive: “Berlusconi vede Verdini. ‘Denis, mi devi aiutare, bisogna evitare scissioni’. Chiusa l’intesa con la Lega. Ma è rottura con Fitto: il candidato forzista in Puglia passa con il capo dei dissidenti. E incontra Bondi e Repetti” (p. 16).  

MATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONE MATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONE

 

 

7. E SUI DERIVATI CALA IL SIPARIO DI STATO

Non sapremo mai come andò davvero la storia dei derivati al tempo del governo Monti. “Il giudice dà ragione al Tesoro: legittimo il pagamento a Morgan Stanley. Chiesta l’archiviazione per l’ex premier Monti. Brunetta: no al segreto di Stato” (Corriere, p. 16).

 

 

8. VATICANO SENZA SEGRETI (BANCARI)

Ettore Gotti Tedeschi Ettore Gotti Tedeschi

Storico accordo con la Santa Sede: “Anche il Vaticano si piega, addio al segreto bancario, firmato l’accordo con l’Italia. Lo scambio di informazioni sarà retroattivo dal 2009. I titolari dei conti usufruiranno della voluntary disclosure” (Repubblica, p. 20). L’ex capo dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, mette le mani avanti: “L’opera di pulizia è iniziata, anche se in ritardo, ma restano molti misteri” (Repubblica, p. 21).

 

 

9. GIRO DI POLTRONE IN UNICREDIT

ghizzoni ghizzoni

Il Corriere si occupa con grande prudenza del nuovo cda di Unicredit: “Lista per Unicredit, tre vicepresidenti. Sei donne nel board. Cariverona tratta ancora per la governance”. Due vicepresidenti riconfermati dovrebbero essere Luca Cordero di Montezemolo e Fabrizio Palenzona (p. 37). Conferme anche per Giuseppe Vita alla presidenza e Federico Ghizzoni come ad.

 

 

10. PRIVATIZZAZIONI, QUALCOSA SI MUOVE

“Poste, via libera all’operazione Borsa. Summit ieri al Mef tra Padoan, Caio, advisor e i vertici delle banche. Due nodi da risolvere prima del listino: come valorizzare il gruppo e il prezzo delle azioni al collocamento” (Messaggero, p. 15).

 

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